Ucraina: in cantiere aumento forze militari NATO sul fianco orientale

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La Nato ha messo in cantiere un aumento delle forze militari sul fianco orientale, vicino all’Ucraina – in Paesi come la Romania, la Slovacchia e la Bulgaria – dopo che i Paesi alleati nei giorni scorsi hanno sottoscritto una proposta in questo senso al termine di settimane di discussioni, rendono noto fonti informate citate dall’agenzia di stampa Dpa. La decisione, che dovrà essere confermata e annunciata alla riunione dei ministri della Difesa a Bruxelles la prossima settimana, potrebbe essere attuata nel giro di settimane.

Dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014, la Nato ha dispiegato ‘Battle group’ di forze multinazionali nei tre Paesi Baltici e in Polonia. La Francia ha già avanzato la sua disponibilità a guidare un Gruppo di battaglia in Romania. E “molti altri Paesi alleati sono disponibili a contribuire”, ha dichiarato oggi il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. L’Ungheria invece, che si trova nel fianco orientale, ha precisato di non ritenere necessario il dispiegamento di forze alleate sul suo territorio.

Ultimatum dell’Ucraina alla Russia.

Se entro 48 ore Mosca non fornirà spiegazioni dettagliate sulla natura delle esercitazioni militari in corso a ridosso dei confini del Paese, Kiev si rivolgerà ai Paesi Osce per convocare una riunione straordinaria dell’Organizzazione.

“Abbiamo ufficialmente innescato il meccanismo per la riduzione dei rischi previsto dal paragrafo III del Documento di Vienna (un accordo dell’Osce per il controllo degli armamenti convenzionali, ndr), e richiesto alla Russia di fornire spiegazioni dettagliate delle sue attività militari nelle regioni adiacenti al territorio del nostro Paese e in quelli occupati provvisoriamente, ha scritto in un tweet, il ministro degli Esteri ucraino, Dmitro Kuleba.

Secondo il documento di Vienna, la Russia ha il dovere di fornire spiegazioni dettagliate sugli obiettivi, la precisa localizzazione e le date della fine delle sue esercitazioni militari così come la designazione, la catena di comando e il numero e il tipo di formazioni militari e degli equipaggiamenti impiegati”, aggiunge, precisando che la “Russia ha 48 ore per rispondere”.

“In caso di mancata risposta o di risposta insufficiente o irrilevante, l’Ucraina si rivolgerà alla Russia, e ad altri Paesi firmatari del Documento di Vienna, per convocare una riunione straordinaria in cui la Russia dovrà fornire spiegazioni. “Continueremo a usare tutti gli strumenti diplomatici per garantire la sicurezza dell’Ucraina”, ha quindi concluso Kuleba.

AdnKronos)

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