Esplosa la tensione in Libano

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La gente in strada chiede le dimissioni di tutto il Governo. La popolazione di Beirut, devastata dall’esplosione al porto, è ora furiosa. Le forze di polizia reagiscono con i lacrimogeni e le cariche ma la gente appare sempre più infuriata e dopo centinaia di feriti (238 sembra) un agente è stato ucciso negli scontri.

Le immagini, trasmesse sui social media, hanno mostrato i manifestanti lanciare documenti e foto del presidente Michel Aoun dalle finestre del ministero dell’Economia, che si trova in Piazza dei Martiri in centro a Beirut.

Il primo ministro libanese Hassan Diab ha puntato il dito contro la ”corruzione” identificata come ”causa dell’esplosione” che martedì ha colpito il porto di Beirut causando la morte di almeno 158 persone.

Il premier libanese ha quindi annunciato che ”lunedì chiederò al Consiglio dei ministri di convocare elezioni anticipate”.

Poco prima i manifestanti erano entrati in quello degli Esteri, dove hanno dato alle fiamme le fotografie del presidente libanese Michel Aoun. Dall’interno del ministero degli Esteri occupato, i manifestanti avevano chiesto che venissero processati i responsabili dell’esplosione di martedì e le dimissioni dell’attuale leadership politica. Con alcuni striscioni, i manifestanti avevano anche chiesto la demilitarizzazione di Beirut.

Durante la protesta di oggi alcuni manifestanti hanno ‘impiccato’ a piazza dei Martiri una sagoma di cartone di Hassan Nasrallah, leader spirituale del movimento sciita Hezbollah.

Sosteniamo il diritto alla protesta pacifica” twitta l’ambasciata americana a Beirut, secondo il quale “il popolo libanese ha sofferto fin troppo e merita leader che lo ascolti e risponda alle richieste popolari di trasparenza e individuazione delle responsabilità”. “Sosteniamo il suo diritto alla protesta pacifica ed esortiamo tutte le persone coinvolte ad evitare violenze”, continua il tweet.

Intanto il bilancio della tragedia è fermo a 158 morti, oltre 6 mila feriti e 21 dispersi.

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