Ospedale Taormina: “Pazienti su lettighe di fortuna, a rischio la sicurezza per i pazienti”

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di Nello Cristaudo

 

Le avversità al reparto di Medicina Interna del P.O. “San Vincenzo” di Taormina aumentano in maniera vertiginosa, tanto da far scattare l’emergenza rischio per i pazienti.

Attraverso una nota indirizzata al Responsabile “Risk Management Aziendale” dell’Asp di Messina, la Uil-Fpl evidenzia come l’Unità Operativa Complessa di Medicina dell’ospedale di Taormina sia al collasso.

La scrivente organizzazione sindacale – si legge nella nota a firma del segretario generale Pippo Calapai – è venuta a conoscenza che da diverso tempo presso l’Unità operativa di Medicina del presidio ospedaliero di Taormina, si stanno ricoverando pazienti in numero superiore rispetto a quanti previsti nella dotazione organica. Attualmente per tale Unità operativa sono previsti dalla attuale dotazione organica 18+2 posti letto, di cui quattro utilizzati dalla Unità Operativa di Nefrologia. Invece, in numerose occasioni, dei 14 posti letto utilizzabili dalla succitata Unità operativa i pazienti ricoverati dal Pronto Soccorso  arrivano fino a 19.

Tale situazione, non solo aumenta in maniera notevole i carichi di lavoro del personale infermieristico e degli OSS, ma li espone a rischi clinici elevati minando financo la sicurezza dei pazienti. Infatti, i posti letto aggiuntivi sono privi della testata centralizzata.
Tutto ciò determina che i pazienti non sono allocati in postazioni munite di gas medicali (ovvero ossigeno, aspiratore, sistemi di chiamata etc); mentre i letti non sempre sono quelli previsti per il ricovero ordinario, bensì, in alcuni casi, i pazienti vengono allettati in lettighe di fortuna. 
Pertanto, per quanto sopra – conclude la nota del segretario generale UIL-FPL, Pippo Calapai- la scrivente organizzazione chiede un immediato intervento, al fine di provvedere con urgenza al superamento delle criticità segnalate, per la migliore tutela dell’utenza e garantire la sicurezza delle cure”.

Intanto un altro  macigno si abbatte sulla Divisione di Medicina Interna taorminese. L’endemica carenza dei medici di reparto, di cui qualche mese fa ci siamo occupati, non è stata ancora risolta. Il Prof. Giuseppe Lombardo, primario di Medicina, ha reiterato l’urgente richiesta di invio di altro personale medico vista l’esiguità dei medici attualmente in servizio. Infatti l’UOC ha un organico di 6 Dirigenti Medici di 1° livello mentre, attualmente, ve ne sono in servizio solo 3 più una dottoressa in allattamento sino a luglio 2020 che usufruisce del periodo di maternità, come stabilito dalla legge, ed è oltremodo esentata dai turni di reperibilità. Tutto ciò, senza l’invio da parte dell’azienda di ulteriori medici, mette a serio repentaglio i livelli minimi di assistenza per i pazienti. Il Prof. Lombardo, cerca di sopperire alla mancanza di medici, facendo lui stesso, in qualità di primario, oltre 10 notti al mese proprio al fine di garantire la necessaria assistenza ai degenti ricoverati nel suo reparto ed evitando ulteriori disagi. E dire che l’Azienda già nel 2018 ha emesso il bando per reclutare ben otto medici destinati al reparto di medicina di Taormina.

Malgrado siano state presentate diverse domande per partecipare al concorso, a tutt’oggi, non ci si spiega l’enorme ritardo dell’Azienda nell’espletare il concorso. Potremmo parlare di probabili omissioni che una attenta verifica degli organi competenti potrebbero addirittura sanzionare visto i disagi che sta procurando. Ancor più grave diventa la situazione se si considera che, nelle more dell’espletamento del concorso, si potrebbe attingere da una apposita graduatoria per incarichi a cui si poteva essere inseriti entro il 31 dicembre scorso. A questo punto di cosa si dovrebbe parlare se non di una probabile negligenza del management nella gestione delle emergenze?  E se dovessero malauguratamente verificarsi episodi di una certa gravità a chi si dovrebbe attribuire la presunta colpa? È bene porre delle barriere a protezione dei pazienti in modo da non esporli a pericoli o a un danno per la loro salute: la carenza di medici nel reparto di medicina interna, ahimè, li evidenzia!

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