Profughi: eurodeputati PD bloccati in Bosnia. Nessuno in “missione” in Sicilia.

Condividi questo articolo?

di Salvo Barbagallo

Ha fatto scalpore sui social (e non solo) la notizia che quattro eurodeputati del PD sono stati bloccati al confine della Bosnia dalla Polizia di quel Paese mentre erano diretti in visita ai campi profughi di Croazia e Bosnia. La questione si è ben presto risolta e la Farnesina ha fatto sapere che le difficoltà sono state superate grazie all’intervento delle nostre ambasciate a Zagabria e Sarajevo.

Ecco come descrive la vicenda l’Agenzia AdnKronos:

Gli eurodeputati hanno denunciato quanto accaduto via social, prima dell’intervento diplomatico. “Siamo a poche centinaia di metri dal confine con la Bosnia, mala Polizia ci sta impedendo di proseguire con un posto di blocco improvvisato” aveva twittato Brando Benifei che insieme ai colleghi Pierfrancesco Majorino, Alessandra Moretti e Pietro Bartolo si era addentrato nella foresta di Bojna al confine tra Croazia e Bosnia.

“Fermati dalla Polizia croata ben prima del confine con la Bosnia. Ispezionare il confine è un nostro diritto, è un nostro dovere”, aveva scritto invece Piero Bartolo, che in un altro Tweet sottolineava: “I confini d’Europa lungo la rotta balcanica sono ben oltre questo nastro, eppurela Polizia croata non ci permette di andare avanti. Non consente, cioè, a quattro eurodeputati, nell’esercizio delle loro funzioni, di vedere coi propri occhi i confini d’Europa”.

“È un fatto gravissimo, senza precedenti, un episodio indegno – aveva detto Bartolo all’Adnkronos – Cosa c’era oltre quel cordolo di poliziotti? Cos’è che doveva, per forza,essere nascosto ai nostri occhi? E, soprattutto, se questo è stato l’atteggiamento nei confronti di quattro europarlamentari seguiti da tre giornalisti, è lecito chiedersi cosa avvenga lontano dalle telecamere, ai confini d’Europa, nei confronti di queste persone che cercano solo un futuro migliore per sé e per i propri figli?”.

A commentare l’accaduto era stato via Twitter il segretario dem Nicola Zingaretti, giudicando “gravissimo che la polizia croata abbia bloccato la missione degli eurodeputati Pd verso la Bosnia per ispezionare campi profughi”.

Probabilmente è da considerare “gravissimo” l’atteggiamento che la Polizia Bosniaca ha riservato ai quattro nostri connazionali eurodeputati del PD in “missione” esplorativa per scoprire cosa accade nei campi profughi allestiti in quel Paese. Onorevole accertare le vere condizioni di quanti vivono giornate drammatiche. Qualcosa, però, suona strano.

Quattro eurodeputati di una “sola” compagine politica, con al seguito tre giornalisti (con troupe televisiva?), che espletavano le loro funzioni e pertanto in “missione”. Missione “autorizzata” dal PD o dall’EuroParlamento? Questo “dettaglio” non è stato specificato, anche se dovrebbe essere ritenuto importante: la questione, infatti, nell’uno o nell’altro caso, assumerebbe una dimensione ben particolare.

Vien da chiedersi, spostandoci su un livello “casalingo”, come mai agli eurodeputati del PD (o al PD stesso) non viene “spontaneo” andare a “visitare” i “confini” d’Italia al Sud, dove quotidianamente (o quasi) continuano a sbarcare migranti dei quali ormai da tempo non viene data più alcuna informazione? Questo tipo di “missione” forse è scomoda, forse più appariscente quella della Bosnia? O forse perché “scendere” al Sud non porta notizia? O forse perché di ciò che accade con gli sbarchi nei porti siciliani non si deve parlare? Di certo c’è che se vanno in “missione” al Sud gli eurodeputati del PD non verrebbero ostacolati dalla Polizia, ma sui mass media avrebbero ben poco riscontro… E, quindi, a chi importa il destino dei “profughi” che si trovano in Sicilia?

Potrebbe interessarti

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.