Tribunale Napoli rigetta ricorso Conte: vertici M5S congelati

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Restano congelati i vertici M5S, compresa la guida del Movimento affidata a Giuseppe Conte. Il Tribunale di Napoli ha infatti rigettato il ricorso presentato dall’ex premier per la revoca dell’ordinanza di sospensione dello statuto e della sua stessa nomina a presidente dei pentastellati. A nulla è valsa la contestazione sollevata dai legali M5S, ovvero che Conte e i vertici grillini non sapevano di quel regolamento del 2018 che permetteva l’esclusione da ogni voto degli iscritti per tutti coloro che fossero entrati nell’Associazione Movimento 5Stelle da meno di 6 mesi. Un’esclusione che aveva indotto il Tribunale partenopeo a congelare i vertici

“Rilevato che l’istanza in esame si fonda sulla produzione del documento qualificato ‘regolamento’, datato 8 novembre 2018, dunque già da tempo esistente al momento dell’adozione delle delibere impugnate e che avrebbe legittimato l’esclusione dal voto degli iscritti da meno di sei mesi (sicché sarebbe superata, secondo l’istante, la motivazione sulla base della quale il Tribunale è giunto alla pronuncia di sospensione); tale documento, stante quanto prospettato nell’istanza di revoca, non sarebbe stato prodotto prima in giudizio perché, di esso, l’istante Associazione sarebbe venuta a conoscenza solo dopo la pronuncia dell’ordinanza di sospensione”, si legge infatti nell’ultima pronuncia del tribunale di Napoli visionata dall’Adnkronos.

“Considerato, in linea generale, che l’istanza di revoca e la riproposizione della domanda cautelare non può trovare luogo ove fondata su ragioni di fatto e di diritto preesistenti alla pronuncia cautelare, a meno che di esse non venga allegata e dimostrata l’avvenuta conoscenza e conoscibilità solo in un momento successivo – si legge ancora nella pronuncia – ritenuto, ciò premesso, che il dedotto “regolamento” è atto promanante dalla stessa Associazione che lo ha prodotto in giudizio, trattandosi di atto ad essa interno, regolante un aspetto fondamentale della sua organizzazione e del suo funzionamento ed emanato dagli stessi organi apicali dell’Associazione e quindi da intendersi per ciò stesso conosciuto, o comunque sicuramente conoscibile, fin dalla sua adozione, né potendo evidentemente aver rilievo, sul piano della sua conoscibilità, il fatto che la funzione di organi rappresentativi dell’ente fosse, al momento della introduzione di questo contenzioso, rivestita da persone diverse da quelle del tempo in cui il regolamento fu adottato”.

E ancora, “rilevato inoltre che il regolamento in esame risulta già dedotto in controversia, visto che i ricorrenti (contestandone la mancata pubblicazione, la mancanza di data certa ed il fatto che non fosse stato proposto dal Comitato direttivo) avevano già nell’atto di citazione specificamente argomentato su di esso, che pare esser richiamato, anche se solo genericamente e senza indicazione della data di emissione o di altro elemento specificativo, nell’avviso di convocazione dell’assemblea del 17 Luglio 2021, in forza del quale erano stati ammessi al voto solo gli iscritti da oltre sei mesi; inoltre, nel verbale di udienza del 2 Febbraio 2022 (innanzi al Collegio, in sede di reclamo), i ricorrenti contestavano ancora che l’avviso di convocazione dell’assemblea faceva riferimento ad un regolamento che doveva esser ritenuto inesistente”. Alla luce di queste motivazioni, il ricorso dei legali dei vertici del M5S è stato rigettato poiché, si legge ancora, “non sussistono i presupposti per la chiesta revoca”.

LA QUESTIONE CRIMI – Spunta anche la ‘vicenda Crimi’ nella pronuncia con cui il Tribunale di Napoli ha rigettato il ricorso. Nelle settimane scorse aveva fatto tanto discutere, infatti, la presenza nell’archivio mail di Crimi, ex capo politico M5S ad interim nell’interregno tra Luigi Di Maio e Conte, del regolamento targato 2018 che avrebbe potuto mettere al riparo dalle beghe legali la leadership dell’ex premier, sospesa dal Tribunale di Napoli. Una ‘pezza d’appoggio’ adottata dai legali M5S nel ricorso, e di cui Crimi, a febbraio scorso, aveva ammesso di non avere avuto memoria, non avendone informato Conte per dimenticanza. Ora quest’incidente di percorso viene richiamato anche nella pronuncia.

Il giudice Francesco Paolo Feo, nel rigettare il ricorso, rimarca come il regolamento 2018 non potesse essere ignorato dai vertici, richiamando, in un passaggio, come “peraltro la funzione di presidente del Comitato di Garanzia al momento della convocazione dell’assemblea per l’adozione delle delibere impugnate era rivestita dalla stessa persona che la rivestiva al momento della assunzione del regolamento”, ovvero l’ex capo politico reggente, nonché presidente dell’organo di garanzia pentastellato, Vito Crimi.

VERTICI TIRANO DRITTO SU ASSEMBLEA ISCRITTI – A quanto apprende l’Adnkronos, l’assemblea degli iscritti M5S resta fissata al 10 e 11 marzo per apportare le modifiche statutarie necessarie sia per accedere al 2×1000 sia per ‘blindare’ il nuovo statuto rispetto alle contestazioni che hanno originato il contenzioso di Napoli, che ha congelato i vertici grillini, compresa la guida di Giuseppe Conte. E questo nonostante il tribunale partenopeo abbia oggi rigettato il ricorso presentato dai legali M5S. “Si vota come programmato”, conferma una fonte di primissimo livello all’Adnkronos, sulla scia di quanto deciso dallo stesso Conte e dal garante del Movimento, Beppe Grillo, il 9 febbraio scorso.

AVVOCATO BORRE’: “ORA CONTE RIFLETTA” – “E ora Conte rifletta”. Lorenzo Borrè, l’avvocato dei ricorrenti M5S, commenta soddisfatto il provvedimento del Tribunale di Napoli. “L’ordinanza, accogliendo la prima delle 17 eccezioni di inammissibilità, dovrebbe fare riflettere chi si ostina a tirare dritto nonostante i rilievi del Collegio di cui all’ordinanza del 7 febbraio: per poter escludere dal voto gli associati iuniores dal 17 febbraio 2021 serve un regolamento adottato su istanza del Comitato direttivo”, dice il legale all’Adnkronos a proposito del voto che il 10 e l’11 marzo si terrà sulla piattaforma SkyVote.

Borrè non esclude di impugnare la nuova votazione: “Le modalità di convocazione dell’assemblea e le modifiche proposte prestano indubbiamente il fianco, entrambi i fianchi direi, a eventuali nuove impugnazioni. Ricordo sempre che non sono io ad impugnare: la mia opera si riduce al patrocinio. Ma se tanto mi dà tanto…”. E a chi gli chiede di possibili, nuove controversie legate al trattamento dei dati degli iscritti con la votazione su SkyVote, l’avvocato risponde: “La questione del trattamento dei dati non l’ho ancora studiata e quindi non mi esprimo. Mi limito a ricordare quanto sostenuto da Grillo nel comunicato del 29 giugno 2021. Francamente non comprendo questa coazione ad aggiungere problemi ad altri problemi enormi”. La prossima udienza a Napoli è fissata per il 5 aprile. (AdnKronos)

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