Agostino Viviani, pittore che veste di cromatismo la natura

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Dipinto di Agostino Viviani “Petali,” olio su tela 35 X 40 cm

Di Giuseppe Firrincieli

Il nostro Tour, alla scoperta dell’arte della pittura, in Sicilia, continua. Oggi, ci inoltriamo nel sud del Val di Noto, fino a Hibla Minor, gioiello ricostruito dopo “U trimuotu granni di l’unnici innaru” del 1693; e proprio in seno a quell’angolo di bellezza barocca, situato più in basso di Tunisi, andiamo a scoprire un dipinto dove l’impasto cromatico emette un grido e dice: “Basta alla violenza sulla natura!!!” Si ci troviamo a constatare un espressionismo astratto, dove “Petali” di fiori emergono, dall’animo dell’autore, in tono esaltante per imbattersi sulla tela con struggente ardore e con tanta voglia di  palpabilità. Il dipinto assume la parte da protagonista per la frastagliata e luccicante espressività coloristica, tanto che la sua carica attrattiva emana persino curiosità per chi lo guarda, come: “Ma si può amare tanto la natura, da provocare incanto persino nei petali delle rose e dei fiori?”.

Negli anni ’50 del secolo scorso, con la fine della seconda guerra mondiale e per gli eventi drammatici accaduti, come l’Olocausto, le Foibe, la sgancio della bomba atomica a Hiroshima, si diffuse un senso di smarrimento nel sociale, persino nelle correnti dell’arte visiva. Ed ecco che nacque un nuovo filone: “L’Espressionismo astratto”. E proprio la suddetta vena espressionista, coinvolse artisti di grido, con l’uso di nuove tecniche pittoriche, volti alla disperata voglia di trasmettere sensazioni umane di riscatto. Ecco che nacque “Action Painting”, ovvero la pittura di azione con Jackoson Pollok, uno dei più importanti artisti americani della gestualità pittorica. Ecco che nacque la tecnica del  Dripping e, proprio Pollok iniziò ad operare smalto opaco e vernice di alluminio, per la voglia di esternare, sulla tela, la propria interiorità. Agostino Viviani sul dipinto “Petali” rimembra il medesimo ardore, rimane concentrato sulla performance fino al suo compimento e avverte anche lui  il punto d’arrivo dell’opera.

L’arte astratta non è molto facile da capire, si può anche odiare, ma quando, gli occhi guardano, ci si entra dentro, la visione cambia; ed ecco che vai a notare la semplicità delle espressioni … anche i cosiddetti “Frattali”. Ma cosa sono i frattali? Nell’arte visiva, parliamo di forme semplici come le linee rette, quadrati, poligoni, pentagoni, esagoni, circonferenze, parabole, sfere, cubi ellissi, come a voler dire che la natura si diverte a giocare con l’uomo. Ancora l’autore dei “petali” ci offre detta influenza d’arte pittorica, addirittura richiamando l’elemento figurativo di Paul Klee, artista svizzero sempre del secolo scorso che si spinse anche nel definire che l’arte è : “non rendere il visibile, ma rende visibile”.

L’ Espressionismo astratto fruga nell’intimo umano, nell’anima, nella natura, alla violenza e persino all’incanto e all’ amore per la vegetazione.

La bravissima recensionista Giovanna Cappuzzello, iblea anch’essa, scrive sui “Petali”, emanando un dolce connubio con l’opera:

“Le  impalpabili ali di seta che,

lievi volteggiano nell’aura rosata di un’aurora brillante,

sono petali fioriti nel giardino dell’anima.

In  un’oasi allietata da carezze di timidi raggi, il sorriso sovrasta ogni nube   e vive l’incanto come metafora della pace, del giusto …”.

Agostino Viviani, artista contemporaneo, nasce a Ibla e vive a Ragusa e ci racconta:

“Da sempre, appassionato d’arte, comincio ad interessarmi alla pittura, all’età di 18 anni. Ho dipinto, olio su tela, i miei primi lavori, miscelando, in quella prima fase pittorica, l’arte figurativa con quella astratta per esternare, con i miei impasti gessosi, le  mie versatilità. Dagli inizi dell’89, mi cimento nell’utilizzo della materia, dando vita a dei “policromi materici. Oggi il mio percorso continua con la “pittura informale”, con riferimento anche all’ ”espressionismo astratto”, dando vita ad un mio personale linguaggio alle opere.

Agostino Viviani ha partecipato a diverse mostre, in Italia e all’estero, anche alla Mostra “Omaggio a Frida”, tenutasi a Roma, Bergamo, Milano, Lucca, Ragusa, Melilli e in Messico.

E’ proprio il caso di esternare ancora, sorpresa delle sorprese, una centrata e sapiente nota, scritta esclusivamente per “La Voce dell’Isola”, pregna di armonia dedicata alla vena pittorica del Viviani:

L’Astrattismo di Agostino Viviani

Di Giovanna Cappuzzello

L’ astrattismo è quanto di più suggestivo

che l’umano estro abbia inventato

per librarsi nel mondo interiore

e nell’evoluzione dell’io,

con l’inconscio intento di conquistare 

quello status di voglia di  libertà;

quella mancanza di assoluta emancipazione

che nega la vita, quasi tutti i dì,

causa, le convenzioni sociali, politiche e morali.

L’artista Viviani si immerge, con alterigia,

negli imperscrutabili  abissi dell’anima,

per sviscerare, prima se stesso e,

poi scorgere la via,

cioè il ritorno verso la realtà oggettiva.

Egli riveste, di immaginifiche visioni,

le sue opere che, mai e poi mai,

appaiono riconducibili a realistiche parvenze.

I punti, le linee, le macchie e i suggelli cromatici

diventano i segni di un nuovo e

originale linguaggio d’arte che nasce …

si evolve pure, lanciando limpidi riflessi,

di un individuo alla ricerca spasmodica

della modalità espressiva.

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