Da qui all’eternit

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Di Salvo Zappulla

I romanzi di Giorgio Bona riescono sempre ad appassionarmi e a coinvolgermi emotivamente, per il loro impegno sociale, per la grande carica umana, per i valori e le denunce che contengono. E non è poco di questi tempi. Niente a che fare con la letteratura di genere che ha il solo scopo di intrattenere il lettore qualche ora e, soprattutto, fare cassetta. In piena sintonia con l’editore.  

Scritturapura ha nel suo catalogo scrittori stranieri spesso censurati nei loro Paesi.  “Da qui all’eternit”, questo nuovo romanzo di Giorgio affronta il tema delicatissimo dell’amianto e della strage che ha causato a Casale Monferrato centinaia di vittime. Una località piemontese ricca di bellezze storiche e artistiche, contornata da piacevolissime colline e poi a settentrione dalle risaie.  Non un romanzo dedicato al microcosmo della provincia ma dai temi globali, in quanto la stessa industria ha prodotto uguali tragedie in altre città d’Italia e all’estero. (La Fibronit di Bari, la Fincantieri di Monfalcone).

Qui, in Sicilia, nel siracusano, ne sappiamo qualcosa grazie all’Eternit. La polvere malefica, la fibra minerale che si deposita nei polmoni causando l’asbetosi, mesotelioma pleurico, un cancro che non concede scampo. Territori devastati per una manciata di posti di lavoro, operai costretti a scegliere se morire di fame o morire di cancro. Forse morire a pancia piena è più dignitoso? E se i residui della lavorazione vengono scaricati in mare o il vento sparge la polvere nelle zone circostanti, il fenomeno non riguarda più solo gli operai che lavorano dentro la fabbrica ma l’intera collettività. Il lavoro deve essere al servizio dell’uomo e non il contrario.

Nel suo libro Bona cita le parole di Alfredo Maccaccaro, biologo e patriota: L’uomo va sempre e comunque difeso e l’onere della prova sta tutto e sempre a carico di chi le cose le produce e le immette nei manufatti ad uso umano, nell’ambiente di vita e, in particolare, di lavoro. La vita dell’uomo va difesa non soltanto dai danni, ma anche dai rischi, va riparata dai colpi, ma anche preservata dalle ombre se queste proiettano una minaccia di malattia o di morte.  

Un romanzo breve di 150 pagine nel quale è concentrata la storia di un paese e dei suoi personaggi: il sindaco Sodano, come un novello Davide, che osa sfidare i giganti della finanza emettendo un’ordinanza di chiusura della fabbrica. Commovente la figura tratteggiata di questo personaggio, uomo vero, rappresentante delle istituzioni, lontano dai compromessi, a cui interessa soltanto il benessere dei suoi concittadini. Così come quella del sindacalista che non arretra di fronte al potere e alle minacce della controparte. Ancor di più la storia del ragazzo, uno sportivo che sognava di andare alle Olimpiadi, vanto e speranza dell’intero paese, anche lui stroncato dalla malefica polvere. Sogni di essere umani infranti da padroni senza scrupoli interessati solo al profitto.

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