La burocrazia crea malasanità laddove tutto dovrebbe funzionare al meglio. Quasi paralisi all’Utic di Taormina

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di Luigi Asero

 

Rispondiamo alla chiamata del parente di una persona ricoverata in Unità di Terapia Intensiva Coronarica (UTIC) presso l’ospedale San Vincenzo di Taormina. Siamo già consapevoli che il parente di una persona ricoverata è spesso in ansia e questo potrebbe offuscare un po’ la normale visione delle cose. Eppure quanto emerge dalla telefonata, in effetti molto calma e senza slanci di particolare preoccupazione per la salute della persona congiunta, ci convince che in questo racconto-sfogo c’è una grande verità: la burocrazia è uno dei grandi mali del nostro Paese. E pare che anche i pazienti e il personale dell’UTIC di Taormina ne paghino le conseguenze sulla loro pelle.

Emerge infatti un quadro desolante da quanto ascoltato.

Alcuni monitor presenti nei posti letto per il controllo h24 dei pazienti non sarebbero funzionanti e necessiterebbero di interventi tecnici richiesti e non ancora eseguiti. Guasti anche parte degli sfigmomanometri per cui anche la misurazione della pressione arteriosa è resa difficoltosa dall’utilizzo di pochi apparecchi in condivisione. E poi carenza di garze, bende, lenzuola e coperte, addirittura delle buste per i cateteri. Uno dei farmaci più utilizzati per il trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco, il Lasix, sembra sia presente in poche confezioni, appena sufficienti per pochi giorni di trattamento. Insomma un’emodinamica al cardiopalma…

A compensare la situazione i “prestiti” di mezzi di prima necessità da parte di altri reparti. Sul tavolo invece le richieste inoltrate all’Amministrazione sempre evase parzialmente. Ci sovviene un articolo girato nei principali quotidiani online nei giorni scorsi quando la Polizia di Stato ha organizzato una staffetta fra Questure differenti per portare un farmaco da Trapani all’ospedale Maggiore di Modica dove un paziente ha rischiato di morire proprio per la mancanza del farmaco stesso. In quel caso in effetti il farmaco era stato spedito in aereo a Catania ma le avverse condizioni meteo avevo costretto il pilota ad atterrare a Trapani da dove, appunto grazie alla Polizia di Stato, è stato consegnato a Modica. Di quegli articoli ci è rimasta una domanda: come mai in Sicilia il farmaco non esisteva ed è stato spedito per via aerea? Cosa isola così tanto la Sicilia dal resto del mondo? I poco più di 3 Km dello Stretto non bastano a giustificare questa burocrazia impazzita.

Ci auguriamo che l’Azienda Sanitaria possa risponderci fornendo rassicurazioni in merito a quanto segnalato. Noi siamo qui. I pazienti dell’Utic insieme al personale attendono più di noi.

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