‘Ndrangheta: otto arresti in Piemonte, tra questi un assessore regionale FdI. Meloni: fuori subito da Fratelli d’Italia

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Blitz della Guardia di Finanza di Torino che da questa mattina sta eseguendo, su richiesta della direzione distrettuale antimafia torinese, otto ordinanze di custodia cautelare in carcere, nonché sequestri di beni sul territorio nazionale, nei confronti di soggetti legati alla ‘ndrangheta radicati nel territorio di Carmagnola ed operanti a Torino. Tra gli arrestati anche l’assessore regionale Roberto Rosso, esponente di Fratelli d’Italia.

Tra le condotte illecite, oltre all’associazione per delinquere di stampo mafioso e reati fiscali per 16 milioni di euro, agli indagati è contestato anche il reato di scambio elettorale politico-mafioso. In particolare secondo gli investigatori, Rosso, avvalendosi della mediazione di due persone anch’esse finite in manette, avrebbe pagato 15.000 euro in cambio della promessa di un pacchetto di voti. Dalle indagini, inoltre, sarebbe emersa la piena consapevolezza del politico e dei suoi intermediari dell’intraneità mafiosa dei loro interlocutori.

“Secondo la ricostruzione della procura e delle indagini della Guardia di finanza, Roberto Rosso per accaparrarsi voti è sceso a patti con i mafiosi attraverso intermediari. Hanno stretto un accordo e l’accordo ha avuto successo sia con riferimento alla raccolta di voti, sia con riferimento alla contro prestazione che è stata offerta per la raccolta di voti” ha detto il procuratore generale Francesco Saluzzo nel corso della conferenza stampa.

CHI E’: IL RITRATTO – Nato 59 anni fa a Casale Monferrato Roberto Rosso è avvocato civilista. Entrato in politica da giovanissimo, a 19anni, nelle fila della Dc, alle ultime regionali del maggio scorso è stato eletto consigliere regionale per Fratelli d’Italia con 4.777 preferenze diventando assessore ai rapporti con il Consiglio Regionale delegificazione dei percorsi amministrativi a fare legale contenzioso emigrazione e diritti civili. In passato è stato parlamentare di Forza Italia per cinque legislature, esponente del Pdl e sottosegretario. Nel 2001 si era candidato sindaco di Torino e pure nel 2016. Nel 2010 era stato vicepresidente della Regione Piemonte con la giunta guidata da Roberto Cota, incarico da cui si dimise dopo 3 mesi.

Sull’arresto di Roberto Rosso, assessore in quota FdI, Giorgia Meloni è decisa: “Mi auguro dal profondo del cuore che Roberto Rosso dimostri la sua innocenza, che non siano vere le accuse che gli vengono mosse. Ma annuncio fin da ora che Fratelli d’Italia si costituirà parte civile nell’eventuale processo a suo carico, perché in questa vicenda ci consideriamo le prime vittime. Ovviamente, fin quando questa vicenda non sarà chiarita, Rosso è da considerarsi ufficialmente fuori da Fdi”. Lo annuncia la presidente del partito, Giorgia Meloni, a proposito dell’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia torinese che ha portato all’arresto di otto persone, tra cui l’assessore regionale.

“Roberto Rosso -ricorda Meloni- ha aderito a Fratelli d’Italia da poco più di un anno, chiedendo di essere candidato nelle nostre liste. Come facciamo con tutti i nostri candidati, abbiamo verificato con gli strumenti che un partito ha a disposizione se avesse problemi con la giustizia. Non è emerso nulla e abbiamo deciso di sottoporre anche il suo nome al giudizio degli elettori piemontesi. È stato il più votato nelle nostre liste, e per questo è diventato assessore regionale. Apprendiamo che stamattina è stato arrestato con l’accusa più infamante di tutte: voto di scambio politico-mafioso. Mi viene il voltastomaco. Perché io, e tantissimi altri Fratelli d’Italia, abbiamo iniziato a fare politica proprio per combattere ogni forma di criminalità organizzata. La mafia, la camorra e la ‘ndrangheta ci fanno schifo e ci fa schifo chi scende a patti con loro”.

“Da sempre, noi di Fratelli d’Italia siamo rigidissimi nella selezione e nelle candidature e facciamo tutto quello che è nelle nostre possibilità per proporre agli italiani persone senza macchia. Ma come ci si difende da chi bussa alla tua porta, dice di voler combattere con te e sembra avere un curriculum specchiato, ma poi viene accusato di reati così infami? A chiunque pensi di usare il nostro simbolo per trattare con mondi che noi combattiamo -conclude Meloni- voglio dire forte e chiaro: Fratelli d’Italia non può essere la vostra casa, perché ci fate vomitare”. (Adnkronos)

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