Due imprenditori di Palermo arrestati per bancarotta fraudolenta

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A Palermo due imprenditori sono stati arrestati, e posti ai domiciliari, dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale, in esecuzione dell’ordinanza emessa dall’Ufficio Gip del Tribunale del capoluogo regionale. La Gdf ha proceduto, contestualmente, al sequestro di beni e denaro per circa 650 mila euro nonché dell’intero capitale sociale e relativi beni aziendali di 3 società per un valore di circa 1 milione e 700 mila euro. I destinatari del provvedimento cautelare sono i fratelli Vincenzo Abbate di 50 anni e Liborio Abbate di 54 anni, imprenditori attivi nel settore delle pulizie generali di edifici ai quali vengono contestati, a vario titolo, i reati di bancarotta fraudolenta, omesso versamento di Iva e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Le indagini svolte dagli investigatori del Gruppo GdF di Palermo hanno permesso di disvelare un complesso ed articolato “sistema di società”, pensato e realizzato da un’unica regia riconducibile agli indagati, nell’ambito del quale le persone giuridiche coinvolte erano una la continuazione aziendale dell’altra, con analogo oggetto sociale, soci e coincidenza di sedi operative ed asset aziendali. Gli indagati, secondo uno schema illecito reiterato nel tempo, “hanno svuotato e poi messo in stato di insolvenza l’impresa originaria sorta nel 1986, mediante la creazione di una rete di società, formalmente controllate dalla prima e soggette ad una direzione unitaria da parte dei fratelli imprenditori, alle quali sono stati ceduti beni societari e rami d’azienda”.

È coinvolta nelle indagini, ancorché non colpita dal provvedimento cautelare odierno, anche la madre degli imprenditori, M.C. (cl. ’43), posta formalmente, dal 2016, a capo della società poi fallita. L’operazione si inserisce nel quadro delle linee strategiche dell’azione del Corpo volte a rafforzare l’azione di contrasto ai fenomeni di illegalità economico-finanziaria connotati da maggiore gravità nonché all’aggressione dei patrimoni dei soggetti dediti ad attività criminose e testimonia il costante impegno profuso a tutela dell’economia sana e delle imprese oneste che operano nel rispetto della legge.

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