Familiari professoressa morta a Palermo dopo vaccino presentano esposto

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Presentata istanza accesso all’Aifa e all’Asp. I legali “troppi dubbi sul decesso”


I familiari di Cinzia Pennino, la docente di scienze del Don Bosco Ranchibile di Palermo morta a 44 anni due settimane dopo avere ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca, con l’assistenza degli avvocati Raffaella Geraci e Alessandro Palmigiano, hanno depositato un esposto e un’istanza di accesso all’Aifa (per conoscere le determinazioni sulla distribuzione del vaccino) e all’Azienda sanitaria provinciale (per conoscere le procedure mediche e le terapie seguite a partire dalla fase della somministrazione del vaccino AstraZeneca fino al momento del decesso). I legali intendono verificare se ci siano profili di responsabilità ma anche criticità legate al consenso informato. Soprattutto, i familiari vogliono capire perché “Cinzia era stata in un primo tempo (il 7 marzo) rimandata indietro e poi invece vaccinata da un secondo medico (4 giorni dopo) che non si è posto gli stessi problemi del primo”.

 La professoressa Pennino, dopo avere prenotato tramite il portale riservato al corpo insegnanti, si era presentata alla Fiera del Mediterraneo il 7 marzo scorso. “Tuttavia il medico al quale era stata assegnata, pur non riscontrando patologie pregresse – spiegano i legali -, in quell’occasione ha deciso di non somministrarle il vaccino AstraZeneca, probabilmente perché ha ritenuto che fosse in sovrappeso, né il Pfizer o un altro tipo di siero e di non riprogrammare l’appuntamento”

Trascorso qualche giorno, Cinzia Pennino ha tentato una nuova prenotazione, stavolta attraverso il call center dedicato al personale scolastico, ottenendo un appuntamento per l’11 marzo. Quella mattina alla Fiera del Mediterraneo, ha trovato un medico diverso che le ha somministrato AstraZeneca, senza sollevare questa volta alcun dubbio o incertezza legati al peso. “Già dall’indomani sono apparsi i primi sintomi – dicono ancora gli avvocati -: la professoressa ha iniziato ad accusare mal di testa e febbre seguiti, nei giorni successivi, da dolori addominali e vomito che anziché diminuire crescevano progressivamente”.

Il 23 marzo la professoressa si è presentata al pronto soccorso del Buccheri La Ferla, dove in seguito a una serie di esami (tra cui una Tac con mezzo di contrasto) è emersa una trombosi addominale in atto. Nonostante l’immediato trasferimento al reparto di Ematologia del Policlinico di Palermo, la situazione è peggiorata e Pennino è stata intubata e posta sotto anestesia. Ma tutte le terapie si sono rivelate vane e il 28 marzo è stato comunicato il decesso alla famiglia.

Sulla vicenda il procuratore aggiunto Ennio Petrigni e il sostituto Giorgia Spiri hanno aperto un fascicolo. Secondo il parere dei familiari, riportato nell’esposto presentato con l’assistenza degli avvocati Raffaella Geraci e Alessandro Palmigiano, “la professoressa Cinzia Pennino era in ottima salute fino alla data della somministrazione del vaccino AstraZeneca e risulterebbe, quindi, evidente un rapporto causa/effetto tra il vaccino e la trombosi mortale”.

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