Covid, Gabrielli: “Possibili tensioni di piazza, servono equilibrio e dialogo”

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“Sin dalla prima ‘cinturazione’ dei comuni del lodigiano, la Polizia di Stato è stata impegnata in prima linea per garantire il rispetto delle misure adottate dal governo per contenere la diffusione del virus Covid-19. Siamo stati rigorosi per la tutela della salute delle nostre comunità, ma abbiamo ispirato le nostre condotte alla consapevolezza della delicatezza del momento che esigeva la capacità di entrare in empatia con i nostri concittadini per intercettare le loro vulnerabilità”. Così il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, in un intervento pubblicato sulla nuova edizione del ‘Libro dei Fatti’ voluto dall’editore dell’Adnkronos, Giuseppe Marra, fa il punto sull’emergenza coronavirus e sulle priorità da affrontare in questo post-lockdown in cui – spiega – si prospettano tentativi di infiltrazioni delle mafie nelle imprese in crisi di liquidità e il rischio di un autunno ‘caldo’ sul fronte del disagio sociale.

“Ma la nostra presenza non si è limitata a una mera funzione repressiva delle condotte vietate – spiega Gabrielli – Abbiamo prestato, innanzitutto, soccorso e assistenza alla nostra popolazione. Perché questo è il nostro Dna, come testimoniato dalle due fiaccole fiammeggianti che si incrociano nel nostro stemma araldico e che fanno riferimento proprio a questa funzione tipica dell’Amministrazione di Pubblica sicurezza. Sono, inoltre, tante le iniziative delle donne e degli uomini della Polizia di Stato che sono andate oltre i compiti istituzionali. Gesti di solidarietà per gli anziani, raccolte fondi per le famiglie in difficoltà, trasporti di materiali in ospedale, fino alla collaborazione nelle attività di sanificazione delle strade. Questa è stata la cifra della nostra Amministrazione”.

“Ora abbiamo la consapevolezza che il nostro ruolo sarà ancora più cruciale in questo periodo post Covid – sottolinea Gabrielli – Molteplici, infatti, i fronti che dovremo monitorare. Oltre al ritorno di una criminalità predatoria che nella fase di lockdown non ha potuto operare, siamo chiamati a tutelare le nostre comunità dal tentativo delle mafie di infiltrarsi nell’economia legale, colpita dalla crisi di liquidità. Le difficoltà economiche che stanno iniziando a colpire le fasce più deboli del Paese potranno, inoltre, tramutarsi in disagio, quale precondizione per una stagione di tensioni sociali. E di fronte a possibili tensioni di piazza, il nostro compito deve essere quello di operare con professionalità e capacità di comprendere la sofferenza e il disagio di chi ci sta di fronte. Perciò serviranno equilibrio e capacità di dialogo evitando esercizi muscolari. Perché la nostra missione è il quotidiano impegno per garantire la civile e pacifica convivenza”. (AdnKronos)

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