Salvatore La Scuola, alias Golgota, ricomincia da Giovinezza

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Il cantautore di Castelbuono al suo debutto con un brano che verrà lanciato su più di 50 piattaforme di musica mondiali il prossimo 22 giugno

Golgota, nome d’arte di Salvatore La Scuola, è un cantante e chitarrista trentaduenne, originario di Castelbuono, in provincia di Palermo; nel suo universo musicale predominano il rock e il pop-punk mentre nella scelta di chiamarsi Golgota è molto chiaro il riferimento non solo ai testi biblici ma anche alla sua passione per l’iconografia del teschio, simbolo molto forte della fugacità delle cose terrene ma anche chiave d’accesso all’Eternità. Un nome che si collega molto bene con le parole di Giovinezza, suo primo singolo, registrato nella home studio di Giovanni Bruno, in arte FunkEnergy, proprio a Castelbuono, mixato da Samuele Lomonaco e Daniele Cerchietti e con il mastering curato da Giovanni Nebbia. Un brano che sarà disponibile già dal prossimo 22 giugno sulle oltre 50 piattaforme di musica più seguite dal vasto pubblico a livello mondiale tra le quali figurano Spotify, Youtube, Amazon Music, Apple Music, Deezer e Shaazam.

Ma Giovinezza rappresenta anche il debutto ufficiale di un artista che ha creduto, sin dalla sua prima infanzia, alla musica come strumento di indagine introspettiva ed elemento importante di comunicazione col mondo esterno.

Nel suo testo è presente un profondo lirismo unito alla capacità di leggersi dentro sino in fondo ai meandri oscuri e complessi della propria anima in cui risuona l’eco di quelle ansie che tutti abbiamo fortemente provato soprattutto durante la prima ondata della pandemia del Covid-19, nel marzo nel 2020, quando tutto improvvisamente si è fermato compresa la nostra quotidianità fatta di incontri, vita relazionale e rapporti sociali che si sono drasticamente ridotti alle poche persone che facevano parte della nostra famiglia.

È in questo buio profondo che Golgota ha trovato la forza ed il coraggio per ricercare nella sua personale solitudine un senso profondo alla propria vita ed a quel tempo che così velocemente fugge lasciando con sé solo frammentati ricordi di emozioni, di amori che nella disillusione dell’eterno di dissolvono in un freddo addio. In tutto ciò la portata di un testo che travalica la personale storia del cantautore per abbracciare tutte le innumerevoli storie di quelle persone che credono in un disegno più Alto, quel “destino” che è già stato scritto per ogni uomo sin dalla nascita e nei confronti del quale la libertà del singolo con le sue scelte personali ha un certo limite. Lo sforzo del giovane cantautore è quello di trovare un senso profondo a tutto ciò e lo fa proprio nella sua quasi completa solitudine che lo porta a riabbracciare dopo tanti anni la sua vera anima racchiusa nella sua chitarra e scrivere parola accompagnate da note “magiche” che sanno di dolore ma anche di grande forza e immensa speranza.

Il sound, invece, ad un primo ascolto, comunica sensazioni piacevoli che si avvicinano molto alla leggerezza estiva, aspetto che si addice molto bene al momento del suo lancio, il prossimo 22 giugno, per l’appunto.

Di certo vi si possono sentire sonorità molto affini a quelle delle rock band italiane più famose quali gli Litfiba, AfterHours e Negrita, dopo un ascolto più attento, appaiono nitide le tracce di alcuni gruppi a cui Golgota si è molto avvicinato nel corso della sua adolescenza quali i Blink 182, Green Day e Sam 41. Ma non si può, di certo, non sottolineare il grande valore che nel brano assume la chitarra elettrica, vero alter ego di Golgota e voce più intima della sua anima.

Da qui il valore e la portata di un brano che non solo colpisce per la sua estrema carica poetica ed introspettiva propria di chi ha avuto il coraggio di leggersi dentro con coraggio e profondità cercando di dare parole a ciò cha la vita in quel preciso istante gli aveva messo innanzi ma ha anche trovato le note migliori per “colorare” di musica e melodia a quello che si può, senza dubbio, definire un viaggio di meditazione, conoscenza e catarsi in cui ognuno può specchiarsi e riconoscersi.

