Il TAR mette KO Musumeci e la Sicilia

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Il Tar della Sicilia, con un decreto cautelare monocratico a firma del presidente della Terza Sezione depositato oggi pomeriggio, ha sospeso l’efficacia dell’ordinanza del governatore della Sicilia Nello Musumeci, che aveva disposto lo sgombero di hot spot e centri di accoglienza migranti dell’isola. Il tribunale amministrativo regionale ha dunque accolto l’istanza cautelare presentata dal governo e ha fissato la camera di consiglio per il 17 settembre. (AdnKronos)

Quando si dice “lampo e stampo”!

di Salvo Barbagallo

Che il TAR si potesse esprimere negativamente nei confronti dell’ordinanza di sgombero degli hotspot e dei centri di accoglienza migranti nell’isola emessa dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, era più che prevedibile. Quel che stupisce è la “celerità” con la quale si è espresso il TAR emanando il suo decreto cautelare.

A questo punto non c’è da meravigliarsi di nulla: non occorre porsi interrogativi o avere dubbi di sorta sulla “volontà” dell’attuale Governo (?) nel volere imporre come “giusto” e condivisibile anche ciò che possibilmente “giusto” non è. Altrove, in altri Paesi che di “democrazia” ne masticano poco, si direbbe che il “pugno di ferro” vale più delle regole: allora si può (o si deve) incominciare (?) a dubitare che l’Italia sia un Paese veramente “democratico”? Si deve dubitare che la Costituzione Italiana abbia un reale valore? Si devono mettere in discussione “tutte” le Istituzioni? Non sappiamo rispondere a questi interrogati: di interrogativi già da mettere sul tappeto ce ne sono fin troppi.

Proprio nel nostro Editoriale precedente (ancora in pagina) ci chiedevamo C’è chi vuole spaccare il Paese e con quale finalità?”.Oggi sembra appalesarsi la “volontà” di creare conflittualità strumentali per determinare fratture che potrebbero essere insanabili. Ci chiedevamo anche “C’è chi sta considerando la rabbia dei cittadini comuni Siciliani, molti dei quali si considerano già carne da macello?”. A questo interrogativo ora ne aggiungiamo un altro: “Si vuole che la rabbia esploda?

Per l’attuale Governo e per il premier Conte non possono esserci alibi, né paraventi dietro quali nascondersi: il loro operato parla chiaro. E in questo momento non è il caso di aggiungere altro, se non riproporre nei termini esatti e senza togliere una virgola, il primo interrogativo che ci ponevamo nell’articolo precedente:

Il primo interrogativo: “Perché il Capo dello Stato Italiano, Sergio Mattarella” è rimasto e rimane in silenzio sulla delicata questione, senza porsi come “garante” delle Istituzioni stesse che stanno mostrando una pericolosa conflittualità in un momento grave per l’intero Paese colpito da Pandemia?”. È questo l’interrogativo che si pone il cittadino “comune”, quel cittadino che compone la collettività, che “deve” essere tutelato dallo Stato in tutte le sue espressioni, costretto ad assistere a “divergenze” che fanno mettere in dubbio la “validità” della stessa Costituzione e l’operato di chi dovrebbe farla rispettare.

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