“Il tempo degli sbirri”, una storia del poliziotto Maurizio Lorenzi

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Liberamente ispirato a una storia vera, è in libreria il thriller poliziesco “Il tempo degli sbirri”, del poliziotto-scrittore Maurizio Lorenzi, conosciuto anche con l’acronimo ‘MaLo’. “Mi sono imbattuto in questa storia che risale all’inizio degli anni 2000: due criminali sottoposti in regime di alta sorveglianza riescono a evadere in una notte di ottobre, in modo clamoroso, dal carcere di Bergamo. Una vicenda che è sempre rimasta coperta da un alone di mistero. Per questo ne sono stato attratto”, racconta all’Adnkronos l’autore del libro (Bolis Edizioni), Maurizio Lorenzi. “Attraverso le carte – prosegue – ho approfondito i retroscena, scoprendone particolari inediti. Dopo la fuga dei due detenuti, scatta una rocambolesca ‘caccia all’uomo all’italiana’ che si spingerà al di fuori dei confini nazionali in cui si vanno ad intrecciare le vite dei protagonisti, da una parte i due fuggiaschi, dall’altra i due investigatori che li inseguono”. Si tratta di due poliziotti di strada, che non hanno mai avuto paura di sporcarsi le mani nella feccia criminale. Ma non finisce qui.l’oppositore

C’è un altro fatto reale da cui prende spunto la narrazione ritmata da flashback. “L’arresto, come racconta la stessa cronaca, del direttore della Casa Circondariale di Bergamo che incrina l’apparente tranquillità che avvolge la città di Bergamo”, spiega lo scrittore. Solo un punto di partenza? Basterà sfogliare le pagine del libro per scoprirlo.

Un racconto che non manca di suspense tra il rincorrersi delle gesta dei criminali in fuga parallelamente a quelle degli agenti inseguitori. “Quando stavo terminando di scrivere questa storia – avevo sospeso il lavoro durante il lockdown -, ho immaginato una delle necessità maggiormente sentite dalle persone in epoca Covid, quella di distrarsi”, evidenzia Lorenzi al suo quinto romanzo poliziesco. “Abbiamo tutti un gran bisogno di staccare la spina. Ecco, l’avventura narrata spero possa aiutare i lettori a uscire fuori dalla quotidianità, a vivere un’esperienza fuori dall’ordinario. I libri in fondo servono proprio a questo: a vivere meglio”.

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