È lo stesso Golgota a raccontare la genesi di questo suo nuovo percorso con la musica e con il brano Giovinezza: «Una mattina, durante la prima fase del lockdown vidi per caso allo specchio il mio primo capello bianco. È stata una piccolissima goccia che ha contribuito a far traboccare un grande vaso pieno di pensieri, emozioni, sentimenti che in quel periodo strano che improvvisamente ci siamo trovati a vivere a livello globale hanno acquistato una valenza ed un peso speciale nelle mie giornate. Da un lato vedere il bianco tra i miei capelli mi fece capire come, nei fatti, il tempo vola e con esso quella meravigliosa stagione della vita rappresentata proprio dalla “giovinezza” ma dall’altro sentii anche forte il bisogno di fare in modo che quel periodo particolare che stavo attraversando non passasse senza lasciare una traccia concreta. Era dal 2008 che non toccavo più la chitarra, strumento cha amo profondamente e col quale ho abbozzato la melodia al testo sin dalla sua prima fase di elaborazione; è uno strumento che considero principalmente come una delle mie parti più intime che bene rappresentano l’essenza del mio universo interiore”.

Fu proprio in questo istante che ebbe inizio quello che lo stesso definisce come un ritorno a quello che da sempre ha rappresentato il più grande amore della sua vita: la musica. Era ancora un bambino quando, come lo stesso racconta, imparò da solo a suonare la chitarra. Da lì un percorso di sperimentazione e conoscenza fatto da completo autodidatta a conferma di un legame indissolubile e profondo che ha da sempre unito il giovane cantautore alla musica.

“Io non ho mai studiato musica nella mia vita, tutto ciò che so lo conosco solo grazie al mio orecchio, alla mia grande sensibilità che mi porta non solo a memorizzare i suoni ma anche a riuscire a riprodurli con la chitarra. Certo, non nascondo che tutto ciò mi ha richiesto passione ed esercizio quotidiano ma soprattutto nel corso degli anni della mia adolescenza suonare è diventato anche come un mio magico mondo in cui rifugiarmi per capire meglio me stesso e la realtà che mi circondava”, sottolinea ancora Golgota.

Questo aspetto per un ragazzo riservato e chiuso qual egli è, il confronto con la sua chitarra ha da sempre assunto una valenza speciale, una terra sicura in cui approdare durante gli anni della maturità ed anche un importante strumento con cui potersi confrontare con il mondo esterno.

Significativa la sua esperienza iniziata quando aveva 22 anni all’interno di una band, i Punkinary, “il suo nome aveva un chiaro riferimento alla musica punk, un genere che adoro e del quale vi è una chiara influenza anche nel mio singolo Giovinezza. Si tratta di un universo in cui sono compresenti vari sound di diversa origine, cosa che permette una estrema libertà a chi ascolta di percepire diverse influenze proprie delle band allora più in voga”, tiene a precisare Golgota non nascondendo come, nei fatti, tra le band che hanno avuto una particolare influenza sul suo universo musicale un posto speciale lo deve riconoscere proprio ai Blink 182, vere stelle del firmamento pop punk mondiale ed ai quali si ispira molto la sua chitarra.

“Mi sono molto lasciato influenzare da tutta la musica che ho ascoltato nel corso della mia adolescenza seppure devo riconoscere un valore molto speciale alla mia esperienza con i Punkinary già nel 2008 con i quali ho portato avanti un percorso molto significativo nell’universo delle giovani rock band locali di Castelbuono regalandomi diversi concerti e anche la consapevolezza di come la musica fosse molto importante nella mia vita”, ricorda lo stesso Golgota.

Ma il percorso con i Punkinary ad un certo pinto terminò per via delle mutate esigenze personali dei componenti del gruppo e, di certo, la sua fine non fu indolore per Golgota: fu molta la sua amarezza per aver dovuto mettere fine ad un progetto che, tra le diverse cose,  gli valse anche un provino realizzato per Sky, “mettere di lato la chitarra mi ha causato un rifiuto totale per la musica”, afferma ancora e questo dettaglio contribuisce a donare un valore aggiunto al suo voler rimettersi in gioco in un universo che comunque è rimasto sempre presente nel suo cuore.

“Una spinta particolare che mi ha permesso di ricominciare con la musica me l’ha donata Francesco Città, anch’egli cantautore castelbuonese con quale ho collaborato sin dallo scorso anno, assistendolo nel lancio del suo primo singolo; a lui gli devo riconoscere un merito speciale per gli stimoli ed i consigli che mi ha saputo donare nel corso di questi mesi molto densi di idee creative”, aggiunge ancora Golgota non dimenticando la sua gratitudine anche per gli amici Filippo Scelfo, (batterista del brano), Marcello Napoli (bassista del brano) ed Antonio Cusenza, “mi ha dato un grande sostegno e, soprattutto, incoraggiato a continuare”.

Che sia un gran bel “ricomincio da Giovinezza” per Golgota con un appuntamento speciale il prossimo 22 giugno.

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