Confcommercio Sicilia: “Green pass per negozi? Improprio ruolo controllo”

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Ancora nessuna misura di sostegno per imprese colpite da recrudescenza pandemia

“Le nuove disposizioni estendono l’obbligo di green pass ordinario anche per l’accesso a tutte le attività commerciali, fatte salve le ‘eccezioni’ che saranno individuate per il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona. Ci preoccupiamo del fatto che sarà necessario contenere l’impatto organizzativo di un improprio ruolo di controllo e verifica da parte degli esercenti. Viene altresì riproposto il problema, che è stato già sperimentato, della concreta individuazione delle ‘eccezioni’ e delle ‘esigenze essenziali e primarie’ con il connesso rischio di scelte contraddittorie o discriminanti”. A dirlo è il presidente regionale di Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, a proposito delle nuove misure per arginare il contagio predisposte dal Governo Draghi che prevedono, tra l’altro, l’estensione dell’obbligo di green pass per accedere alle attività di servizio alle persone.  

“Tutto ciò si sta consumando senza che siano state ancora predisposte misure di sostegno per le imprese colpite dalla recrudescenza della pandemia – prosegue -, a partire dalle imprese della filiera del turismo e dall’esigenza di un nuovo ciclo di ‘cassa Covid’ con efficacia retroattiva dal primo gennaio. Confcommercio Sicilia ha la consapevolezza che si tratta di una scelta che risponde alla necessità di contrastare la diffusione dei contagi e che, come avevamo richiesto a seguito delle chiusure dello scorso anno, evita anche nuove chiusure alle nostre attività”.

“L’esempio dei negozi di abbigliamento, calzature e pelletterie che hanno subito la chiusura forzata durante i precedenti lockdown per ben 138 giorni, pari al 35 per cento della loro capacità lavorativa, senza peraltro ottenere alcun tipo di attenzione, è sintomatico considerato che hanno dovuto ricorrere a politiche di riduzione dei prezzi per non avere troppe rimanenze nei magazzini. Per questo, serve attenzione a un settore già gravemente compromesso e che stenta a ripartire – conclude Manenti -. Chiediamo crediti d’imposta per le giacenze di magazzino del commercio moda, ad oggi inspiegabilmente concessi esclusivamente all’industria della moda”.

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