La saga di San Berillo ne “Gli spostati” di Gloriana Orlando

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Di Angelica Ruggeri

La saga di San Berillo, lo storico quartiere catanese raso al suolo per una spietata speculazione edilizia, si è arricchita di un altro capitolo. Chi ha amato i personaggi di “Un inconfessabile segreto”, il romanzo di Gloriana Orlando pubblicato lo scorso anno, seguirà con piacere le nuove avventure di Tina la vedova del farmacista che si è suicidato perché con lo sventramento del quartiere ha perso tutto, di Turi, Sasà e Carmelo, gli amici scunchiuruti del suo defunto marito, della sua amica Mirna, prostituta di lusso diventata baronessa, del di lei marito Nitto e di Tanuccio, il figlio di chissà chi che gli ha portato in dote al momento del matrimonio. Ma la commedia umana di questi personaggi non è affatto una commedia, sotto la maschera di umorismo di stampo pirandelliano si celano amarezze, vite allo sbando, delusioni. Tuttavia la Orlando sa giocare abilmente con i sentimenti, muove i fili delle sue storie con mano sicura, mantenendo un tono medio, senza mai lasciare che la bilancia degli umori penda troppo in direzione della commedia o in quella della tragedia.

Lo sfondo è sempre costituito dalla vicenda infinita dello sventramento dello storico quartiere di San Berillo, al centro della città di Catania, la storia è quella di alcuni dei 15.000 abitanti che, come oggetti, sono stati “spostati” altrove, lontanissimo dal centro dove erano nati e vissuti, dove avevano attività di lavoro o semplicemente affetti, ricordi, legami. Ma non è stata stravolta solo l’esistenza di chi, non possedendo nulla, è finito in mezzo alle sciare di San Leone, in quel millantato quartiere modello che invece si è rivelato un ghetto. Anche chi, essendo benestante, ha potuto acquistare un appartamento nelle zone nuove dove stavano sorgendo palazzi moderni a tanti piani, lungo belle strade piene di negozi eleganti, si è trovato privato di una parte importante della propria vita, e ha finito per condividere la sorte degli “spostati” per quel senso di lacerazione che si è portato dentro anche nei nuovi quartieri che sorgevano in ogni dove, grazie al boom edilizio che ha cambiato il volto della città negli anni Sessanta. Come nel precedente romanzo la narrazione comincia in modo tragico, dinanzi al cadavere di un giovane ucciso in una strada buia del vecchio San Berillo.

Poi la vicenda, a partire dal capitolo successivo sembra prendere una strada differente, tanto che ci dimentichiamo di esserci imbattuti in Cosimo Gibelli, steso a terra in un lago di sangue. Con grande maestria la Orlando riprende le fila della narrazione in modo che il lettore, o perché non ricorda bene le vicende dei personaggi del romanzo precedente, o perché non lo ha letto, possa inserirsi agevolmente nella loro storia.

Lo schema di “Un inconfessabile segreto” è mantenuto anche per la scansione dei capitoli introdotti sempre da un proverbio siciliano che ne anticipa il contenuto. 

Torna anche la lunga digressione che, apparentemente, interrompe la narrazione per portarci nella Roma degli anni Trenta in cui Carmelo fa il suo apprendistato di giornalista, prima di farsi fagocitare nuovamente dalla vita della provincia e dall’abulia di chiara matrice brancatiana in cui lo attira la madre con le sue cene a base di pisci d’ovu e caliceddi e le sieste che con la frescura della penombra garantita dalle cassine abbassate. Seguendo le vicende esistenziali degli “spostati” la Orlando pian piano ci guida fino al punto da cui era partita la storia, l’omicidio di Cosimo Gibelli, piccolo delinquente di quartiere, soprannominato Peri Peri e rimasto nella memoria della fantasia popolare perché tutte le prostitute del quartiere, in segno di lutto, chiusero le loro porte e non lavorarono per 24 ore.

“Gli spostati”

Algra Editore

2021

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