Diogene cerca l’origine del Coronavirus: natura, incidente o arma?

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di Salvo Barbagallo

Dovrebbe suscitare quantomeno molta perplessità e suscitare dubbi, se non riflessioni, il “recente” gran agitarsi di qualificati esponenti del mondo politico internazionale che oggi si pongono interrogativi sull’origine del Coronavirus Sars-nCov2 (Covid-19). Ufficialmente sono trascorsi oltre diciotto mesi dall’esplosione della pandemia che – fino ad ora – ha provocato milioni di morti sul pianeta Terra, e ancora ufficialmente una risposta non è stata sulla vera natura del virus e sulla sua effettiva provenienza. C’è da dubitare sulla valenza di migliaia e migliaia di scienziati di tutto il mondo che si sono interessati alla questione? Non crediamo nella loro sprovvedutezza, tenuto nel debito conto che gli sforzi che le Case farmaceutiche hanno effettuato per produrre un vaccino hanno dato ottimi risultati. Tranne poi a dover dare ragione al premio Nobel Luc Montagnier che ha confermato che “non c’è alcuna possibilità di sopravvivenza per le persone che hanno ricevuto qualsiasi forma di vaccino”.

L’importanza della ricerca dell’origine del Coronavirus è stata sottovalutata? L’interrogativo nasce spontaneo, considerato che (per quel che risulta) solo da pochi giorni l’illustre signor Anthony Fauci,  direttore del National Institute of Allergy and Infectious, ha sostenuto la necessità di un’indagine sulle origini del Coronavirus affermando di “non essere convinto” che si sia sviluppato naturalmente, e considerato che pure l’illustre ministro della Sanità americano, Xavier Becerra, ha sottolineato la necessità di una nuova inchiesta sull’origine del Covid, con riflettori accesi sul laboratorio di Wuhan.

In Italia su queste “nuove” indicazioni che provengono da Oltre Oceano prende posizione  in solitario (anche se tardivamente rispetto alla problematica) Giorgia Meloni che dichiara:  “Fin dall’inizio della pandemia di Covid chiunque provasse a chiedere se era possibile che il virus fosse sfuggito da un laboratorio veniva subito tacciato di complottismo. Ora l’intelligence Usa e perfino il super esperto della Casa Bianca, Anthony Fauci, non escludono questa possibilità. È tempo di fare piena luce sull’origine del Covid che ha messo in ginocchio il mondo intero“.

Anche questa sollecitazione “politica” probabilmente cadrà nel vuoto.

Qualcosa di nuovo, di “particolare” si potrebbe prefigurare se – come riporta AdnKronos – un portavoce di Facebook  ha dichiarato “Alla luce delle indagini in corso sull’origine del Covid e dopo consultazioni con i nostri esperti di salute pubblica, non rimuoveremo più dalle nostre piattaforme le affermazioni che il Covid è stato generato in laboratorio”.

Pandemia, milioni di morti, lockdown, numerosi comparti dell’economia mondiale a pezzi: qualcosa non torna nella “naturalità” degli eventi che riguardano l’attuale Umanità. E il “qualcosa non torna” su questo giornale è stato un ritornello ripetuto svariate volte.

L’origine del Covid-19”? La “spiegazione” è stata fornita da tanti, quella da noi ritenuta più attendibile l’ha espressa (a nostro avviso) su “ANALISI DIFESA”, il 20 marzo dello scorso anno, Mirko Molteni titolando “Coronavirus”: natura, incidente o arma?”. Un’analisi significativa e approfondita, quella di Mirko Molteni, che andrebbe riproposta per intero e alla quale rimandiamo per quanti volessero approfondire la questione. Ne riproponiamo qualche “spezzone”.

Molteni esordisce citando il libro dell’ufficiale indiano Sharad S. Chauhan “Biological Weapons” che nell’introduzione così si esprime: “Anche quando sono molto inefficaci, con pochi morti, come nel caso delle lettere all’antrace negli USA, le armi biologiche sono considerabili come armi di ‘rottura’ di massa poiché possono gettare un’intera nazione nel caos. Le armi biologiche influenzeranno molti aspetti della nostra vita di routine, mandandoli fuori schema. Porteranno il terrorismo sulla soglia di casa di ognuno di noi”. Molteni specifica: “Non è facile tracciare una, peraltro parziale, interpretazione dell’attuale pandemia di virus Covid-19 dal punto di vista dei suoi possibili aspetti strategici e militari. Le informazioni liberamente disponibili possono spesso essere intossicate dalle cosiddette “fake news”, o come preferiremmo dire noi “fandonie”, e da ipotesi complottistiche di ogni tipo. Per ora l’unica certezza assodata è che lo sconvolgimento causato sugli assetti economici mondiali rischia di essere molto duraturo, e forse di mettere pesantemente in discussione il processo di globalizzazione degli ultimi trent’anni, che ha avuto uno dei suoi epicentri proprio nel delegare alla Cina la funzione di “manifattura universale”, attirandovi per decenni investimenti stranieri e delocalizzazioni produttive di ogni risma”.

Come detto, vale la pena leggere attentamente quanto scritto un anno addietro Mirko Molteni.

La nostra attenzione in questo momento è rivolta a comprendere il perché e il per come ancora nulla di certo si sappia sull’origine del Coronavirus, e perché solo ora dopo tanti, troppi mesi dall’inizio della pandemia e dopo milioni di morti si stia attivando il meccanismo delle inchieste per scoprire origini e cause del virus.

Scusate il ritornello: “Qualcosa non torna…”. C’è un Diogene in giro con la lanterna in mano in pieno giorno che cerca l’Uomo?

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