I morti in Italia sono adesso 18.849, nelle ultime 24 ore sono 570

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Sono 18.849 i morti in Italia nella crisi coronavirus. Rispetto a ieri, sono stati registrati altri 570 decessi, secondo i dati diffusi dalla Protezione Civile. I guariti in totale sono 30.455, con un incremento di quasi 2.000 unità nelle ultime 24 ore. I casi attualmente positivi sono 98.273 (+1.396): in isolamento domiciliare 66.534 persone, 28.242 sono ricoverate e 3.497 (-108), in terapia intensiva. (Adnkronos)

 

Il quadro di decrescita della curva epidemica rimane costante ed è positivo perché dimostra che le azioni sono efficaci nel rallentare la diffusione dell’epidemia nei diversi contesti dove la circolazione è diversa”. A sottolinearlo il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, in conferenza stampa a Roma.

“Il dato della Lombardia – spiega – conferma il trend di cui parliamo, anche il Piemonte è coerente rispetto al trend identificato, come in Veneto dove c’è un dato coerente, in Emilia Romagna, in Regioni del Centro come le Marche dove c’era il focolaio di Pesaro: anche in questo caso il trend che vediamo è decrescente. Lo stesso in Regioni del sud come Calabria e Basilicata. Il quadro quindi conferma il trend indicato nei giorni scorsi che ci dice che la curva sta calando. Ma i segnali positivi che stiamo vedendo in questi giorni – ammonisce Brusaferro – non devono farci abbassare la guardia: le azioni intraprese sono importanti ma non devono illuderci che la situazione si risolva. Queste misure di distanziamento e igiene personale sono essenziali se vogliamo far sì che una volta scesa la curva si mantenga” bassa.

“Il dato di letalità viene confermato prevalente nelle fasce di età sopra i 70 anni che sono quelle che pagano il dazio più elevato: l’età mediana dei pazienti deceduti è di 80 anni, soprattutto uomini (le donne sono il 32% e la comorbidità è molto presente: il 63% di chi è morto aveva più di 3 patologie”, ha sottolineato poi Brusaferro per il quale i dati confermano che avviene “un effetto trascinamento molto lungo fra il contagio e il decesso, pari a 2-5 settimane: questo trascinamento è la ragione per cui vediamo ancora un numero importante di morti”.

“La Pasqua è un momento familiare, di incontro, di condivisione, oltre che un momento religioso per tutti i credenti, dove di solito ci aggreghiamo. Purtroppo quest’anno non possiamo farlo, dovremo unirci nei sentimenti, nei cuori, negli affetti ma mantenendo il distanziamento sociale”, ribadisce il presidente dell’Iss aggiungendo: “Il fatto che le curve scendono è un segnale positivo e ci fa auspicare che possiamo controllare questa epidemia, ma lo possiamo fare solo se ci distanziamo. I punti essenziali sono che il numero dei contagi non deve superare l’R0 uguale a 1 e questo è l’obbiettivo prioritario, altrimenti la curva riparte e nessuno di noi vuole questo. Il distanziamento sociale, l’igiene personale e vorrei enfatizzare anche tutto il tema del contatto, del lavaggio delle mani e dell’attenzione a come ci muoviamo e negli ambienti. La sfida sarà riorganizzare la nostra vita con queste misure”. “Non bisogna assolutamente deflettere dalle misure messe in campo fino a oggi con il dato premiante di avere evitato che in alcune regione si ripetesse quanto accaduto in Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto”, ha aggiunto.

Le mascherine certamente sono importanti ma da sole non sono sufficienti a proteggere. Devono fare parte di un insieme di misure”, ha concluso Brusaferro.

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