I “Guardiani” di Trump sono già fra noi, in Sicilia

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L’America militare e misteriosa in casa nostra (2)

Di Salvo Barbagallo

Troppo lungo l’elenco delle “cose” che l’attuale Governo non rende note alla collettività italiana. Una collettività ininfluente nelle decisioni che prende il Governo avendo delegato persone che ha ritenuto “affidabili” a rappresentarle in Parlamento, e quindi convinte che gli interessi nazionali e dei cittadini venissero salvaguardati in ogni circostanza. Il “delegare” basandosi sulla fiducia, purtroppo, alla fine provoca delusioni, senso di prostrazione e impotenza, mancando spesso gli strumenti per potere rimettere a posto  il mosaico delle aspettative che è stato scombinato.

L’informazione che il cittadino riceve, poi, è sempre mediata dagli interessi di parte, e quindi mai completa, se non addirittura mistificata.

Non ci sono “misteri” in Italia, ma informazioni che non vengono date, e quando “qualcosa” sfugge è quasi sempre voluto.

Queste “considerazioni” possono apparire fuor di luogo in tempo di Pandemia, quando ogni individuo è impegnato ad affrontare i mille problemi che ha portato il Coronavirus, quando le ombre mortali sono dietro l’angolo. Pur tuttavia se “spezzoni” d’informazione possono indurre a “spezzoni” di conoscenza su ciò che accade quantomeno sul territorio dove si vive, riteniamo utile che vengano forniti.

Nell’articolo pubblicato ieri è stato sostenuto che Non costituisce un “caso” la presenza delle basi statunitensi in territorio italiano, da quelle a nord, a quelle della Sicilia e, anche e proprio in tempo di Pandemia, si portava all’attenzioneil trasferimento dall’Egitto alla base USA di Sigonella del Naval Medical Research Unit (NAMRU) 3, il reparto sanitario d’élite delle forze armate Usa che svolge ricerche e test su virus e batteri e concorre alla produzione di vaccini e farmaci “antivirali.

Ora una notizia riportata da AdnKronos ci riporta ad un’altra presenza importante, sempre nella stessa base USA di Sigonella.

Questa la notizia diramata ieri (20 dicembre) da AdnKronos:

Si chiameranno “Guardiani” i membri della Space Force, la Sesta armata delle Forze armate americane, quella appunto spaziale, che è stata creata da Donald Trump. E’ stato il vice presidente Mike Pence ad annunciare “a nome del presidente degli Stati Uniti che d’ora in poi gli uomini e le donne della Space Force saranno chiamati Guardiani”.

“Soldati, marinai, avieri, marine e guardiani difenderanno la nostra nazione nelle prossime generazioni”, ha aggiunto Pence mentre sull’account Twitter della Space Force – che a luglio ha adottato il motto SemperSupra – viene ricordato che il nome ‘Guardians’ ha una lunga tradizione nella storia delle operazioni spaziali, andando fino al motto dell’Air Force Space Command del 1983 “Guardians of the High Frontier”.

Quando Trump su Twitter rese noto il logo della Us Space Force aveva suscitato lo scorso anno le prese in giro dei social, vista la sua incredibile somiglianza con quello di Star Trek.

Sulla Space Force é passata nel dimenticatoio la notizia, fornita dal quotidiano La Repubblica il 12 febbraio scorso (quando c’era ancora qualcuno che metteva in dubbio il propagarsi della Pandemia) che così veniva data: :“Il territorio italiano entra nell’era delle guerre stellari. Giovedì scorso (6 febbraio 2020, n:d.r.) con una breve cerimonia è stata inaugurata la “base spaziale” dell’aeroporto statunitense di Sigonella. A presidiarla la squadra Alfa della prima Compagnia spaziale del primo reggimento spaziale dell’unica brigata spaziale americana esistente. Sì, sembra uno scioglilingua ma la denominazione fa capire l’importanza di questo reparto: in pratica, sono i pionieri …”.

Scrivevamo in quella data, e riproponiamo ora: Cosa è la “Space Force” che sta andando a presidiare (unitamente ai droni, al MUOS e tanti altri arnesi da guerra) questa parte del territorio siciliano? Lo ha spiegato due anni addietro Michela Della Maggesa su “Formiche”: Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dato mandato di creare una “Space Force” in seno al Pentagono. Si tratterebbe di una Sesta Forza Armata all’interno del Dipartimento della Difesa, che in questo momento è al lavoro per capire come procedere nella costituzione di un nuovo soggetto militare. “Comprendiamo la linea del Presidente – fa sapere la portavoce del Pentagono, Dana White – ci attiveremo sulla questione, che ha implicazioni per intelligence, Aeronautica, Esercito, Corpo dei Marine e Navy. Sarà un processo – ha aggiunto – che riceverà il contributo di tutti i soggetti coinvolti (…) La direttiva data al Dipartimento della Difesa al fine di proteggere le risorse spaziali statunitensi gestendo l’orbita terrestre bassa è ampia e mira anche a “ridurre la crescente minaccia dei detriti orbitali nell’interesse di tutte le nazioni”, spiega la Casa Bianca. Inoltre ha lo scopo di razionalizzare i processi normativi che hanno ostacolato gli sforzi commerciali volti a sviluppare i lanciatori e i sistemi di esplorazione spaziale. La terza Direttiva sulla politica spaziale fornisce infine linee-guida e orientamenti per garantire che gli Stati Uniti possano fornire un ambiente sicuro per operare in presenza di un aumento del traffico commerciale nello spazio (…)..

Poco o nulla si può dire sul reale “significato” di questa ulteriore presenza militare straniera nella installazione USA di Sigonella alle porte di Catania. Né sappiamo se l’attività della citata “Squadra Alfa” della “Space Force” sia collegata al realizzato e sempre collocato a Sigonella Joint Tactical Ground Station (abbreviato JTAGS) i cui lavori sono iniziati nel 2016. La JTAGS è una stazione con un sistema di ricezione e trasmissione satellitare che è in grado di prevedere il lancio di missili balistici con testate nucleari, chimiche, biologiche o convenzionali. JTAGS individua i missili che hanno una gittata compresa tra i 300 e i 3.500 km (missili da teatro). Essa riceve e processa i dati che provengono dalla costellazione satellitare del Defense Support Program. Il suo scopo è dare l’allarme, individuare il punto esatto del lancio e permetterne la distruzione, ha spiegato il Pentagono. Per queste sue caratteristiche è stata definita come una sorta di “scudo protettivo”. Tra i suoi altri ambiti, JTAGS opera con il Theater Event System (TES) e con il Comando per le operazioni spaziali USA. Il JTAGS è affidato al controllo della 1st Space Company (proveniente dalla United States Army Space and Missile Defense Command). Attualmente la Joint Tactical Ground Station ha cinque distaccamenti nel mondo: due a Colorado Springs (sede principale della JTAGS), uno nel Texas, uno in Europa (Sigonella), uno tra la Corea del Sud e il Giappone.

Come può notarsi fin troppe cose restano “sconosciute”, ovviamente non solo per quanto concerne le attività statunitensi di Sigonella. Certo toccare questi argomenti in tempo di Pandemia può apparire blasfemo. Il fatto è che questi argomenti, come tanti altri, l’attuale Governo sembra tenerseli nel cassetto, chiusi a doppia mandata. In fondo, con i problemi che abbiamo sulla vecchia Terra, chi ha interesse a parlare dei “Guardiani dello Spazio”. Qualcuno, però, dovrebbe spiegare cosa ci stanno a fare questi “Guardiani” in Sicilia?

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