Tre weekend per “Le vie dei tesori” a Erice

Condividi questo articolo?

Nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato  Daniela Toscano, sindaca del Comune di Erice, Rossella Cosentino, assessora al Turismo del Comune di Erice, Laura Anello e Marcello Barbaro, rispettivamente presidente e vicepresidente della Fondazione Le Vie dei Tesori è stata presentata l’edizione gioiello de Le Vie dei Tesori a Erice, iniziata questo weekend. Il sabato e la domenica, fino al 17 ottobre Erice proporrà visite, passeggiate, esperienze, degustazioni.

Tra i sette luoghi, occhi puntati sugli affreschi inaspettati di Casa Santa Sales; sui particolari gotico-chiaramontani della chiesa del Carmine, chiusa per decenni; sulla collezione della Salerniana e sul Regio presepe minuzioso che ricrea il borgo settecentesco; la roccaforte militare e la torretta intellettuale, fino all’istituto internazionale che studia i terremoti, unico nel suo genere. Tutto sull’onda del nuovo claim de Le Vie dei Tesori, ovvero La bellezza in mostra: una frase che è quasi un passaporto per riappropriarsi del territorio, dei suoi tesori pronti a farsi amare. E che si ritrova nella nuova immagine-simbolo del festival, colorata, pop, veloce e leggera.

LE VIE DEI TESORI A ERICE. 

L’iniziativa, organizzata dal Comune di Erice e dalla Pro Loco, ha ricevuto il patrocinio oneroso dell’Associazione “I Borghi più belli d’Italia”.Partner dell’iniziativa: Fondazione Erice Arte, Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana, La Montagna del Signore, Ordine dei Carmelitani, Kleos cooperativa, La Salerniana, Cai (Club Alpino Italiano) di Erice, Gruppo Archeologico Erykinon, La Strada del Vino Erice Doc,  Istituto Alberghiero “Ignazio e Vincenzo Florio”,  Istituto tecnico “Sciascia e Bufalino” e i laboratori di artigianato artistico ericino.

Si parte da Casa Santa Sales, l’ex ritiro spirituale settecentesco che nasconde al suo interno affreschi sconosciuti; la gotica chiesa del Carmine, parte del complesso dei Carmelitani, con il suo portale del XV secolo e una copia in maiolica dell’Annunciazione di Antonello Gagini. La chiesa di San Pietro, che ospita al momento una mostra temporanea delle opere d’arte della Salerniana: opere di arte contemporanea in stretto colloquiocon gli arredi liturgici, gli ex voto, le statuine del presepe settecentesco in cartapesta. Un altro presepe, di certo molto più imponente, è quello di Jaemy Callari e Roberta Fontana che hanno disegnato uno scorcio di vita quotidiana della Erice settecentesca, popolato da personaggi in terracotta e cera, sia statici che in movimento, che riproducono mestieri e tradizioni. Il Quartiere Spagnolo, a dispetto del nome, è una robusta struttura militare arrampicata su uno sperone roccioso da cui domina il Mar Tirreno: non fu mai completata del tutto, mentre la Torretta Pepoli, nata “libera” ed eclettica, divenne un circolo intellettuale attorno al conte Agostino Pepoli. Si chiude con la Rete sismica “Alberto Gabriele”, fondata da Antonino Zichichi nei primi anni ’80 nell’antico Monastero di San Rocco. Qui, grazie ad una rete di sensori, si possono determinare in pochi secondi, l’intensità di un terremoto e il suo epicentro, permettendo un intervento immediato.

LE PASSEGGIATE E L’ESPERIENZA

Le passeggiate de Le Vie dei Tesori – uno dei progetti più amati dal pubblico, costruite con le associazioni del territorio – a Erice saranno quattro. Lungo un sentiero del CAI, detto del “piede del diavolo” si raggiungerà la Torretta Pepoli; il Gruppo Archeologico Erykinon farà scoprire le mura elimo puniche; un percorso storico culturale si snoderà all’interno dei giardini del Balio e tra i busti degli uomini illustri ericini con il racconto di Salvatore Denaro. Un itinerario tra scienza e poesia in compagnia di Pietro Pedone. Ed ancora alla scoperta dei laboratori di artigianato artistico più autentico, accompagnati dalla Cooperativa Kleos e dagli studenti dell’ Istituto Tecnico “Sciascia e Bufalino” che accoglieranno i visitatori, faranno interviste agli artigiani sulle caratteristiche del loro mestiere, avvalendosi delle nuove tecnologie digitali. Oppure si potrà andare “a lezione” dagli aspiranti sommelier, gli allievi dell’ Istituto Alberghiero “Ignazio e Vincenzo Florio” che spiegheranno sentori e retrogusto di cinque nettari proposti della Strada del vino Erice DOC. Da prenotare su www.leviedeitesori.com.

