Bolivia: monta la protesta, Morales fugge via dopo dimissioni

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Il presidente boliviano Evo Morales ha annunciato le dimissioni. La decisione è arrivata qualche ora dopo il suo via libera a nuove elezioni dopo il risultato contestato del voto del 20 ottobre scorso. “Il nostro grande desiderio – ha detto Morales in un discorso in tv – è che torni la pace sociale”. Dimissionario anche il vice presidente Alvaro Garcia Linera. Secondo il quotidiano Clarin, Morales ha lasciato La Paz e potrebbe chiedere rifugio in Argentina. Per Clarin, al momento il presidente si troverebbe a Cochabamba, la regione dove ha iniziato la sua attività politica come leader dei cocaleros. Una fonte del governo di Buenos Aires ha rivelato che Morales avrebbe chiesto rifugio all’Argentina ma anche ad altri Paesi della regione.

“Ho deciso di rinnovare l’intero Tribunale supremo elettorale e convocare nuove elezioni”. È quanto aveva annunciato il presidente oggi, dopo giorni di proteste contro presunti brogli alle scorse elezioni. Morales ha detto di voler così “abbassare la tensione”. “Tutti abbiamo l’obbligo di pacificare la Bolivia”, aveva aggiunto dopo che ieri aveva denunciato un tentativo di “colpo di stato” quando gli organi di polizia e militari di diverse regioni avevano dichiarato che non avrebbero risposto più agli ordini di sedare le proteste.

Nel discorso alla nazione trasmesso in televisione, il presidente ha spiegato che “convocare nuove elezioni nazionali permetterà al popolo boliviano di eleggere democraticamente le sue nuove autorità incorporando nuovi attori politici”.

“Rivolgo un invito al rispetto della vita, al rispetto della proprietà privata, al rispetto delle autorità e di tutti i settori della società. Tutto quello che abbiamo in Bolivia è patrimonio del popolo boliviano e non bisogna attaccarlo per fare dei danni”, ha scandito il presidente boliviano.

Morales ha anche spiegato che nelle prossime ore l’Assemblea Legislativa, d’accordo con tutte le forze politiche, stabilirà il procedimento per eleggere nuovi membri del Tribunale elettorale supremo, allontanando i membri che nella notte del 20 ottobre decisero di sospendere la pubblicazione dei risultati ufficiali quando, con il 10% ancora delle schede da scrutinare, sembrava evidente che si andasse al ballottaggio tra il presidente e il candidato della destra, Carlos Mesa.

Quando la pubblicazione dei dati riprese, 24 ore dopo, è stata data la vittoria al primo turno a Morales, con quella che Mesa ha definito “una frode elettorale gigantesca”. Da allora sono iniziate le proteste e gli scontri che in due settimane hanno visto almeno due morti ed oltre 190 arrestati.

Con la sua decisione, infine, Morales ha accolto il giudizio emesso dagli osservatori dell’Organizzazione degli Stati Americani che hanno indagato sulle precedenti elezioni in cui, si legge in un rapporto pubblicato oggi, hanno riscontrato diverse irregolarità. Tanto da spingere il segretario generale Luis Almagro a chiedere nuove elezioni.

“Prendiamo nota positivamente dell’annuncio del governo” per nuove elezioni e per il rinnovo del Tribunale elettorale e “invitiamo tutte le parti, specialmente le autorità, ad assumersi le proprie responsabilità democratiche e a prendere le decisioni opportune che permetteranno una rapida riconciliazione ed eviteranno ulteriore violenza”, commenta in una nota l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell’Unione europea, Federica Mogherini.

La notte scorsa i manifestanti avevano incendiato le abitazioni della sorella del presidente, Ester Morales, e quelle dei governatori di Oruro e Chuquisaca, rispettivamente Víctor Hugo Vásquez ed Esteban Urquizu.

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