La Regina della Litweb

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di Salvo Zappulla

Internet è l’invenzione del secolo, ha rivoluzionato il mondo della comunicazione. Se prima il monopolio dell’informazione apparteneva alle grandi testate giornalistiche, ora anche i piccoli editori e gli autori sconosciuti hanno trovato un’alternativa per avere visibilità. Anche se il mondo del virtuale è un oceano popolato da pesci multiformi che si muovono sconnessi alla ricerca di luce; un universo parallelo alla carta stampata, cui si contrappone, cerca la sua via, spesso genera confusione e i testi pubblicati non ricevono una vera selezione. Istituzione democratica per eccellenza, il web un piccolo spazio non lo nega a nessuno. Il rischio è di immergersi in un grande calderone dagli ingredienti più disparati; ma il web apre anche alla speranza, offre un piatto di minestra calda al viandante-scrittore cui altri hanno sbattuto la porta in faccia. Ed ecco che milioni di persone hanno trovato come tirare fuori i loro scritti dal cassetto, per proporli in questo palcoscenico futuristico che permette connessioni all’infinito con lo scambio di link. Possiamo considerarlo un vero movimento artistico? Un esercito di pennaioli destinato a rivoluzionare il mondo della letteratura? O piuttosto un surrogato, un supporto che aiuta a tenere in vita i sogni velleitari di tante persone prive di talento?

Sicuramente ha i suoi aspetti negativi, è un congegno mostruoso in grado di trasformare la vita di un individuo e alimentare illusioni, ma non vi è dubbio che fornisca ossigeno ai più deboli, che sia entrato nelle nostre esistenze modificando comportamenti e impulsi, che abbia ridato entusiasmo e linfa a quanti si erano già rassegnati. Scrittori che non avevano visibilità si sono costruiti il loro bel sito per comunicare con i lettori e annunciare le loro iniziative. Molti preferiscono pubblicare i loro libri in versione e-book, o meglio autopubblicarli, e investire risorse in proprio facendo a meno degli editori. Ma come si articola questo modo di operare? È funzionale? Quante possibilità ci sono di emergere dal marasma di testi inseriti nei siti specializzati? Si può sperare nel miracolo di un improvviso successo?  Ne parliamo con Ippolita Luzzo, una tipa tosta, un peperino che sa come districarsi in questa foresta e non fa sconti a nessuno, tanto da essersi meritata l’appellativo di Regina della Litweb.

Ippolita, cosa significa oggi fare cultura attraverso internet?

Ben trovati, mio caro Salvo, sono giunta a te proprio tramite Internet. Ti ringrazio della tua attenzione e provo prima a presentare l’incontro con una mia categorica asserzione: Io di solito non pronuncio quella parola lì “cultura” perché è tutto e niente ormai e preferisco invece parlare di incontro e relazione, di conoscenza possibile tramite il web. Si può dare di più anche senza di lei… senza nominarla.

So che sei una lettrice molto esigente, sei nella giuria del premio Brancati, promuovi eventi. Una vera esperta del settore. Come funziona il mondo dell’editoria? Chi detiene il potere ed è in grado di decidere quali sono gli scrittori da consacrare alla gloria?

Più che essere una lettrice esigente sono una lettrice fisica, nel senso che, se leggo un testo sciocco o scritto male, ho mal di stomaco e mal di testa. Ho veri fastidi fisici anche quando leggo articoli di giornale scritti da fasulli giornalisti. Vedi bene come sono messa! Ho sempre letto come mio modo di essere al mondo e ora, per puro caso, sono i libri ad arrivare a casa mia per farmi visita. Con la tua domanda tu vuoi ch’io rinnovelli, come disse Francesca a Dante nell’inferno, ciò che mi porta dolore e cioè la trasformazione dell’editoria in commercio bieco, in un assalto agli spazi e alle librerie. Il mondo dell’editoria piramidale purtroppo lo conoscerai anche tu, le grandi concentrazioni che occupano quasi tutti i luoghi del leggere, scuole, carceri, librerie e televisioni. Resta uno spazio minimo per le medie e piccole case editrici indipendenti, ed è a loro che rivolgiamo grati lo sguardo, perché sono loro che spesso pubblicano autori meritevoli. Noi chiamiamo resistenza leggere ciò che non ci viene continuamente pubblicizzato, poi ai posteri l’ardua sentenza. Cosa resterà dei libri tanti osannati e venduti in questi tempi sciocchi? Credo pochissimo o nulla.

Cos’è il Regno della Litweb?  E come sei stata eletta regina in pieno contesto repubblicano?

