‘Ndrangheta, inchiesta a Reggio Calabria: coinvolti assessore e vice sindaco

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I carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, in collaborazione col Reparto operativo carabinieri per la Tutela Ambientale di Roma, hanno dato esecuzione ad un decreto, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio, che dispone l’amministrazione giudiziaria per le società Avr e Ase-Autostrade service, entrambe con sede legale a Roma, e il controllo giudiziario per la Hidro Geologic Line, con sede legale a Reggio Calabria.

Parallelamente, nell’ambito della stessa inchiesta coordinata dalla Dda reggina, un avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato a tredici indagati. Fra questi, oltre a due dipendenti dell’Avr accusati di concorso esterno in associazione mafiosa, anche otto amministratori pubblici fra cui l’assessore regionale Domenica Catalfamo, finita sotto inchiesta nella sua qualità di ex dirigente del Comune di Reggio, ed il vicesindaco di Reggio Armando Neri.

L’assessore Catalfamo e Neri sarebbero coinvolti insieme ad altri amministratori pubblici appartenenti al Comune di Reggio Calabria, al Consiglio comunale, alla Città Metropolitana, al Consiglio Regionale ed ex Provinciale, al Comune di Taurianova, indagati a vario titolo, in concorso con l’Amministratore delegato ed altri responsabili della predetta società, per avere esercitato indebite pressioni al fine di ottenere l’assunzione di personale segnalato e per avere commesso atti di corruzione per l’esercizio della funzione o per il compimento di atti contrari ai doveri di ufficio. Il tutto allo scopo di agevolare la società nei rapporti con la Pa controllante al fine di ricevere indebite utilità.

Entrambi i provvedimenti sono basati sulle indagini svolte nei confronti degli amministratori della società Avr; indagini che hanno consentito di accertare stabili rapporti di questa con imprenditori intranei o comunque collegati con cosche di ’ndrangheta e con amministratori pubblici in un contesto di relazioni di scambio reciproco finalizzato ad assicurare a tutti i protagonisti varie utilità.

L’inchiesta accerterebbe in particolare che l’espansione territoriale di Avr scaturiva proprio dalla sua permeabilità agli interessi delle cosche e di alcuni amministratori pubblici. La Avr, infatti, viene descritta come “consonante” agli interessi criminali più solidi presenti nel territorio reggino, e dunque funzionale ad essi. A Reggio Calabria è attiva nel ciclo integrato dei rifiuti per il Comune (e per diversi comuni della provincia) attraverso la raccolta porta a porta, il trasporto, il trattamento, il recupero dei rifiuti e la pulizia del suolo; ma anche nella gestione della rete stradale della Città Metropolitana di Reggio e nell’appalto per l’arteria viaria “Gallico – Gambarie”.

Dalle indagini della Dda, inoltre, sarebbe emersa una pluralità di rapporti stabili fra la struttura imprenditoriale della Avrs ed imprenditori appartenenti o comunque collegati alle cosche. Nello specifico, è stato accertato che imprese riferibili all’associazione criminale ed operanti nei mandamenti Tirrenico e Ionico, sono state più volte agevolate attraverso l’affidamento e l’esecuzione di opere, consentendo così alla stessa Avr di operare con il gradimento delle cosche. Quanto al ramo d’azienda dell’Avr che si occupa del ciclo dei rifiuti e della pulizia del suolo, l’indagine avrebbe portato alla luce l’agevolazione degli interessi di alcune storiche cosche di ’ndrangheta egemoni nel territorio cittadino ed inserite in quel settore.

Ed è proprio in questo contesto che gli inquirenti hanno evidenziato un ulteriore elemento di condizionamento dell’attività della Avr, in questo caso, però, riconducibile non all’infiltrazione mafiosa, ma all’instaurazione di molti rapporti di scambio con amministratori pubblici funzionali ad assicurare a loro svariate utilità ed interessi privati (come l’acquisizione del consenso elettorale mediante le richieste di assunzione e di gestione clientelare delle politiche aziendali), nonché ad assicurare alla società un ampliamento dei profitti attraverso l’allentamento dei controlli sul suo operato. Proprio in quest’ambito è emerso il coinvolgimento nell’inchiesta dell’assessore regionale alle Infrastrutture Domenica Catalfamo, nella sua qualità di ex dirigente del Comune di Reggio Calabria, e del vicesindaco di Reggio Armando Neri. (Adnkronos)

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