Coronavirus: oltre 3.000 persone guarite. Dubbi su incubazione

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Coronavirus: oltre 900 morti, quasi tutti nell’area del focolaio iniziale,

l’incubazione potrebbe durare fino a 24 giorni,

test negativi per i due bambini ricoverati allo Spallanzani che saranno dimessi a breve.

Oltre 3 mila le persone guarite a oggi

di Luigi Asero

 

Il nuovo Coronavirus continua a tener banco nell’informazione internazionale e le notizie, sebbene assumano contorni preoccupanti, sono invece tutto sommato positive. Intanto parliamo dei due bambini ricoverati precauzionalmente all’Istituto Spallanzani: i test hanno dato esito negativo e sono già in dimissione mentre il cittadino italiano ricoverato con infezione confermata è in buone condizioni generali e in assenza di febbre. Prognosi ancora riservata, sempre allo Spallanzani per i due cittadini cinesi ricoverati le cui condizioni cliniche sono stazionarie con parametri emodinamici stabili, restano ovviamente in terapia intensiva.

In Cina, al momento, sono 40.235 i casi confermati di Coronavirus con 909 decessi, fuori dal Paese asiatico i casi registrati nel mondo sono 319 in 24 Stati e un solo decesso secondo i dati ufficiali forniti oggi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il 99% dei casi quindi si registra proprio dove l’infezione ha avuto origine. Fra le notizie positive intanto il fatto che la quarantena decisa in Cina pare stia dando i suoi frutti ma anche il numero delle persone guarite che è salito a 3.281 pazienti.

Intanto sulla Diamond Princess, la grande nave da crociera in quarantena dallo scorso 4 febbraio nel porto giapponese di Yokohama si registrano 66 nuovi contagi e il numero di persone infette sale così a 136, fra queste nessuno dei 35 italiani a bordo. A bordo del colosso da crociera della Carnival ci sono circa 3.700 persone. Tutti sono isolati nelle loro cabine da cui possono uscire soltanto utilizzando le apposite mascherine. La quarantena, per i soggetti sani, dovrebbe concludersi il prossimo 19 febbraio.

Notizie negative invece sul fronte dell’incubazione che è stata stimata finora in circa 15 giorni e che secondo un nuovo studio condotto fra gli altri dall’epidiemologo cinese Zhong Nanshan (che gestì l’epidemia di SARS nel 2003) e che ha pubblicato un articolo scientifico in cui afferma che “l’incubazione potrebbe essere zero giorni o arrivare fino a 24, dieci giorni in più di quanto si credesse in precedenza“, se la comunità scientifica che deve adesso rivedere lo studio (come da prassi in questi casi) lo dovesse convalidare si dovrebbero rivedere tutte le misure di quarantena finora adottate.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della SanitàDestano preoccupazioni i casi di coronavirus, registrati in persone che non sono state in Cina“, a scriverlo il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus che teme come “L’individuazione di un numero limitato di casi negli altri Paesi può indicare una trasmissione più diffusa. In sintesi, stiamo vedendo solo la punta dell’iceberg“. 

L’OMS teme cioè che sebbene la diffusione del virus fuori dal territorio cinese appare lenta potrebbe accelerare e chiede che tutti i Paesi, nel mondo, si preparino ad adottare una più stringente strategia di contenimento della diffusione virale. Infatti si registrerebbero pochissimi casi (ma ci sono) di diffusione da parte di persone che non hanno viaggiato in Cina e questo potrebbe innescare una sorta di reazione a catena visto che il criterio sinora adottato per l’individuazione di possibili soggetti infetti è l’aver viaggiato da/verso la Cina o l’aver avuto contatti con persone che lo hanno fatto recentemente.

Un altro allarme infine riguarda il fatto che si è finora ritenuto il virus incapace di sopravvivere in ambienti inorganici (quindi su oggetti come le merci) mentre nuove ricerche starebbero dimostrando come in determinate condizioni il virus è in grado di sopravvivere su “oggetti” fino a nove giorni, pur non essendo in grado (“?” NdR) di contagiare persone. Naturalmente questa condizione può verificarsi soltanto nel caso in cui gli oggetti non siano puliti o disinfettati perché la disinfezione ovviamente rimuove il virus.

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