Sorridendo ti rispondo. Ero appena stata bannata su un sito letterario per aver criticato il conformismo imperante e un autore che mi seguiva e scriveva articoli sull’allora nascente Litweb, letteratura web, mi propose di scrivere su un blog. Lui mi creò il blog e nel dare il nome, partendo da Ippolita e dal mito, siamo giunti insieme dalla regina delle Amazzoni alla regina della Litweb.

Nata la regina, subito dopo nasce il Regno della Litweb, affinché si potesse esercitare il dominio assoluto. Scherzosamente poi spiego che io, come persona, non ho nulla a che fare con il titolo del blog, che rimane solo un modo per denominare uno spazio dove trovano attenzione i bei libri, i libri veri. Chiunque mi chiamerà regina nell’incontrarmi dal fruttivendolo o ad un funerale avrà gli arresti immediati! Ho terrorizzato tutti i sudditi.

Il Regno però esiste e gode della stima di tante case editrici, di tanti autori, di librerie e di Festival Letterari. Sono stati invitata per ben sei anni consecutivi al Festival Leggere e Scrivere di Vibo Valentia proprio in qualità di Regno della Litweb.

Il tuo libro pubblicato con “Città del Sole edizioni”, “Pezzi”, l’ho trovato dissacrante, effervescente, destinato a fare a pezzi i luoghi comuni e le banalità. Quale messaggio hai voluto trasmettere?

Caso più unico che raro, ti rivelerò che il libro non è il mio libro, io ho semplicemente dato il consenso, grata della stima, alla Casa Editrice Città Del Sole di Reggio Calabria di poter scegliere dei pezzi da blog.

 I settanta pezzi, scelti a cura di Letizia Cuzzola, sono stati portati a Roma a Più Libri Più Liberi alla Nuvola a Dicembre 2019, ricevendo apprezzamenti pubblici e privati da Dante Maffia, Claudia Melica, Giovanna Albi, Rossella Pretto e moltissimi altri critici e autori su riviste letterarie nazionali.

“Fare a pezzi i luoghi comuni e le banalità”, mio caro Salvo, nella tua domanda sta già la risposta. Io rido spesso di ciò che è pomposo, rido anche delle lodi sperticate, del “baciamo le mani” come si dice anche in Sicilia, rido delle associazioni che non associano un bel nulla ma sono anch’essi centri di potere. Rido di ciò che non ridono moltissimi altri perché la mia è la risata benevolente ma triste su un mondo di relazioni sciupate.   

A Lamezia Terme hai invitato molti scrittori siciliani negli incontri che organizzi, parlaci di loro o di qualcuno di loro che ti ha colpito in maniera particolare.

Pur nella difficoltà di organizzare incontri senza avere i favolosi fondi regionali che io non posso avere per problemi tecnici, essendo un regno della fantasia non ho timbri giusti per accedere, pur tuttavia gli autori riescono ad arrivare fin quaggiù, nel golfo di Sant’Eufemia, nella piana di Lamezia terme dove sono presenti due librerie, la più grande e storica Libreria Tavella, e la più recente Libreria Mondadori gestita da Valentina Curatolo e Bruno De Nardo. Entrambe le librerie sono accoglienti e ospitano molte iniziative e a volte accolgono i miei suggerimenti.

Con la tua domanda mi fai ritornare alla memoria la bellezza degli incontri con gli autori siciliani, sono amicizie carissime, nate dalla lettura e dalla stima immensa. Incontri particolarissimi e ricchi di umanità.

Ho invitato a Lamezia Maria Antonietta Ferraloro, narratrice e saggista, di Tomasi di Lampedusa e luoghi del Gattopardo.

Ho visto nascere e letto il suo L’opera-orologio.Saggi sul Gattopardo (Pacini, 2017) e grazie alla Associazione Uniter e alla presidente Costanza Falvo d’Urso, abbiamo portato nella Scuola media Pitagora il suo libro Il Gattopardo raccontato a mia figlia.

Verrà a breve sempre all’Uniter Raffaele Mangano, giornalista e scrittore, nonché direttore artistico del Premio Brancati. Di lui vorrei ricordare l’amatissimo “Il pescatore di tonni”, e l’ultimo “La colpa”.

Come apertura dell’anno sociale questo anno all’Uniter abbiamo ospitato a novembre Giuseppe Giglio, raffinato critico letterario, e Vito Catalano, nipote di Leonardo Sciascia, in occasione del trentennale della scomparsa dello scrittore sempre amatissimo.

Fra i giovani scrittori vorrei invitare in futuro Vladimir Di Prima con il suo ultimo libro Avaria, in questi giorni in libreria.

E mi auguro di riuscire ad Invitare te e il Violino di Dio… sarebbe bellissimo. 

W la Sicilia dal Regno grande della Litweb

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