Interrogativo inquietante: perché Conte vuole secretati gli atti sul Coronavirus?

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di Salvo Barbagallo

Volutamente cerchiamo di scrivere “poco” sull’operato del Governo Italiano: lo facciamo di mala voglia soltanto quando è indispensabile per “dovere” d’informazione. In poche parole: cerchiamo di evitare le “facili” polemiche. Ci sono, però, azioni di questo Governo che a volte suscitano inevitabili domande, altre volte provocano “inquietanti” interrogativi. Esempio attuale di interrogativo “inquietante”: “Perché il premier Conte vuole secretati i verbali sulle attività del Comitato tecnico-scientifico prodotti in questi mesi di emergenza Covid-19?”.

Luca Sablone sul quotidiano online de “Il Giornale” sostiene che “L’intento del presidente del Consiglio sarebbe quello di tenere occultati i documenti del Cts alla base dei Dpcm emanati durante il lockdown di marzo e aprile. Come riportato da La Repubblica, il governo ha fatto ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar di rendere pubblici i verbali secretati del Comitato tecnico-scientifico della Protezione civile. Già ad aprile Rocco Mauro Todero, Andrea Pruiti Ciarello e Enzo Palumbo – tre avvocati della fondazione Luigi Einaudi di Roma – avevano fatto ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Lazio contro il rifiuto di far conoscere i documenti del Cts. Il presupposto al ricorso è che sarebbe del tutto lecito conoscere le valutazioni alla base delle misure di restrizione visto che i Dpcm hanno inevitabilmente limitato diritti e La richiesta di pubblicizzazione degli atti serviva a rendere chiari ed evidenti i fondamenti delle azioni intraprese da Conte: i ricorrenti hanno concesso al governo la possibilità di rendere trasparente l’azione esecutiva e valutabile a posteriori l’operato in quella delicata fase emergenziale”.

Crediamo che quanto sostenuto da Sablone possa essere una “razionale” risposta all’inquietante interrogativo da noi posto, comprendendo bene le ragioni poste da tre avvocati della Fondazione Luigi Einaudi di Roma, Rocco Mauro Todero, Andrea Pruiti Ciarello e Enzo Palumbo, che si erano rivolti al Tar dopo che la Protezione Civile ha ripetutamente negato loro di conoscere i contenuti dei verbali.

All’inquietante interrogativo si può aggiungere l’altrettanta inquietante risposta data agli avvocati della Fondazione Einaudi dai legali di Palazzo Chigi, che così spiegano i motivi della “segretezza”: “L’emergenza non è finita, pertanto la conoscenza dei verbali del Comitato tecnico scientifico potrebbe produrre un danno alla sicurezza e ordine pubblico”.

Ulteriore e inevitabile altro interrogativo inquietante: “Cosa c’è di pericoloso scritto nei verbali che, se resi di pubblico dominio, potrebbe provocare danno alla sicurezza e ordine pubblico?”.

Altri interrogativi “inquietanti” potrebbero aggiungersi sull’operato del Governo e del premier  Conte: li evitiamo. C’è la nostra certezza che a questi interrogativi non sarà mai data risposta esauriente.

E qui è opportuno fermarsi, non andare oltre…

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