Omicidio a Favara, clima di omertà, nessuna indicazione a investigatori

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Un’azione “mirata, programmata ed eseguita a sangue freddo”. Un agguato dietro il quale, però, non ci sarebbe la criminalità organizzata. Proseguono le indagini sull’omicidio di Salvatore Lupo, 45 anni, l’ex presidente del Consiglio comunale di Favara (Agrigento) e imprenditore nel settore delle residenze per anziani, freddato ieri pomeriggio in un bar in via IV Novembre. Per gli investigatori dell’Arma, che per tutta la notte hanno ascoltato decine di persone, la pista privilegiata resta al momento quella dei contrasti economici in ambito familiare.

Quello che è certo è che chi ha sparato lo ha fatto per uccidere. Tre colpi esplosi a distanza ravvicinata hanno raggiunto Lupo alla testa, non lasciandogli scampo. L’agguato è avvenuto ieri intorno alle 18 in un bar in una zona centrale del paese: il killer ha atteso che l’uomo uscisse dal bagno e poi lo ha affrontato, sparandogli a pochi centimetri di distanza, prima di allontanarsi. Dalla testimonianza del barista non sarebbero arrivati elementi utili all’identificazione del sicario che ha agito indisturbato in un locale praticamente deserto.

A rendere ancora più difficoltose le indagini l’assenza di telecamere nel bar e un clima di omertà diffusa: nessuno pare abbia visto o sentito nulla. Un aiuto potrebbe arrivare dalle immagini degli impianti di videosorveglianza dei locali della zona. Telecamere private visto che il Comune non ha un impianto pubblico.

Al momento, però, le indagini, coordinate dalla Procura di Agrigento, restano concentrate sulla pista personale. L’imprenditore lo scorso maggio era stato rinviato a giudizio nell’ambito di un’inchiesta su presunti maltrattamenti subiti dagli ospiti di comunità per disabili psichici di Licata. (AdnKronos)

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