di Salvo Barbagallo
Il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana “Avvenire” porta oggi in prima pagina e con caratteri vistosi un titolo emblematico: “Polveriera Sicilia”.
Ricordiamo e riportiamo da Wikipedia, cosa è questo giornale: Il quotidiano si muove nel rispetto della dottrina della Chiesa cattolica ma in piena autonomia dalla gerarchia: infatti può prendere una sua posizione “per difendere e sostenere valori sulla base di motivazioni umane, morali, solide e profonde”. Si autodefinisce «quotidiano di ispirazione cattolica» nel senso che è un giornale fatto da cattolici, ma che vuole essere interessante anche per coloro che non sono credenti.
Nel sommario del vistoso titolo si legge: Sospesa l’ordinanza di Musumeci. Chi soffia sul fuoco della paura dei migranti. Intimidazioni e false news contro l’accoglienza. Anche verso il processo a Salvini.
Non c’è che dire: di certo una bella e istruttiva lezione a proposito di “false news”. Non potrebbe essere diversamente, d’altra parte, viste le prese di posizione di chi vede “nei migranti il volto di Cristo”, ma non spende un euro a favore di quanti hanno veramente bisogno di aiuto.
La Sicilia è stata da sempre “madre” dell’accoglienza. Punto.
La Sicilia da sempre (purtroppo) è stata “terra di conquista”. Punto.
La Sicilia da sempre (in un modo o in un altro) è stata ed è “terra occupata”. Punto.
La Sicilia da sempre (suo malgrado) è stata “terra venduta” al miglior offerente. Punto.
Messi a fuoco questi elementi (ma se ne potrebbero aggiungere tanti altri) ci limitiamo ad analizzare soltanto questo titolo in bella mostra nella prima pagina di “Avvenire”, rifiutando di leggere l’articolo: inutile sprecare tempo.
“Polveriera Sicilia”: può rispondere alla realtà, non però nei termini indicati. Infatti non crediamo, per convinzione, che ci sia qualcuno “che soffia sul fuoco della paura dei migranti”. Da secoli chi è venuto in Sicilia dall’altra sponda del Mediterraneo non in veste di “invasore” è stato accolto, integrandolo perfettamente nella Comunità isolana. L’inarrestabile flusso “migratorio” che ormai da anni si ha verso la Sicilia ha connotazioni di origine e natura equivoche: le caratteristiche di chi mette piede in terra Siciliana sicuramente non rispecchiano “il volto di Cristo”, ma assomigliano molto di più a quelli appartenenti a una sorta di “legione straniera” che ha finalità sconosciute. Abbiamo già posto l’inquietante interrogativo Cosa c’è dietro la “solidarietà di Stato” in quanto se di “vera solidarietà” si trattasse, lo Stato che la sta imponendo alla collettività nazionale avrebbe dovuto attrezzarsi adeguatamente per l’accoglienza, e non lasciare migliaia e migliaia di individui fuori controllo a scorazzare per il territorio nazionale, provocando le problematiche note a tutti. Soprattutto in tempi di Pandemia e con i contagi incontrollabili.
Che il punto di approdo di questa sorta di “legione straniera” sia la Sicilia è una “questione” che le Autorità conoscono da anni e anni: fin quando non si è avuta la deflagrazione nel Paese del Coronavirus la “questione” è stata mantenuta nell’ambito delle “normali” speculazioni sull’accoglienza medesima. Dopo, la “questione” è sfuggita di mano? Non lo crediamo.
Crediamo, invece (ma potremmo essere in errore, e quindi è solo una nostra “opinione”), che la “questione” sia stata “politicamente” una buona occasione per “ridimensionare” in maniera drastica i “poteri” che alla Sicilia sono stati dati con la concessione di uno Statuto Speciale, fin troppo pericoloso se le sue norme fossero state messe in atto. Infatti lo Statuto – ecco, la Sicilia terra “svenduta” – chissà a seguito di quali accordi scellerati, non è mai stato applicato da chi avrebbe potuto farlo.
Quanto si è verificato negli ultimi giorni con l’impugnativa del premier Conte dell’ordinanza di sgombero degli hotspot emessa dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, e la conseguente (velocissima!) decisione del TAR– volente o nolente – ne è una prova lampante: è la dimostrazione che questo Statuto Speciale deve essere “cancellato”. Vedremo nell’immediato futuro se questa “ipotesi” corrisponderà al vero.
Sono trascorsi 75 anni da quando la maggioranza dei Siciliani premeva con ogni mezzo per avere una “Sicilia Indipendente”: la concessione da parte dello Stato alla Sicilia dello Statuto Speciale fu il “compromesso” per eludere quel “pericolo” all’unità del Paese. Il “pericolo” venne scongiurato, la Sicilia si accontentò di quell’ampia “Autonomia” che le norme dello Statuto Speciale le concedeva. Quell’Autonomia Speciale mai applicata ha costituito e costituisce ancora un “pericolo” perché fa parte della Costituzione Italiana: quell’Autonomia Speciale va eliminata e ora, con l’attuale Governo nazionale, ci sono tutte le condizioni per farlo. La Sicilia deve essere una Regione come tutte le altre: di “Speciale” non deve avere nulla. Forse (ma potremmo, ancora una volta, essere in errore…) tutto ciò lo comprende bene (molto bene) il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: i suoi “silenzi” in merito appaiono comprensibili, se pur imbarazzanti.
E tutto ciò è possibile perché oggi, Anno Domini 2020, in Sicilia non c’è alcun rischio che possa riemergere il “sentimento” indipendentista: la popolazione è troppo stanca, il lockdown ha giocato il suo ruolo, lo scetticismo è generale, non ci sono punti di riferimento affidabili da nessuna parte politica, non ci sono voci “credibili”, o chi ci metta la faccia per portare avanti istanze legittime perché consapevole che verrebbe considerato “sovversivo” nel “nuovo ordine mondiale” che viene costruito senza incontrare alcuna contrapposizione.
Si riporta la Sicilia indietro di 75 anni: una macchina del tempo che avrà lo scopo iniziale di eliminare quel pericoloso “compromesso obbligato” costituito dalla concessione dello Statuto Speciale. Il resto verrà dopo.
Si dovrebbe dire “basta con le mistificazioni”! Di “false news” se ne ha abbastanza. Attenzione, però: un errore madornale se si ritiene che la gente sia “tutta” stupida e se si ritiene che non sia in grado di comprendere quanto sta accadendo in questo Paese. Così come è un errore voler riportare la Sicilia indietro di 75 anni. È vero: la Sicilia è una polveriera. Può esserci sempre l’imprevisto dietro la porta: chi può innescare la miccia…