Migranti: perché tanto “interesse governativo”?

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di Salvo Barbagallo

 

Seguiamo da quasi vent’anni le delicate vicende dei migranti: lontano nel tempo venivano definiti “clandestini” sia da sinistra che da destra e il loro “ingresso” in Italia veniva ostacolato. In seguito, dopo avere adoperato il termine “fuggitivi”, i “clandestini” divennero “migranti” e ora il Governo li vuole regolarizzare e, sempre nel Governo, c’è chi auspica che ne giungano a centinaia di migliaia “perché l’Italia ne ha bisogno”. Ci è difficile comprendere pienamente la “logica” che anima il Governo in quanto (è nostra opinione, e questa opinione la esprimiamo apertamente) non riteniamo che sia una questione di “amore” o di “fratellanza” verso chi soffre e cerca una via d’uscita possibile che muove i responsabili del nostro Paese a applicare a ogni costo il magnifico concetto dell’accoglienza. In un Paese dove, purtroppo, si è dovuto riscontrare, causa la pandemia, il “poco” interesse verso gli anziani “nazionali” che, in un modo o in altro, si tende ad emarginare dal contesto sociale. I migranti che sono giunti nelle ultime settimane in Italia sono stati accolti e sistemati in alberghi o navi a quattro stelle sostenendo alti costi mentre si è non solo in piena crisi epidemica ma anche in piena crisi economica ed occupazionale. C’è di più: in piena quarantena i migranti (nuovi e precedenti) sono liberi di circolare e (almeno a quel che risulta) nessuno lo vieta, anche se incorrono nei cosiddetti reati cui sono sottoposti i “nazionali” che la quarantena stessa non rispettano. Ribadiamo: “Qualcosa non torna”.

Gianandrea Gaiani su “Analisi Difesa” fa notare: (…) è evidente che accogliere clandestini in una nazione che ha l’intera popolazione “segregata” da un mese e mezzo suona come una beffa a tutti i cittadini. Come dire che gli italiani non possono uscire di casa, se lo fanno vengono sanzionati con multe fino a oltre 500 euro ma qualunque afro-asiatico che abbia pagato trafficanti e bruciato i propri documenti viene accolto e mantenuto su una nave o in hotel. Quanto ai costi i conti, a spanne, sono presto fatti: secondo fonti giornalistiche solo la nave Rubettino ci costerà circa un milione di euro ogni 15 giorni mentre per accogliere negli hotel i clandestini sbarcati il Viminale ha stabilito diarie di 28 euro a persona. Di fatto solo per le due settimane di quarantena dei circa 760 migranti illegali sbarcati tra marzo e aprile più i 186 trasferiti dalle navi delle Ong alla Rubettino spenderemo circa 1,4 milioni di euro. Cifre moralmente inaccettabili in un momento in cui l’Italia fatica a curare i suoi malati (…) Oltretutto Protezione Civile e Croce Rossa sono tra gli enti pubblici che chiedono ogni giorno dagli schermi televisivi donazioni agli italiani per combattere il Coronavirus: francamente indecoroso e inaccettabile che anche solo una parte di quelle risorse venga spesa per mantenere clandestini. Specie dopo che dal 2013 sono già stati spesi in Italia oltre 20 miliardi di euro per i soli costi vivi di accoglienza di oltre 700 mila immigrati illegali (…). Analisi, questa di Gaiani, che riteniamo corretta e che vale la pena leggere nella sua interezza. (“Analisi Difesa” 21 aprile 2020).

Sull’interesse governativo verso i migranti non sappiamo dare risposte razionali, ma notiamo e annotiamo che questo “interesse” è favorito dall’Unione Europea, quella stessa UE che si mostra tanto riluttante a “dare una mano” all’Italia per superare la crisi che sta attraversando. E come scrive Mauro Indelicato oggi sull’online de “Il Giornale” ‘E così, ecco che nelle scorse ore da Bruxelles è arrivato il via libera alla sanatoria, chiamata “regolarizzazione” per non spaventare troppo una fetta di elettorato vicino all’attuale maggioranza, relativa ai migranti irregolari. Una misura quest’ultima che il governo Conte II vorrebbe varare a breve, con l’obiettivo dichiarato di immettere subito manodopera a lavoro nei campi visto il repentino abbandono da parte di molti braccianti dopo l’esplosione dell’emergenza coronavirus’.

Certamente… In un momento in cui la disoccupazione dilaga, c’è necessità di avere “manodopera” straniera! “Qualcosa non torna”: è come se si cercassero alibi o, meglio, “scusanti” per coprire qualche progetto non noto che, comunque, prevede per la sua realizzazione una massiccia presenza di migranti in Italia. No, non abbiamo in mente teorie di “complottismi” di varia natura, ma ci convinciamo, via via che passa il tempo, che c’è “qualcosa” che agli Italiani non viene detto, qualcosa che viene tenuto chiuso a chiave in qualche cassetto da aprire quando sarà il caso di farlo. Questo “qualcosa” riguarda il futuro della collettività nazionale che chi di dovere ritiene, oggi come oggi, che non si debba conoscere.

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