Margherita Rimi: “Il popolo dei bambini”

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Di Salvo Zappulla

Margherita Rimi, poetessa, medico e neuropsichiatra infantile, svolge da anni in Sicilia un’intensa attività per la cura e la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, per la quale ha ricevuto nel 2017 il premio Piersanti Mattarella e un riconoscimento da Unicef Italia. Tra le sue pubblicazioni: Era farsi. Autoantologia 1974-2011 (Marsilio 2012), Nomi di cosa – Nomi di persona (Marsilio 2015). Le voci dei bambini (Mursia 2019). La civiltà dei bambini. Undici poesie inedite e una intervista (Libreria Ticinum 2015) e Una lingua non basta. Contributi su poesia e infanzia (People&Humanities.  Questo saggio pubblicato da Marietti 1820 si propone di esplorare l’universo dei bambini in tutti i suoi aspetti.

 Riconoscere la «civiltà dell’infanzia» è stata una delle conquiste fondamentali della cultura umana. Questo libro si propone di spostare l’attenzione proprio sui bambini, sulle loro caratteristiche e peculiarità – spesso in conflitto con il mondo regolato e impostato dai più grandi – su come e perché si possano definire un “popolo”, depositario di una “civiltà” specifica, di cui il gioco è l’emblema. La riflessione si articola attraverso un dialogo serrato tra le scienze e le arti, in un incontro tra saperi che può illuminare, nella sua insospettabile ricchezza, un patrimonio da rivalutare. L’importanza del gioco e dei giocattoli, la lingua e il linguaggio, il ruolo della lettura. Un bambino non è un contenitore da riempire di nozioni e comportamenti imposti dagli adulti ma va lasciato libero di dare sfogo alla propria creatività e fantasia. Scrivere per loro costituisce un impegno non indifferente.  La letteratura per l’infanzia è un universo particolare, spesso poco considerato ma certamente di grande fascino. Lo scrittore che scrive per i bambini si assume un impegno particolarmente gravoso perché si rivolge a dei soggetti in formazione, a lettori ancora da costruire, ai futuri cittadini di domani. Le fiabe hanno valore terapeutico, aiutano i bambini – e non solo loro –  a superare i momenti di passaggio, le crisi di crescita,  a  rielaborare simbolicamente e risolvere i propri conflitti interiori. La scrittura dedicata ai bambini deve trasmettere una gioiosa magia, una sorta di candida esplosività, anche scombussolando l’ordine delle cose, a rivoltarle, a dimostrare che non esistono verità consacrate, scatenando meccanismi di riflessione e di reazione  nella mente di soggetti in fase evolutiva quali i bambini. Un educatore  ha il dovere di decodificare la loro realtà, tentando di farla capire a un bambino attraverso dei codici adatti a lui, mai con i propri. Fare chiarezza e verità sul bambino rappresenta una sconfitta anche sull’abuso, della violenza, del male. Significa proteggere l’identità dei piccoli.

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