Nuove scoperte archeologiche nel territorio di Motta Camastra

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Di Gaetano Consalvo

   L’antica valle dell’Akesines così chiamata dai greci , ed in seguito dagli arabi Alcantara  (Il Ponte) ,  sembra essersi rivelata in questi ultimi tempi un vero scrigno di preziose scoperte archeologiche. In particolare, tutto il corso del fiume sin dalla preistoria è stato notevolmente antropizzato. Tantissime le testimonianze, emerse di recente, della presenza umana: la notevole mole di  reperti e siti è riconducibile alle più importanti civiltà del passato .

Ovidio descriveva nelle “Metamorfosi” il pastorello Aci – da cui ha origine il nome del fiume – figlio di Fauno e della ninfa Simetide (fiume Simeto): era un giovinetto bellissimo che si innamorò della ninfa Galatea, una delle cinquanta nereidi che abitavano il mare. Polifemo, anch’egli innamorato di Galatea, accecato dalla gelosia, scaglia un enorme masso contro il pastorello Aci e lo uccide schiacciandogli il cuore dal quale sgorga uno zampillo di sangue.

Dopo la terribile tragedia, per intercessione delle ninfe, il sangue sgorgato viene trasformato dagli Dei dell’Olimpo in un fiume che prenderà il nome del pastorello, Akesines, venerato come una divinità.

Dalle nostre recenti ricerche intraprese con la collaborazione dell’Istituto per la Cultura Siciliana , dall’Università di Catania e dal Gruppo ricerche nel Val Demone, oltre all’area di Grotta Paglia già ampiamente conosciuta e nonostante il periodo invernale di pausa delle attività, siamo riusciti ad individuare numerose altri siti interessanti nel territorio di Motta Camastra.

Giuseppe Tizzone, noto esperto ed appassionato di archeologia, così ha interpretato i recenti rinvenimenti: “In questo sito è visibile una misteriosa scalinata che porta verso il vertice di una roccia, come se andasse verso il cielo. Un’altra conformazione, forse naturale, richiama quello che nel neolitico poteva essere una Venere gravida? Una roccia con un rifugio o altro con un foro all’apice che fa pensare ad un puntatore solare: il tutto si potrebbe collocare all’interno del culto della dea Madre Terra, del Femminile e della fecondità, alla rinnovata capacità della donna di poter dar seguito alla vita”.

Con l’intento di poter far luce sulla straordinaria storia millenaria di questo territorio, ritorneremo con le escursioni che saranno effettuate all’inizio della primavera, a cercare di dare una giusta valorizzazione alla nostra terra, sicuramente mettendo in luce altri ritrovamenti preziosi che potranno contribuire a ricomporre il mosaico storico di queste contrade

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