Anche Sigonella nell’occhio della “vendetta” iraniana?

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di Salvo Barbagallo

 

Alcune battute colte a caso e al volo stamane fra due giovanissime commesse siciliane di un esercizio commerciale cinese, in attesa di clienti. Una ha in mano uno smartphone e legge: “C’è la guerra, hanno ucciso decine di persone in Iraq. Siamo in guerra”. E l’altra: “E noi che c’entriamo?”. In risposta: “Come che c’entriamo: la guerra è contro gli americani!”. E l’altra: “E allora?”. In risposta ancora: “Come allora! Qui da noi c’è Sigonella, ci sono gli americani, ci siamo di mezzo anche noi! Tu forse non lo sai, ma la guerra è una brutta cosa, ci saranno tanti, tanti morti. Mio nonno me lo ha spiegato: lui la guerra l’ha fatta: mi ha detto che è una cosa terribile, terrificante, la guerra….!”. Le due ragazze mi vedono, mi guardano interrogative, sorprese nella loro intima discussione. Faccio solo un cenno: “Già, la guerra una cosa terrificante…”.

Di buon mattino avevamo appreso dell’attacco iraniano a due installazioni militari statunitensi in Iraq: ottanta morti, oltre duecento feriti, pare tutti iracheni, nessun soldato USA colpito, italiani facenti parte della coalizione presenti fortunatamente illesi. Ne abbiamo già scritto. Seguiamo i report dei notiziari, leggiamo i quotidiani. Leggendo il giornale locale online de La Sicilia le preoccupazioni per la presenza USA a Sigonella vengono smentite dalle affermazioni, raccolte da Giorgia Orlandi, del professore Roberto Aliboni consigliere dell?istituto Affari Internazionali: “Non credo che ci sarà una rappresaglia condotta con mezzi missilistici. Rischi per l’Italia? I missili iraniani non arrivano a Sigonella, arrivano al massimo in Israele. I droni potrebbero andare al di là di Israele ma i droni iraniani non hanno una precisione tale così che gli iraniani possano fare un’azione come quella degli americani (…).

Una dichiarazione forse un po’ troppo rassicurante perché, come scrive Federico Giuliani su Il Giornale I missili dell’Iran possono colpire bersagli compresi in un raggio di azione che va dai 300 ai 2.500 chilometri dal loro punto di lancio. Osservando una cartina geografica e facendo due rapidi calcoli, notiamo come anche l’Europa, o almeno una parte di essa, potrebbe essere teoricamente raggiunta dall’arsenale di Teheran. La potenza di fuoco di Teheran è indubbia: resta tuttavia da capire come questa verrà sfruttata in campo militare.

Riteniamo più che rispondenti alla realtà le considerazioni di Federico Giuliani che spiega, con dati alla mano, le potenzialità belliche dell’Iran e la potenza dei missili che possiede da tempo: “La minaccia più grande è rappresentata dal Soumar, un missile cruise capace di colpire obiettivi situati in Italia così come nell’Europa balcanica; numerosi Paesi (dalla Polonia all’Ungheria passando per la Bosnia) rientrano perfettamente nel cerchio concentrico che corrisponde al range di questo razzo iraniano. Lo stesso modello può arrivare anche nel territorio russo, in India, in Cina e nell’Africa orientale. Il Sejjil è invece un missile balistico Mrbm e ha un range di 2mila chilometri, proprio come lo Shahab 3 e i suoi derivati Emad e Ghadr (…)”.

In teoria, dunque, i missili a lunga gittata in possesso dell’Iran potrebbero raggiungere anche la Sicilia, e Sigonella, guarda caso target militare primario, si trova in Sicilia. Magari i missili iraniani finirebbero in mare aperto, così come avvenne  il 15 aprile del 1986 con i missili SS-1 Scud lanciati dal leader libico Gheddafi contro Lampedusa, a Capo Ponente, sede di un centro Loran della Guardia Costiera Statunitense “Stazione di Sincronizzazione e Trasmissione LO.RA.N.-C Slave “Mediterran Sea / Lampedusa”” (“Xray a”).

Roberto Alibi sostiene che “l’Italia non è un obiettivo soddisfacente per gli iraniani e il nostro Paese in Iran, tra l’altro, gode di buona reputazione (…) Quello che bisogna temere, invece, sono eventuali attacchi terroristici orchestrati dall’Iran.

Intanto – come riporta l’Agenzia Ansa – le autorità americane hanno imposto ‘restrizioni d’emergenza’ nello spazio aereo sul Golfo Persico: le restrizioni puntano a evitare errori di valutazione e di calcolo ma anche di identificazione. Air France ha sospeso “tutti i voli sugli spazi aerei iraniano e iracheno” e anche la compagnia aerea tedesca Lufthansa ha annunciato la sospensione di tutti i suoi voli per Iran e Iraq.

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