Cosa succede dal 7 gennaio: Zona rossa, arancione, gialla

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Zona rossa, arancione e gialla: dal 7 gennaio, con la fine delle regole anti covid previste dal decreto Natale, l’Italia torna al sistema diversificato di colori in base a contagi e dati. E su quelli, governo e regioni decideranno misure e ordinanze ad hoc da applicare di volta in volta. Sul fronte dell’istruzione, almeno sulla carta, ricomincerà quindi la didattica in presenza nelle scuole superiori di secondo grado. In questa prima fase, secondo la previsione del Dpcm, in ogni istituto sarà garantito il rientro in presenza per il 50% degli studenti. In scadenza quindi, a partire dal 15 gennaio, le rigide limitazioni per il comparto ristorazione. Ma almeno fino a quella data – e salvo nuove regole varate da governo e premier -, in zona gialla bar, ristoranti e pizzerie resteranno aperti (anche nei giorni festivi) con consumo al tavolo solo dalle ore 5 alle ore 18, mentre dopo sarà vietato consumare cibo e bevande nei locali o per strada. Dalle ore 18 alle ore 22 sarà tuttavia consentito l’asporto, mentre la consegna a domicilio resterà sempre possibile.

A pesare sulle decisioni di governo e regioni però, come detto, saranno i dati forniti dalla Cabina di regia per il monitoraggio regionale. Che al momento non sono buoni: l’ultimo report dell’Iss ha infatti evidenziato la risalita dell’indice Rt a 0.93. “In particolare – analizza il documento – 9 Regioni e province autonome sono classificate a rischio basso: 11 sono classificate a rischio moderato, di cui tre (Emilia-Romagna, Valle d’Aosta e Veneto) hanno una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese nel caso si mantenga invariata l’attuale trasmissibilità. Una Regione (Sardegna) ha una classificazione del rischio ‘non valutabile’ – equiparato a rischio alto – data la bassa percentuale di completezza dei dati”. Le Regioni Calabria, Liguria e Veneto hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo 2 nell’epidemia di coronavirus in Italia.

Dati permettendo, un eventuale allentamento non sarà comunque un ‘libera tutti’. A confermare al Corriere della Sera che con ogni probabilità dopo l’Epifania rimarrà presente il coprifuoco, è il ministro della Salute Roberto Speranza: “Finché i vaccini non produrranno un impatto epidemiologico sulla popolazione, l’unica cosa che funziona sono le misure restrittive. L’indice Rt dà segni di ripresa, dopo la Befana dovremo ripristinare il modello delle fasce di rischio e confermare le misure base delle zone gialle. Sì, ristoranti e bar chiusi alle 18, chiusi piscine, palestre, cinema, teatri, stadi. Siamo ancora dentro la seconda ondata, Londra torna verso misure molto dure e anche noi abbiamo ancora troppi casi e troppi morti”.

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