Noir italiano: su Rai2 torna Rocco Schiavone

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Interpretato da Marco Giallini , il burbero e trasteverino vicequestore Rocco Schiavone, trasposizione televisiva del celebre protagonista delle opere letterarie di Antonio Manzini (Sellerio Editore), torna su Rai2 – mercoledì 17 marzo – con due nuove prime serate all’insegna del noir e del poliziesco.

Sradicato dall’amata Capitale e trasferito, ormai da tempo, ad Aosta per motivi disciplinari, Schiavone non si è mai davvero ambientato nella città d’adozione. Continua a mal sopportarne il rigido clima e la neve che si ostina ad affrontare con i suoi immancabili loden e Clarks. Sempre tormentato, ma anche emotivamente redento, dal ricordo dell’amata moglie Marina che immagina e rimpiange ogni giorno dalla sua tragica scomparsa. E poi quelle amicizie discutibili, quei vizi non propriamente legali e ortodossi, come i suoi metodi di indagine e il suo linguaggio a dir poco sfrontato, senza limite di turpiloquio e d’intercalare colorito.

Insomma Rocco non è cambiato e lo ritroveremo, in questa quarta stagione, sempre alle prese con i suoi demoni interiori e con la medesima caparbietà da poliziotto rude e implacabile. Insieme ai suoi uomini sarà impegnato a far luce su due casi particolarmente complessi. Il primo condurrà il vicequestore nelle pieghe buie del gioco d’azzardo e il secondo a far luce non solo su un caso frettolosamente etichettato come malasanità, ma anche e soprattutto su una parte di sé che ha per troppo tempo tenuto nascosta e protetta da tutti: quella dei sentimenti.

Rocco Schiavone è una coproduzione Rai Fiction, Cross Productions e Beta Film, per la regia di Simone Spada, in onda prima serata mercoledì 17 e mercoledì 24 marzo su Rai2. La prima puntata in anteprima su Rai Play da lunedì 15 marzo.

NOTE DI REGIA

All’inizio di questo 2019, dopo il successo della terza stagione di Rocco Schiavone, mi è stata proposta la regia anche di questa quarta. Ho accettato con entusiasmo perché ormai è un personaggio che non solo amo ma che sento vicino come se fosse un familiare. Ho iniziato la preparazione tra le montagne innevate della Val d’Aosta nei primi mesi dell’anno, leggendo e studiando le sceneggiature sempre raffinate di Antonio Manzini. Come tutti sappiamo, l’arrivo del Covid 19 e il conseguente lockdown hanno sospeso ogni tipo di attività lavorativa e soprattutto ci hanno scaraventato tutti in un tempo sospeso e grave.

Ai primi di marzo, la nostra serie – le cui riprese sarebbero partite da lì a un paio di settimane – era forse già un ricordo confuso accompagnato da un futuro incerto. Grazie allo sforzo di tutti, al desiderio di ricominciare, al coraggio del nostro produttore Rosario Rinaldo e della Rai siamo ripartiti ai primi di giugno per un’avventura nuova di cui il risultato finale era assolutamente incerto.

Il mio primo pensiero è stato quello di ricominciare, di ritrovare entusiasmo attraverso l’amore per il proprio lavoro.Le difficoltà sono state molte, il rispetto dei protocolli di sicurezza, i tamponi con cadenze settimanali, l’incapacità di previsione grande nemica del nostro settore, il distanziamento sul set, etc etc.

Sono sempre stato convinto che quello che distingue Rocco Schiavone è il suo cuore caldo e sofferto in contrasto con l’ambiente che lo circonda invernale e cupo. Come sappiamo Rocco è un “romanaccio” tra le montagne fredde della Val d’Aosta.

Tradire questo mondo sarebbe stato tradire il cuore distintivo di questo racconto, restituirlo allo spettatore è stata quindi la mia missione, riuscire a farlo in estate la mia più grande sfida.

Anche se non sta a me giudicare, mi sbilancio e posso dire con fierezza di averla vinta. Mai come quest’anno mi sento di ringraziare non solo lo splendido cast ma anche tutti i preziosi collaboratori che ancora più del solito hanno dimostrato cosa significa fare il nostro lavoro ma soprattutto farlo insieme.

Buona visione. Simone Spada

Nella foto, Marco Giallini, Rocco Schiavone. (AdnKronos)

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