Riuniti nel collettivo C 19, oltre 600 medici francesi hanno presentato una denuncia giovedì scorso contro l’ex ministro della Sanità Agnès Buzyn e contro il premier Edouard Philippe (in foto), accusandoli di “menzogna di stato” nella loro gestione della crisi del coronavirus. I tre medici fondatori del collettivo hanno adito la Corte di Giustizia della Repubblica, sola competente a giudicare le azioni compiute da esponenti del governo nell’esercizio delle loro funzioni.
Nel frattempo il presidente del Consiglio scientifico sul Covid-19 in Francia ha avvertito che “la crisi si intensificherà nel corso della prossima settimana ed aumenteranno i casi gravi ed i decessi”. E, su ‘Le Monde’, ribadisce i consigli alla prudenza: “Il nostro principale messaggio è che la permanenza a casa, allo stato attuale delle risorse, è l’unico modo per invertire la curva dell’epidemia ed evitare che il sistema sanitario esploda. Non è la soluzione migliore, ma è la meno cattiva”. E sui provvedimenti restrittivi si è espresso oggi anche il ministro della Salute, Olivier Véran, per il quale le misure potranno cessare “quando il virus non circolerà più”. Per il ministro francese, il numero stimato dei malati in Francia è di 20 mila, la maggior parte dei quali non si sono sottoposti a test.
Ieri il direttore generale della Sanità, Jérôme Salomon, aveva annunciato che la Francia conta 12.612 casi e 450 decessi. Le persone ricoverate sono 5226, 1297 delle quali in rianimazione. Il 35% delle persone in ospedale ha più di 65 anni. I guariti dimessi sono 1587. L’87% dei decessi riguarda persone di oltre 70 anni. “In Francia siamo di fronte ad un’epidemia che si espande progressivamente e si aggrava rapidamente con una circolazione virale intensa. Il nostro obiettivo è attenuare e spostare al massimo gli effetti di questa onda. Abbiamo realizzato oltre 50mila test”. Il picco dell’epidemia, ha poi concluso, è atteso tra 5-8 giorni. (Adnkronos)