10 anni fa l’uccisione di Bin Laden, leader di Al Qaeda

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In 40 minuti di blitz le Navy Seals, le forze speciali della Marina statunitense, il 2 maggio 2011 lo hanno ucciso nel suo compound nei pressi di Abbottabad, non lontano da Islamabad in Pakistan

Quaranta minuti. Tanto è durato il blitz delle Navy Seals, le forze speciali della Marina statunitense che il 2 maggio di dieci anni fa hanno ucciso il fondatore di al-Qaeda Osama bin Laden nel suo compound nei pressi di Abbottabad, non lontano da Islamabad, in Pakistan, vicino a una accademia militare. L’azione militare partita dall’Afghanistan e denominata ‘Operation Neptune Spea’ è stata seguita in diretta dalla Situation Room della Casa Bianca dall’allora presidente americano Barak Obama e dal suo staff, da Hillary Clinton e da vertici civili e militari. Nella foto di quei momenti appare anche l’attuale segretario di Stato Usa Antony Blinken.

Obama aveva dato il suo via libera all’uccisione di Bin Laden il 29 aprile precedente e da lì in cinque riunioni del Consiglio di Sicurezza a Washington si sono messi a punto i dettagli del piano. Ma la Cia era sulle tracce del terrorista da anni e nel 2007 aveva scoperto il nome di uno dei corrieri più fidati di Bin Laden. Due anni dopo l’intelligence aveva identificato l’area del Pakistan dove vivevano il corriere e suo fratello. Nell’agosto del 2010 viene identificato il compound da un milione di dollari come il luogo dove vive il corriere, che però si ritiene non abbia le capacità economiche per gestirlo.

A settembre la Cia informa il presidente Obama che bin Laden potrebbe vivere nel complesso di Abbottabad basando la loro ipotesi sulle dimensioni e sul prezzo del complesso, nonché sulla sua sicurezza. Nel febbraio 2011 si inizia a pianificare l’azione. Il 14 marzo Obama presiede la prima delle cinque riunioni del Consiglio di sicurezza nazionale per discutere l’operazione per fare irruzione nel complesso di bin Laden. Seguiranno altre quattro riunioni il 29 marzo, il 12 aprile, il 19 aprile e il 28 aprile.

Il 2 maggio 2011, nelle prime ore del mattino in Pakistan (metà pomeriggio del primo maggio negli Stati Uniti), un gruppo di 25 Navy Seals fa irruzione nel complesso di Abbottabad dopo essere arrivato a bordo di due elicotteri Black Hawk. L’operazione dura in tutto quaranta minuti. Le forze speciali statunitensi aprono una breccia nei muri esterni del complesso prima di farsi strada attraverso il piano terra dell’edificio a tre piani. Lo scontro a fuoco si sposta quindi al secondo e terzo piano. Negli ultimi 5-10 minuti dello scontro a fuoco, bin Laden viene ucciso da una ferita da arma da fuoco alla testa. Non era armato, ma ha opposto resistenza, come spiegherà il portavoce della Casa Bianca Jay Carney. Tre uomini, compreso un figlio di bin Laden, vengono uccisi. Perde la vita anche una donna nel fuoco incrociato. Secondo una fonte del Congresso, bin Laden aveva circa 745 dollari e due numeri di telefono cuciti nei vestiti.

Il corpo di Bin Laden viene identificato da una delle sue mogli. Viene utilizzato anche il riconoscimento facciale ed eseguito un test del Dna su un campione del corpo che ne conferma l’identità. Lo stesso 2 maggio Bin Laden è sepolto in mare fuori dal ponte della Uss Carl Vinson nel Mare Arabico entro 24 ore secondo la legge islamica. Obama decide di non diffondere la foto del corpo senza vita di Bin Laden. Il 3 maggio il procuratore generale Eric Holder dichiara il raid “legale, legittimo e appropriato in ogni modo”. Il 6 maggio al Qaeda conferma sui forum jihadisti la morte di bin Laden. Nel febbraio del 2021 le autorità pakistane demoliscono il compound. Il video del blitz è stato diffuso su Twitter dalla Cia con l’hashtag #UBLRaid 5 anni fa, in occasione del quinto anniversario dell’uccisione di Bin Laden, ed è stato accolto da una pioggia di critiche.

Fondamentale, per l’individuazione del covo di Bin Laden da parte della Cia, il ruolo del medico pachistano Shakeel Afridi, che aveva organizzato un falso programma di vaccinazione contro la poliomielite per acquisire campioni di Dna necessari ad accertare l’identità del leader di al-Qaeda. Lodato come un eroe dagli Stati Uniti e considerato un traditore in Pakistan, Afridi venne arrestato nel luglio del 2011 e poi licenziato dal governo di Islamabad. A dieci anni dall’uccisione di Bin Laden si trova ancora in carcere, detenuto in isolamento a scontare una condanna a 33 anni per tradimento nella struttura penitenziaria di Sahiwal, nella provincia centrale del Punjab. Le Amministrazioni Usa che si sono succedute a quella di Obama hanno denunciato la sua detenzione e a un certo punto si è anche parlato di uno scambio di prigionieri, ma senza arrivare a qualcosa di concreto. “Sia chiaro: Afridi ha pagato il prezzo più alto. E’ diventato il capro espiatorio”, ha detto Michael Kugelman, vicedirettore per l’Asia meridionale al Wilson Center di Washington.

Il compound dove Bin Laden viveva era stato costruito nel 2006 ed era decisamente più grande rispetto alle altre case vicine. Con un valore stimato di un milione di dollari, non aveva collegamento Internet, né alla rete telefonica. Nella casa vivevano 24 persone, che usavano bruciare la loro spazzatura invece di raccoglierla. Circondato da pareti con filo spinato e dotato di due cancelli di sicurezza, la casa aveva diversi piani. Bin Laden e la famiglia alloggiavano al secondo e al terzo piano. Durante il blitz, le forze speciali statunitensi hanno sequestrato diversi oggetti, tra cui 10 dischi rigidi, cinque computer e più di 100 dispositivi di archiviazione, come Dvd e chiavette Usb. (AdnKronos)

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