Acquacoltura, prospettive di sviluppo in Sicilia

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La produzione dell’avannotto in Sicilia è un settore in crescita. Soltanto nel primo anno di attività dell’Organizzazione Produttori Sicilia sono stati prodotti 60 milioni di avannotti. È questo il dato che è emerso durante l’incontro tenutosi presso lo stand del Dipartimento della pesca a “Blue Sea Land”, la kermesse in corso a Mazara del Vallo. Il meeting è servito per fare il resoconto del primo anno di attività dell’Organizzazione Produttori nata in Sicilia nell’ottobre 2020. L’OP mette insieme le aziende “L’Avannotteria” di Petrosino e “Acqua azzurra” di Porto Palo di Capo Passero, le uniche due realtà produttive di avannotto attualmente in Sicilia. Si tratta di due realtà di 9 ettari ciascuna dove avviene il ciclo completo di produzione di orate, spigole e ombrine: dalla riproduzione alla fase di svezzamento nell’arco di 18 mesi. Gli avannotti vengono poi immessi negli impianti di acquacoltura. 

 Quello dell’acquacoltura è un settore in via di sviluppo e, di conseguenza, anche la produzione degli avannotti. I numeri della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) parlano chiaro: il 50% del pesce sul mercato mondiale proviene da impianti di acquacoltura. In prospettiva, nel 2030, la percentuale potrebbe raggiungere il 75%. Da qui le prospettive di sviluppo anche per gli impianti di produzione dell’avannotto, dove punta l’attenzione anche il mondo scientifico. «L’obiettivo è offrire un prodotto sempre più di qualità – spiega Libero Di Paola, consigliere dell’OP – ecco perché sarà avviato uno studio sulla genetica degli avannotti che ci consentirà di monitorare con attenzione l’intero ciclo di produzione».

«L’acquacoltura non può assolutamente considerarsi un settore in concorrenza con la pesca praticata dalle marinerie siciliane nel Mediterraneo – ha detto Giovanni Basciano, Presidente del Centro di competenza distrettuale – la vera concorrenza è rappresentata dall’importazione di pesce proveniente da Paesi lontani. Il pescato delle nostre marinerie non può certamente soddisfare l’intera domanda che proviene dal mercato e, quindi, l’acquacoltura rappresenta un ulteriore fonte di approvvigionamento garantito anche da controlli dell’intera filiera di produzione». 

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