Confcommercio Sicilia: “Green pass alla francese colpirebbe settori allo stremo”

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Un nuovo lockdown a ottobre sarebbe “una catastrofe”, ma il green pass alla francese rischia di essere l’ennesimo “provvedimento punitivo” che colpisce “i soliti settori”. A dirlo all’Adnkronos è Gianluca Manenti, presidente di Confcommercio Sicilia, intervenendo nel dibattito innescato anche in Italia dalla stretta annunciata in Francia dal presidente Macron. Il lasciapassare per accedere a bar, ristoranti e centri commerciali potrebbe essere il colpo di grazia dato a un’economia già in ginocchio. “Da noi potrebbe creare eccessivi problemi a una economia già ridotta allo stremo”, sottolinea il numero uno di Confcommercio Sicilia, per il quale invece “la campagna vaccinale va sostenuta, incoraggiata e, di certo, velocizzata”. 

“E’ la nostra migliore arma per un ritorno alla stabilità delle nostre vite – ragiona Manenti -. Quello che non è accettabile è che, per raggiungere l’immunità di gregge, si finisca per penalizzare sempre le solite categorie”. La tesi è chiara. “I pubblici esercizi hanno pagato più di ogni altro settore in sedici mesi di pandemia, sia in termini di perdita di fatturati che in termini di posti di lavoro – ricorda -. Andare ancora una volta a pesare sulle nostre attività significa compromettere, in maniera seria, la ripartenza”. Ecco perché, avverte il presidente di Confcommercio, “se proprio si volesse percorrere questa strada, allora il vincolo del vaccino dovrebbe valere per ogni tipo di attività. Altrimenti è discriminatorio. Se, invece, l’obiettivo è sensibilizzare tutti sull’importanza delle vaccinazioni, allora facciamolo insieme”. 

Confcommercio Sicilia è disponibile a collaborare per una “campagna di comunicazione capillare”. Ma “basta provvedimenti punitivi sempre contro i soliti settori”, dice ancora Manenti, che non nasconde la preoccupazione davanti all’ipotesi di nuovo lockdown in autunno nel caso in cui i contagi tornassero a livelli allarmanti. “Sarebbe una catastrofe, con un costo economico e sociale davvero insostenibile da parte di una Regione che ha chiuso l’anno 2020 con un calo del Pil pari al 12 per cento. Ma che potrebbe anche peggiorare nell’ipotesi di uno scenario epidemiologico avverso con la reintroduzione di misure precauzionali, sia pure meno drastiche di quelle della scorsa stagione. Non possiamo permettercelo”. Cosa bisogna fare allora? “Serve un impegno da parte di tutti per scongiurare questo rischio, ma soprattutto servono dialogo e collaborazione stretta perché ci vogliono regole, protocolli e controlli il più possibile efficaci ed equilibrati per tenere insieme salute pubblica e ripresa economica”, conclude Manenti.

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