Music Opera Festival 2022-Istituto Ardizzone Gioeni Catania

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RAJU DI BELLIZZA

L’ultimo volo di Antonio Veneziano

di Francesco Randazzo

Musiche di Carmen Failla

Broken Consort Ensemble

Voce recitante Alessandro Idonea

Sabato 25 giugno alle ore 21 all’Istituto Ardizzone Gioeni Catania Via Etnea 595

Un intreccio coinvolgente di musica e poesia: una storia d’amore per la Sicilia e il popolo siciliano.

Un viaggio nella musica del mediterraneo e della Sicilia (Broken Consorts), un testo scritto da Francesco Randazzo sulla vita, le vicissitudini e la poesia del grande poeta siciliano Antonio Veneziano, interpretato da Alessandro Idonea, e presenta alcune sue poesie appositamente musicate da Carmen Failla.

Lo spettacolo fornirà agli spettatori una splendida chiave di lettura per la comprensione del quadro storico, culturale e umano del periodo a cavallo fra cinquecento e seicento in Sicilia e nel Mediterraneo.

I poeti maledetti emanano una fascinazione che passa attraverso le loro opere ma anche e forse soprattutto attraverso le loro vite, tormentate, combattute, destabilizzanti nel loro e nel nostro tempo. Antonio Veneziano (1543-1593), fu uno di loro. Giovane di brillante intelligenza, dalla natia Monreale, viene mandato a studiare a Palermo, poi a Messina, infine a Roma presso il Collegio dei Gesuiti. Coltissimo ma inquieto, grazie alla sua parte di eredità lasciatagli dallo zio arciprete, rinuncia alla carriera ecclesiastica per tornare a Monreale e cominciare quella che sarà la sua avventurosa e scapestrata vita. S’innamora della giovane nipote, che ne accetta i denari ma non corrisponde al sentimento di Veneziano; rapisce un’altra fanciulla, ha tresche amorose con varie nobildonne e popolane, nubili o sposate; è accusato, insieme ai fratelli di omicidio, inganna, truffa, litiga continuamente. Scrive trattati in latino, epistole, invettive, componimenti poetici d’amore o satirici in siciliano, contro nemici personali o più in generale contro il potere costituito. S’imbarca per la Spagna ma viene rapito dai pirati musulmani e portato in Algeri, dove rimarrà per qualche anno e dove conoscerà un altro illustre prigioniero, Miguel Cervantes il futuro autore del romanzo più famoso al mondo, il Don Chisciotte. I due diventano amici, ne sono testimoni poche lettere e alcuni componimenti scritti reciprocamente dopo la loro liberazione. Possiamo solo immaginare quale scintillare d’ingegno in conversazione i due abbiano creato nei loro incontri. Certo è che Veneziano compose la maggior parte della sua più nota opera poetica, la Celia, proprio in Algeri. E come Francesco Randazzo nel suo monologo suggerisce e già ne aveva scritto in un suo romanzo dal titolo “I duellanti di Algeri”, si può felicemente immaginare che Cervantes abbia anche tratto ispirazione per il suo famoso cavaliere dalla triste figura, proprio da Antonio Veneziano, cavaliere errante nel suo tempo, sensibile poeta ma anche visionario e irruento hidalgo, uomo in questo mondo ma non di questo mondo, che vagheggia ideali d’altri tempi, irrequieto ospite della noiosa realtà.

Tornato a Palermo, grazie al riscatto pagato dal Senato cittadino, Veneziano riprende la sua vita sregolata, rafforzando tante leggende intorno a lui, che è detto il “Petrarca di Sicilia”, ma conclude la sua vita prigioniero alla fortezza del Cassaro dove, in seguito all’esplosione della polveriera, trova la morte.

Il melologo “Raju di Bełłizza” parte proprio da qui, nel momento in cui tutto esplode e Veneziano nel trapasso, vola, rivede tutta la sua vita, si racconta un’ultima volta, regala al mondo la sua verità e le sue contraddizioni. Si viaggia così tra le sue inquiete avventure e le risonanze di lingue, suoni, melodie e canti del bacino del Mediterraneo, che esaltano la ricchezza sonora di un crogiuolo espressivo che è l’anima del poeta, della Sicilia e del mondo, giungendo fino a noi come un’eco che dal passato giunge fino al nostro presente e ad esso appartiene. 

Un omaggio dovuto ad un grande siciliano travolto dall’oblio della storia, un dono al nostro ancora tormentato presente. Con un raggio finale di bellezza e di malinconia che si scioglie in eterno respiro dell’anima. Per noi che siamo in questo mondo e dalla poesia e dalla musica traiamo sollievo e conforto, anelito alla meraviglia contrastata della vita, sospiro liberatorio, fugace ma profondissimo.

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