COME PARTECIPARE

Per partecipare a Le Vie dei Tesori basta acquisire il coupon per l’ingresso con visita guidata sul www.leviedeitesori.it o negli infopoint allestiti durante il Festival in ogni città. Un coupon da 18 euro è valido per 10 visite, da 10 euro per 4 visite e da 3 euro è valido per un singolo ingresso. Per le passeggiate è previsto un coupon da 6 euro. Per le esperienze, i coupon sono di valore variabile. Consigliata la prenotazione on line su www.leviedeitesori.com. A chi prenoterà verrà inviata per mail una pagina con un codice QR con giorno/orario di prenotazione da mostrare all’ingresso dei luoghi sul proprio smartphone o stampata. In alternativa, ci si può presentare direttamente all’ingresso dei luoghi mostrando  la pagina con il codice QR ricevuta via mail al momento dell’acquisto, ma si entrerà soltanto se ci sono posti disponibili. I coupon non sono personali e possono essere utilizzati da più visitatori, anche simultaneamente e in posti diversi, fino a esaurimento del loro valore. Per chi è sprovvisto del coupon “multiplo” saranno disponibili nei luoghi solo ticket da 3 euro. Le scuole o i gruppi organizzati possono scrivere a prenotazioni@leviedeitesori.it.

IL PERCORSO

  1. Casa Santa di Sales

L’ex ritiro spirituale

straordinariamente affrescato

Tra il 1742 e il 1762 venne realizzato nei locali attigui alla chiesa di San Cataldo, un piccolo oratorio chiamato “Casa Santa di San Francesco di Sales”, voluta da un benefattore ericino, il sacerdote Giovanni Curatolo, adoperata originariamente come luogo di ritiro spirituale per sacerdoti, religiosi e laici. La particolarità di questo oratorio sta nella presenza di una notevole decorazione pittorica che si trova al suo interno, un tesoro che si rivela solo a chi decide di entrare all’interno dell’edificio.Entrando ci si trova quindi immersi in uno spazio surreale che avvolge il visitatore: assolutamente da non perdere è lo splendido affresco settecentesco di Domenico La Bruna che, dalle pareti e con finti stucchi che risaltano sul blu della decorazione, raggiunge l’apice sulla volta.

Piazza S. Cataldo, 18/22

Visite:sabato e domenica dalle 10 alle 17.40

  • Chiesa del Carmine

La chiesa gotica

chiusa per decenni

La chiesa del Carmine fa parte del complesso dei Carmelitani che si affaccia, appunto, sulla piazza del 1423, nata per il volere dell’Arciprete della chiesa Madre, Bernardo Militari. Presenta sul prospetto principale particolari architettonici originari, un’apertura a bifore, una cornice gotico-chiaramontana e il portale del XV secolo. La chiesa viene restaurata nel corso del 1800 ma rimane chiusa al culto per parecchi decenni, nascondendo i suoi caratteri gotici. Seppur spogliata degli arredi, conserva ancora sull’altare centrale la statua della Madonna del Carmelo, e l’effigie di Sant’ Alberto realizzata da Giovanni Travaglia nel 1670; e nella seconda cappella di destra una copia in maiolica dell’Annunciazione di Antonello Gagini.

Piazza Carmine

Visite:domenica dalle 10 alle 17.40

  • Chiesa di San Pietro – La Salerniana

Arte contemporanea in dialogo con la chiesa

“Arte contemporanea. In sagrestia” racchiude opere provenienti dalla collezione de La Salerniana ospitata nel Palazzo della Vicaria di Trapani. La mostra è allestita proprionella sagrestia della chiesa di San Pietro,edificata nella seconda metà del ‘300 e ricostruita nel 1745 su progetto dell’architetto trapanese Giovanni Biagio Amico, in parte nei locali dell’ex monastero delle Clarisse.Le opere si intrecciano agli ambienti ecclesiali meno visibili e visitabili, e dialogano con gli arredi liturgici e le suppellettili, i manufatti devozionali, dipinti, statuine presepiali in cartapesta del ‘700 e stupende ceroplastiche. C’è il tentativo di estrarre significati puri e senza orpelli, avviando un colloquio altro, lungo i sedimenti storici.

Via Gian Filippo Guarnotti, 52

Visite: sabato 9,16 e domenica 10, 17 dalle 10 alle 12.40 e dalle 16 alle 17.40

  • Erice in miniatura

Il Regio presepe meccanico

che racconta il borgo del ‘700

Il Regio presepe monumentale meccanico, realizzato da JaemyCallari e Roberta Fontana secondo l’antica tradizione siciliana, ripercorre le tappe della Natività, ricreando uno scorcio di vita quotidiana della Erice settecentesca. Il presepe è popolato da personaggi in terracotta e cera, sia statici che in movimento, che riproducono mestieri e tradizioni tramandate nel tempo; ma anche paesaggi e scorci caratteristici del borgo medievale ricostruiti fedelmente. La scenografia presepiale è un mansionario di tecniche di costruzione, a partire dall’antica ceroplastica, diffusa in Sicilia tra Seicento e Ottocento. Nel Regio Presepe vengono ricostruiti in maniera artigianale, i meccanismi ancora oggi, utilizzati all’interno della struttura dell’organo a canne.

