Tributo a Manfredi: “Uno nessuno cento Nino”

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“Uno nessuno cento Nino”: è il titolo scelto – parafrasando il romanzo di Luigi Pirandello ‘Uno nessuno centomila’ – da Luca Manfredi per ricordare la poliedrica attività professionale e le mille sfaccettature personali e familiari del padre, il grande attore Nino Manfredi nel centenario della sua nascita.

l docufilm – scritto e diretto da Luca Manfredi, produzione Rai Documentari, Istituto Luce Cinecittà e Ruvido Produzioni in collaborazione con Sky Arte e Duque Italia, con il patrocinio del Comune di Roma Capitale, del Comune di Minturno di cui era cittadino onorario e con la collaborazione di Lavazza, per la celebre pubblicità del caffè – è ricco di inedite testimonianze sul suo percorso di vita raccontato direttamente dalla sua famiglia e anche da una lunga intervista rilasciata al figlio pochi anni prima della sua scomparsa.

Un affresco di vita, composto da moltissime sfumature, inquadra Nino Manfredi non solo come artista, ma anche come marito, padre e nonno, in eterno conflitto con le sue fragilità e i suoi difetti. Sono presenti interviste di repertorio, filmati privati e contributi degli anni ’50, con i primi personaggi di Nino Manfredi alla Rai, ed estratti di film, serie tv, commedie teatrali e musicali, spot pubblicitari, fino alle frequenti esibizioni canore, come la famosa ‘Tanto pe’ cantà’ di Ettore Petrolini.

Il documentario contiene materiale originale girato dallo stesso regista in occasione degli ottant’anni del padre, ‘Ottant’anni da attore’ del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, che comprende una lunga intervista a Nino Manfredi, oltre che estratti da alcuni dei film più famosi e rappresentativi della sua vasta carriera, che è stato possibile citare grazie alla gentile concessione di distributori.

Tra i distributori dei film, Rti Mediaset (‘Per Grazia Ricevuta’, ‘Nell’anno del signore’), Medusa (‘Vedo Nudo’), Dean Film (‘C’eravamo tanto amati’), Titanus (‘Il padre di Famiglia’) e Duque Italia (‘Brutti, sporchi e cattivi’, ‘La fine di un mistero’) solo per citarne alcuni.

‘Uno, nessuno, cento Nino’ è un ritratto intimo e affettuoso, impreziosito da aneddoti divertenti raccontati da Manfredi stesso, dalla moglie, dai figli e dai nipoti. È inoltre arricchito dalle testimonianze di amici, registi e colleghi, e dalle voci di chi per le più varie ragioni si lega alla storia di vita di Nino: Elio Germano, Edoardo Leo, Massimo Ghini, Nancy Brilli, Enrico Brignano, Johnny Dorelli, Walter Veltroni, Massimo Wertmuller, Lino Banfi.

”Cento anni fa nasceva Nino Manfredi. Oggi vogliamo ricordare un artista unico, dalla straordinaria umanità, simbolo di Roma e dell’Italia. Grazie al suo talento naturale e alla sua simpatia è entrato nel cuore di ognuno di noi, è diventato un simbolo del nostro paese e allo stesso tempo uno di famiglia, con una saggezza antica. La sua storia unica, il suo talento e la passione per quello che faceva mi rendono orgogliosa di essere qui con voi per ricordare questo immenso artista”, ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi alla cerimonia tenutasi in Campidoglio per Nino Manfredi, alla presenza dei figli Luca e Roberta Manfredi, ai quali Raggi ha consegnato la lupa capitolina in segno di riconoscenza per quanto Manfredi ha fatto per la città di Roma.

”Nino non era romano, era un ciociaro emigrato a Roma che lui considerava la sua città d’adozione. Poi avendo fatto molti film sulla Roma papalina Gigi Magni lo chiamava ‘il ciocioromano’ – ha detto Luca Manfredi – Nino ha amato tantissimo il suo lavoro, ha dedicato la sua vita a questo mestiere, noi come figli lo abbiamo avuto un po’ meno. In occasione di questi 100 anni, gli ho dedicato un libro che si intitola ‘Un ‘friccico ner core’ e il documentario che andrà in onda stasera su RaiDue ‘Uno nessuno cento Nino’.

‘Friccico ner core’ è un frammento della canzone scritta da Ettore Petrolini che mio padre portò a Sanremo nel ’70 come cantante ospite, una canzone solo apparentemente allegra. Con ‘Friccico nel core’ Petrolini alludeva anche al suo problema cardiaco, non solo sentimento dunque ma anche dolore. Un titolo che è anche la sintesi dei miei sentimenti contrastanti nel rapporto con mio padre da ragazzo: grande affetto e ammirazione ma anche il dispiacere di non averlo vissuto tanto a casa. Anni dopo ci siamo rincontrati nel mondo della pubblicità, lui era testimonial di un noto caffè, e da lì siamo passati a fare serie tv, film. C’è stata una compensazione, quello che mi è mancato come genitore l’ho recuperato come collaborazione artistica”.

La figlia Roberta ha voluto raccontare ”l’uomo Nino. Un uomo che aveva un grande rispetto degli altri, dell’ambiente. Se c’era una carta per terra mio padre la raccoglieva, diceva sempre ‘al paese mio ognuno si spazzava il tratto di marciapiede davanti casa’ . Aveva una grande rispetto del cibo, a casa mia non si buttava niente, era il primo a mangiarsi gli avanzi, il resto andava alle galline. Nel centro dell’Aventino noi avevamo un pollaio, lui ci parlava con queste galline. Era un essere umano speciale, credo che la sua umanità, il suo calore e amore per il pubblico sia passato tutto. i ragazzi che vogliono intraprendere questo mestiere lascia una grande disciplina e e rispetto che aveva per il lavoro e anche il coraggio di affrontare ruoli meno gradevoli come ‘Brutti, sporchi e cattivi’. L’augurio è che un artista così possa passare di generazione in generazione, non venire dimenticato”. (AdnKronos)

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