Scomparso Urs Jaeggi, teorico del ’68 berlinese

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I protagonisti dei suoi racconti e romanzi alla ricerca di un’esistenza meno alienata

Il sociologo e scrittore svizzero Urs Jaeggi, influente pensatore marxista indagatore dei temi dell’alienazione sociale, uno dei riferimenti teorici del ’68 berlinese, è morto a Berlino all’età di 89 anni. La notizia della scomparsa, avvenuta il 13 febbraio, è stata riportata dalla stampa tedesca. Era sposato con la psicoanalista austriaca Eva Jaeggi ed era il padre della filosofa tedesca Rahel Jaeggi. Dal 1964 al 1993 Urs Jaeggy è stato professore di sociologia e filosofia sociale nelle università di Berna, Bochum, New York e Berlino. Dagli anni ’80 si è dedicato anche alla pittura.

Nato a Soletta, in Svizzera, il 23 giugno 1931, Urs Jaeggy ha accompagnato la sua vasta produzione scientifica di analisi socio-filosofica con un’intensa attività di narratore, per la quale nel 1981 ha vinto l’Ingeborg Bachmann Prize.

I protagonisti dei suoi racconti e romanzi, alla ricerca di un’esistenza meno alienata, tentano di evadere dalla vita borghese senza riuscirvi. Già in “I complici” (1964) la fuga del giovane maestro Josef Hügi nel mondo del circo si rivela alla fine un fallimento. “Brandeis” (1978, di forte impronta autobiografica, riflette i conflitti socio-politici legati al movimento studentesco del 1968. Nella crisi esistenziale dell’architetto Knie, protagonista di “Planimetrie” (1981), si coglie la crisi di tutta una città, Berlino. Nel 1990 ha pubblicato un altro romanzo autobiografico: “Soulthorn”. Nel 2002 ha raccolto i suoi saggi nel volume “Arte”.

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