Via Dott. Vultaggio, 12

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 17.40

  • Quartiere spagnolo

La roccaforte militare

nata dal “diritto di posata”

Su uno sperone roccioso da cui domina il Mar Tirreno, sorge la robusta struttura del Quartiere Spagnolo, fortino destinato alla guarnigione dei soldati, la cui costruzione iniziò nel XVII secolo ma non fu mai finita. Era il periodo del cosiddetto “diritto di posata”: gli ericini dovevano provvedere, autotassandosi, al sostentamento dei soldati che controllavanoil territorio. Nei primi anni dal XVII secolo, per ragioni ignote cessarono i lavori di costruzione, e la roccaforte venne abbandonata, tanto che i soldati furono costretti ad occupare le stanze del Castello Normanno.La struttura, completato un lungo restauro nel 2005, ospita oggi la sezione etnoantropologica del museo “Antonio Cordici”. Esposte le opere di Vita Catalano al piano terra e di Lorenzo Di Vittorio al primo piano.

Via Piscina Apollinis

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 17.40

  • Rete sismica Alberto Gabriele

L’istituto internazionale

che studia i terremoti

La Rete Sismica di Erice è stata fondata da Antonino Zichichi nei primi anni ’80. Situata nell’antico Monastero di San Rocco (ora Istituto IsidorIsaacRabi), inizia la sua attività con l’installazione dei primi due sismografi Wiechert a componente orizzontale e verticale. Seguì lo sviluppo della Rete sismica con l’installazione di moderni sismometri. La rete sismica “Alberto Gabriele” permetteva non solo il controllo dei terremoti ma anche degli esperimenti nucleari sotterranei.Grazie a questa rete di sensori, si possono determinare in pochi secondi, l’intensità di un evento sismico e il suo epicentro, permettendo un intervento più immediato e preciso per le attività di soccorso. Questi dati vengono anche trasmessi agli istituti scientifici italiani e stranieri.

Via Guarnotti

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 17.40

  • Torretta Pepoli

Il circolo intellettuale

del conte Pepoli

Un edificio eclettico, dalle forme liberty, costruito dal conte Agostino Pepoli nel 1870: la torre, totalmente rivestita da vetrate, è decorata da piastrelle di ceramica bianche e nere che richiamano lo stemma dei Pepoli. Distribuita su tre livelli, non è ben chiara la destinazione degli ambienti interni, ma hanno una bella pavimentazione in maiolica di manifattura ericina, rifacimento dell’originale. Le finestre sul corpo centrale e la torre circolare, guardano alle Torri del Balio. La torretta, utilizzata dal conte come luogo di studi ed incontri con letterati del periodo, era unita alle torri sovrastanti tramite un piccolo sentiero che giungeva davanti a una porta nascosta dagli alberi. E’ stata minuziosamente restaurata nel 2014. Visitabile una mostra fotografica di Patrizia Galia.

Giardino del Balio

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 17.40

PASSEGGIATE

  1. Lungo i sentieri CAI della montagna di Erice

Il percorso avrà inizio a Porta Trapani e proseguirà sul versante occidentale lungo il sentiero delle mura, per Porta Carmine sino a Porta Spada. Dal sentiero del “piede del diavolo”, superando il cimitero ebraico, si arriverà al Quartiere spagnolo, scoprendo i resti di Porta Castellammare e della antica cinta muraria. Sul sentiero Italia CAI, attraverso la macchia mediterranea si giunge a Torretta Pepoli.

Raduno: porta Trapani

Domenica 10 ottobre alle 9.30

2, Giardini del Balio, viva la macchia mediterranea

Nella storia trimillenaria della città di Erice, che trova riscontro nelle strutture ed opere che la popolano, si sistemano comodamente i giardini del Balio, uno dei più importanti monumenti ambientali del territorio; le aiuole sono circondate da folti siepi e la vegetazione è costituita prevalentemente da macchia mediterranea, tra pini, cipressi, frassini, mandorli e lecci. I giardini furono recuperati dal Conte Agostino Pepoli  a fine XIX secolo.

Raduno:Giardini Balio (scalinata da via Conte A. Pepoli)

Sabato 16 ottobre alle 19

a cura del Dott. Salvatore Denaro e del Dott. Pietro Pedone

3. Vivere tra le Botteghe Artigianali

Tra le vie del borgo antico, si scoprono caratteristiche botteghe artigiane di ceramica e di tappeti, divenute ormai punto d’attrazione per i visitatori. In una passeggiata esperienziale che si snoderà nel contesto medievale sarà possibile apprendere dalla voce degli stessi “artisti”, le tecniche di lavorazione, i metodi e la tradizione di una perizia assolutamente centenaria

Raduno: Porta Trapani

Sabato 9 alle 10:30-12:30

Potrebbe interessarti

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.