Allarme 007: ventimila migranti pronti a raggiungere l’Italia

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di Salvo Barbagallo

La notizia la riporta il quotidiano “Il Corriere della Sera” nell’edizione odierna: circa 20.000 migranti sono pronti a prendere il largo dalle coste della Libia. Secondo l’autrice del servizio giornalistico, Fiorenza Sarzanini, l’allarme è stato lanciato dai Servizi Segreti italiani. Secondo le informazioni raccolte, Fiorenza Sarzanini sostiene che Turchia e Libia potrebbero decidere di “allentare i controlli” effettuati alle loro frontiere con l’obiettivo di mettere pressione all’Unione europea per ottenere più aiuti economici. Una vera “arma di ricatto” nelle mani del presidente turco Erdogan e del suo protetto libico a Tripoli, il capo del governo Al Sarraj. Sarebbe questo il motivo per cui, spiega la Sarzanini, l’Italia avrebbe deciso di riattivare le relazioni diplomatiche con la Libia.

La “minaccia/ricatto” non è nuova: viene posta in atto ogni qual volta si paventi una crisi, o quando una crisi si aggrava. È un gioco piuttosto noto. Nel 2015 Germano Dottori sulla rivista “Limes” scriveva: “(…) Il vero capolavoro il Gran Turco sembrerebbe averlo fatto giocando sui sensi di colpa dell’Occidente, attraverso la cinica manipolazione dei flusso dei profughi diretti verso l’Europa (…) Come mai la Turchia, che aveva assorbito dal 2011 quasi due milioni di sfollati siriani senza batter ciglio, ha improvvisamente iniziato a favorirne l’uscita massiccia? (…) Sarebbe stato opportuno chiedersi perché i turchi abbiano alzato le saracinesche proprio ora, ma pochi lo hanno fatto e nessuno in sede ufficiale, malgrado Ankara appartenga all’Alleanza Atlantica (…) Esiste la possibilità che l’attuale leadership turca stia usando i migranti come armi o strumenti di segnalazione politica volti a condizionare le nostre scelte (…)”.

Sui migranti si sono giocate e continuano a giocarsi posizioni politiche soprattutto in Italia, mentre l’Europa assiste “passivamente” all’ininterrotto flusso di esseri umani, quelli che una volta (appena un decennio addietro…) venivano definiti “clandestini” e non “profughi”. Dunque, giochi di posizioni politiche nazionali e internazionali le cui risultanze, alla fine e come ampiamente dimostrato, a farne le spese è solo l’Italia e… la Sicilia punta avanzata di un’Europa che sta mostrando pericolose crepe nella sua “unità” istituzionale.

Il Coronavirus per mesi ha “cancellato” dai mass media tutto ciò che non riguardasse la pandemia: migliaia di vittime in Italia, Quarantena in diverse fasi, ripresa incerta, hanno consequenzialmente posto in evidenza le necessità del Paese in un momento di grande emergenza, senza badare troppo ad altri gravi avvenimenti alle porte di Casa nostra, come la guerra in Libia. Discutibili decisioni del Governo sotto forma di provvedimenti di “solidarietà”, hanno cercato di “coprire” il massiccio incremento degli sbarchi “abusivi” nelle coste della Sicilia: dall’inizio dell’anno quasi seimila “nuovi” migranti si trovano sul suolo nazionale, molti collocati dalla competenti Autorità in alberghi o navi di lusso, la maggior parte dispersi sul territorio. A farne le spese le collettività delle “aree” d’arrivo in Sicilia.

Mauro Indelicato sul quotidiano “Il Giornale” riporta le dichiarazioni di Matteo Salvini: “I nostri servizi segreti lanciano l’allarme invasione, con almeno 20mila immigrati pronti a partire per l’Italia. Questo senza dimenticare la sanatoria nel caos, con l’ombra del racket pronto a comprare e offrire documenti, i porti spalancati alle Ong, l’aumento delle spese per l’accoglienza, con numerose questure che segnalano irregolarità e anomalie“. Anche Salvini scopre “l’acqua calda”, e sia l’ex ministro dell’Interno, sia l’attuale Governo sembrano ignorare l’allarme già lanciato dalle Nazioni Unite che hanno calcolato in Libia una presenza di almeno 650.000 migranti.

Questione migranti in tempo di pandemia che nessuna “solidarietà” possibile potrà essere in grado di risolvere.

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