Fiorella Mannoia: “Canto speranza nell’anno più brutto dal Dopoguerra”

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di Antonella Nesi

(AdnKronos) “Questo album è stato concepito nel primo lockdown ed ha risentito di quel clima sospeso, di quei pensieri su un nuovo Umanesimo, delle riflessioni su che società abbiamo costruito”. Ed è “album pieno di speranza”, sebbene sia nato “in questo 2020 che è l’anno più brutto dal Dopoguerra”. Così Fiorella Mannoia ha introdotto, in un’affollata conferenza stampa da remoto, ‘Padroni di niente’, il suo nuovo album di inediti in uscita oggi in formato cd e in digitale e disponibile dal 20 novembre anche in vinile.

Emblematica anche la copertina dell’album, ispirata al quadro “Viandante sul mare di nebbia” di Caspar David Friedrich, che ritrae la viandante Fiorella, mentre osserva la propria civiltà, ci si specchia dentro e riflette su tutto il bello e il brutto che l’uomo ha costruito. “Padroni di Niente” contiene 8 nuovi brani a cui hanno collaborato autori di diverse generazioni, da Ultimo ad Amara, da Bungaro a Simone Cristicchi: la title-track (firmata da Amara), “Chissà Da Dove Arriva Una Canzone” (Ultimo), “Si È Rotto” (Enrico Lotterini, Fabio Capezzone, Fiorella Mannoia), “La Gente Parla” (Amara, Simone Cristicchi), “Sogna” (Edoardo Galletti, Fiorella Mannoia), “Olà” (Bungaro, Cesare Chiodo, Fiorella Mannoia), “Eccomi Qui” (Bungaro, Cesare Chiodo, Carlo Di Francesco) e “Solo Una Figlia (con Olivia XX)” (Arianna Silveri).

Fiorella ha calendarizzato anche il tour con cui porterà live il nuovo album e non solo, che partirà il 12 maggio 2021 da Bologna: “A maggio dobbiamo ripartire. In un modo o in un altro, con le modalità compatibili al momento, dobbiamo ripartire. O sarà un disastro”, ha detto l’artista romana, convinta che il governo debba fare “di più” per i lavoratori dello spettacolo fermi da mesi. “Non è vero che la cultura non è un bene essenziale, lo è come il pane”, ha sottolineato.

Il pezzo che dà il titolo all’album è figlio delle considerazioni fatte durante l’impatto duro con la pandemia della primavera scorsa: “Ci siamo resi conto come sia bastata una minuscola entità cellulare per metterci in ginocchio e farci rendere conto che non siamo padroni di niente”, ha detto Fiorella. “Eppure quando si è riaperto tutto, siamo tornati tutti come prima, se non peggio” e anche il Covid “è diventato una cosa su cui diversi tra destra e sinistra”. Forse anche per questo, la seconda ondata ci trova “arrabbiati, preoccupati per il futuro: costretti a dover scegliere tra salute e lavoro. E c’è chi si trova a pensare che se non muore di Covid morirà di fame”.

Pur essendo figlio di un momento così preciso e forte della storia, l’album affronta “temi universali”: “Ci sono canzoni che non hanno tempo nel disco, un concetto come quello di ‘Padroni di niente’ è sempre attuale, così come ‘La gente parla’, che è una riflessione anche su quello che accade sui social network, tutti esperti, tra insulti, giudizi e prediche”. Così come è un concetto universale quello contenuto in ‘Solo una figlia’, che racconta le storie tragiche di due ragazze, una sposa bambina e l’altra vittima di violenza. Un brano che nasce dalla formula della “canzone sospesa”, inaugurata dalla Mannoia nel precedente disco e che prende spunto dalla tradizione napoletana del “caffè sospeso”. Fiorella ha deciso di condividere (“e credo che lo farò in tutti i dischi d’ora in avanti”) uno spazio nel proprio album con un’artista emergente, che in questo caso è la cantautrice Olivia XX con cui duetta appunto sulle note di ‘Solo una figlia’. Poi c’è ‘Sogna’ che “è la prosecuzione del dialogo tra madre e figlia” nato in un precedente brano intitolato ‘In Viaggio’. O ‘Olà’ che invece affronta il tema sempreverde del “prendere in mano la propria vita, che dipende solo da noi”.

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