Alessandro Scordi: l’amore per il sapere e il suo presente ai vertici dell’enogastronomia siciliana

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“Sono una persona che ha deciso di investire tutto il suo tempo per sé stesso scoprendo poi che esce anche il mio profondo altruismo che mi porta a donare agli altri qualcosa di importante che io già possiedo”

di Anna Studiale

L’amore per il proprio lavoro e la scelta costante di mettersi in gioco in esperienze significative. Sono queste le parole con le quali si può presentare Alessandro Scordi, quarantenne originario di Palermo, personalità particolarmente eclettica con diverse passioni ed interessi che oggi rappresenta, per tanti motivi, uno dei vertici dell’interessante universo dell’enogastronomia siciliana e anche nazionale. La sua è una storia di vita esemplare poiché testimonia come il coraggio di mettersi in gioco, la passione per lo studio ed il sapere, la motivazione a dare il massimo nelle cose che si amano e sulle quali si sceglie di investire la propria vita, conducono a traguardi importanti oltre ad aiutare a dare più di un senso a una quotidianità per molti monotona e poco appagante.

Alessandro ha una laurea in ingegneria informatica, svolge una mansione di grande responsabilità all’interno di una famosa azienda di telefonia italiana ma, soprattutto, oggi è un affermato chef esperto nel settore della panificazione.

“A distanza di pochi mesi dalla mia laurea ho capito che il settore dell’ingegneria informatica era già troppo inflazionato, non volevo più investirvi in quanto non vi vedevo più un mio futuro. Ma, al contempo, avevo anche la passione per la cucina che mi ha portato ad intraprendere diversi corsi tra cui quello di pizzaiolo diventando anche istruttore ed a questo ho scelto di approfondire le mie conoscenze di alcune materie tra cui la chimica generale e la chimica organica, materie già studiate all’università, integrandole con altre di medicina” racconta Alessandro non senza sottolineare che “ho studiato per molti versi da autodidatta ma anche apprendendo da esperti come Piergiorgio Giorilli, Josep Pascual ed Ezio Marinato tutto quello che riguarda la ristorazione e privilegiandone l’approccio scientifico”. È stata questa la genesi del suo percorso all’interno di un universo molto affascinante ma altrettanto complesso qual è quello dell’enogastronomia, un mondo in continua e celere trasformazione a cui si è avvicinato non senza, però, perdere quello che è il suo approccio sistemico e scientifico, proprio della sua formazione ingegneristica.

È anche reduce da una tre giorni molto significativa, quella del 12, 13 e 14 ottobre scorso, che si è tenuta a Palermo presso la MAG- Master Academy Galvagno un corso in cui Alessandro ha apportato la sua consulenza tecnica per quello che concerne le tecniche di maturazione e digeribilità degli alimenti unite alla teoria della panificazione applicate alla rosticceria siciliana definita, non a caso, “d’autore”, affiancando il maestro Francesco Palumbo. Si è trattato di un’esperienza che non solo ha confermato il bisogno che chi lavora in questo specifico settore gastronomico sente forte il desiderio di formarsi in una maniera più scientifica e strutturata, cifra ne è stato il numero massimo di partecipanti che vi hanno preso parte, ma per Alessandro ha significato anche una prova che la strada da egli ha intrapreso all’interno di questo settore è quella giusta: “Sono soddisfatto della riuscita di questo corso che ha visto anche la presenza di Francesca Maggio che, assieme a Luca Montersino, in Piemonte, hanno formato negli ultimi tempi i migliori pasticceri italiani e francesi ma, ad ogni modo, tutta l’aula possedeva delle spiccate competenze; a questo devo anche sottolineare il prestigio del nuovo direttore della MAG, Giuseppe Amato, pasticcere molto conosciuto in ambito internazionale a cui si aggiunge un mio bilancio personale positivo che  mi porta ad essere particolarmente soddisfatto dei risultati raggiunti nel corso delle tre giorni”.

Quando parla di quest’esperienza Alessandro mantiene quell’equilibrio e compostezza caratteristiche di chi è consapevole del proprio valore, potenzialità professionali ed anche umane proprie di chi sa rapportarsi all’ “altro” con semplicità e immediatezza.

Alle spalle, però, egli ha una esperienza ventennale nel campo della formazione, percorso che lo vede coinvolto anche nel settore della ristorazione negli ultimi cinque anni, universo nel quale si sente appagato ma che gli permette anche di avere la “presa diretta” su quello che è il presente dell’enogastronomia siciliana a proposito della quale mostra di possedere idee molto chiare: “In Sicilia abbiamo la fortuna di avere delle materie prime d’eccellenza ma per quello che riguarda l’organizzazione il ristoratore medio non è un manager e poco capisce su quello che è, nei fatti, il mercato della ristorazione per cui vi è una tendenza diffusa all’improvvisazione ed anche all’approssimazione oltre che a sottopagare e a sfruttare i dipendenti cosa che, nei fatti, si può ripercuotere contro l’andamento positivo della sua attività”.

Ma Alessandro mostra molta consapevolezza anche quando ci si sposta ai piatti, “per entusiasmarmi deve avere la capacità di stimolarmi i cinque sensi”. Nei fatti egli non ama nemmeno definirsi chef e questo nonostante i tanti riconoscimenti che gli sono già stati conferiti tra i quali, due anni fa, il prestigiosissimo Chef Rotisseurs.

“Sono entrato all’interno della Chaine tramite delle reti conoscenze che mi hanno valutato positivamente; si tratta di un riconoscimento importante perché è la più antica associazione mondiale di gastronomia all’interno della quale figurano, tra gli altri, Heinz Beck e Antonino Cannavacciuolo. Per me ciò ha rappresentato la possibilità di entrare a far parte di una famiglia, io non mi entusiasmo per queste cose ma preferisco essere ammirato non per i titoli che ho ma da quello che dico, per come lo dico e da quello che lascio alle persone con le quali mi relaziono. Quello per me è il più importante riconoscimento, vedere felici le persone che vogliono imparare dai miei corsi e dalle mie consulenze”.

Nemmeno la sua scelta di prediligere tutto ciò che ruota attorno al pane è casuale: “Ho scelto di occuparmi di tutto l’universo che attinge al pane per via dell’approccio spirituale che si può avere con uno alimento che è tra i primi di cui si è servito l’uomo sin dagli albori della civiltà” ed a proposito di quello che è il presente della cucina italiana aggiunge, “per ciò che riguarda il mio punto di vista bisognerebbe ritornare un po’ al passato e seguire maggiormente la stagionalità dei prodotti oltre ad una migliore collaborazione con i produttori a “chilometro zero” nella ristorazione, tendenza, tra l’altro, già in atto anche in Sicilia. Tutto a ciò a garanzia della salute del consumatore. Io credo che, in fondo, il futuro della ristorazione oggi risieda nella cucina etica consistente nell’utilizzo delle tecniche moderne che permettono la riduzione degli scarti alimentari”.

Oggi il presente di Alessandro lo sintetizza egli stesso: “Sono una persona che ha deciso di investire tutto il suo tempo per sé stesso, in modo quasi egoistico, scoprendo poi che, in realtà, esce anche il profondo altruismo che mi porta a donare agli altri qualcosa di importante che io già possiedo”.

Noi crediamo che la più bella forma di altruismo sia esattamente questa ed Alessandro con la sua storia esemplare ci fa ben sperare per il futuro, e non solo dell’enogastronomia italiana.

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