“Parlamento italiano studi fenomeno oggetti volanti non identificati”

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Il Centro Ufologico Nazionale e Il Consiglio della Federazione Internazionale di Studi Avanzati chiedono che l’Italia adotti “misure per lo studio, analisi e scambio dati sugli oggetti/fenomeni aerei non identificati coinvolgendo enti militari e di intelligence, enti preposti alla sicurezza del volo, enti scientifici nonché associazioni di studio private”.

“Nell’ambiente politico-militare degli Stati Uniti -rilevano Roberto Pinotti, presidente del Cun e Vladimiro Bibolotti, presidente del Cifas- continua a passo spedito il processo di messa a punto di misure per il monitoraggio e studio della fenomenologia degli oggetti/fenomeni volanti non identificati (Uap). Ultimissima notizia in questo settore è la costituzione in ambito militare dell’Airborne Object Identification and Management Synchronization Group, destinato ad assumere in pianta stabile le funzioni di monitoraggio, studio e analisi sugli Uap fino ad ora svolte in maniera temporanea dalla Uap Task Force, ampliandone per di più in modo significativo lo spettro d’azione con il coinvolgimento di paesi amici e partner degli Usa. Tali misure dimostrano come negli Stati Uniti il fenomeno Uap sia ormai preso in seria e concreta considerazione a livello istituzionale per quanto concerne la sicurezza nazionale, la sicurezza del volo e gli aspetti scientifico-tecnologici”.

Il Cun ed il Cifas chiedono quindi “che l’Italia, sia in qualità di membro della Nato che in considerazione degli aspetti attinenti alla propria sicurezza nazionale e sviluppo scientifico-tecnologico, adotti misure per lo studio, analisi e scambio dati sugli oggetti/fenomeni aerei non identificati coinvolgendo enti militari e di intelligence, enti preposti alla sicurezza del volo, enti scientifici nonché associazioni di studio private come Cun e Cifas. Dopo oltre 43 anni dall’incarico assegnato nel 1978 al Reparto Generale Sicurezza dello Stato Maggiore Aeronautica di raccogliere statisticamente i dati sugli avvistamenti Ufo, il Cun e il Cifas ritengono sia giunto il momento che il Parlamento si faccia interprete di un significativo passo in avanti nell’interesse dell’intero sistema-Paese”.

Ufo, un milione di casi documentati dal 1947 ad oggi

In 70 anni, dal 1947 che è considerato l’anno di nascita dell’ufologia ‘moderna’, sono un milione i casi di avvistamento documentati, 200mila dei quali di fonte istituzionale, compresi quelli della Royal Air Force britannica e del Kgb sovietico. Si contano poi oltre 12 mila dossier ufficiali dei militari statunitensi, più di 700 dei quali rimasti senza un’origine certa. Sono 1700, invece, i dossier agli atti dello stato francese raccolti dal 1977, il 28% dei quali resta ugualmente inspiegato. Circa 500 i casi tuttora senza una spiegazione certa registrati in Italia dal Reparto Generale Sicurezza dell’Aeronautica Militare, mentre il Cun, Centro Ufologico Nazionale, ha agli atti oltre 12 mila rapporti.

Nessuno ormai osa più dire che il fenomeno non è reale. Anzi -rilevano dal Cun – perfino la Chiesa Cattolica ha significativamente tradotto nella sua lingua ufficiale, il latino, la sigla UFO (Unidentified Flying Objects, oggetti volanti non identificati): Res Inexplicata Volans”. Se ne parla tra oggi e domani al 25° Simposio Mondiale sugli Ufo, annualmente organizzato dal Centro Ufologico Nazionale a San Marino fin dal 1993.L’organizzatore, il sociologo e giornalista aerospaziale Roberto Pinotti, presenterà il suo libro fotografico ‘Ufo: fra occhio e obiettivo’ (ed. Peruzzo), raccolta in oltre 400 pagine di più di 500 istantanee di oggetti volanti non identificati da tutto il mondo. Raccontate, analizzate, raffrontate. E’ la storia distaccata di un fenomeno visivo che dura da 7 decenni.

Nei primi 50 anni (1947-1997) erano state raccolte circa 2000 fotografie, ma negli ultimi 20 anni, grazie alla foto digitale e ai telefonini diffusi a livello planetario, ne sono saltate fuori altre 8 mila, con una crescita numerica esponenziale. Già, ma quali sono quelle autentiche? Le falsificazioni accertate sia nei primi 50 anni che negli ultimi 20 restano in effetti nell’ordine del 10 per cento, mentre il resto documenta i casi che non trovano spiegazione logica o scientifica.

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