‘La legislazione vigente in materia del disturbo dello spettro autistico’ il tema di un importante convegno a Messina

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di Nello Cristaudo

 

Si è svolto, nei giorni scorsi, un convegno al Palacultura di Messina dal titolo “La legislazione vigente in materia del disturbo dello spettro autistico” organizzato dall’Assessorato Politiche Sociali del comune di Messina insieme al Tavolo Tecnico Autismo coordinato da Pino Currò e con la collaborazione dalle associazioni messinesi di familiari autistici “Il Volo” di Pino Currò, “ Nati per la vita “di Salvatore Potenzone e “Carpe diem onlus” di Pippo Calà.

L’incontro, voluto fortemente dalle famiglie degli autistici, ha visto la partecipazione del mondo scientifico ed accademico oltre che dei massimi vertici della politica regionale e nazionale. Il sistema amministrativo siciliano registra un ritardo di circa vent’anni sull’attuazione di iniziative  a favore della disabilità.

Il disturbo dello spettro dell’autismo è caratterizzato da gravi e persistenti difficoltà nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale in più livelli, tra cui deficit nella reciprocità sociale, nei comportamenti non verbali comunicativi utilizzati per l’interazione sociale e nelle competenze in via di sviluppo, nel mantenimento e nella comprensione delle relazioni.

«Con la prima legge finanziaria c’è stato un apparente raddoppio (dallo 0.1 allo 0.2%) della riserva che le aziende sanitarie provinciali dedicano all’assistenza» ha dichiarato l’Assessore regionale alla Salute Ruggero Razza intervenendo al dibattito, annunciando che ha presentato all’Assemblea regionale una proposta di legge risolutrice di alcune criticità sulla gestione dei fondi. Inoltre, il massimo esponente regionale della salute, ha comunicato l’approvazione  di un progetto regionale unitario per i disturbi dello spettro autistico, delegando alle aziende provinciali la programmazione , previo monitoraggio di tutto il territorio. L’intenzione è quella di fissare obiettivi che, entro la fine dell’anno, prendano corpo: i servizi per la diagnosi, l’intervento precoce e l’autonomia compresa l’assistenza domiciliare,  con l’inserimento dei requisiti di professionalità  e una maggiore funzionalità dei distretti socio-sanitari supportati dall’IRCCS Neurolesi di Messina  e dell’Oasi Maria Santissima di Troina .

Il sindaco di Messina Cateno De Luca, intervenendo all’incontro, ha manifestato l’intenzione di formulare una sorta di “dopodinoi” da realizzarsi con dei fondi extra bilancio con uno stanziamento pari a 1,5 milioni di euro per la creazione di un centro per l’autismo.  Ma il primo cittadino messinese ha chiesto sin da subito il sostegno immediato della Regione per le famiglie, in attesa di completare l’acquisto di alcuni immobili da destinare a progetti di inclusione.

L’Arcivescovo di Messina, Mons. Giovanni Accolla, ha sottolineato come le problematiche relative alle fragilità di coloro che soffrono di tale disturbo, debbano essere considerate nella loro interezza con una sorta di visione a 360 gradi che veda gli aspetti  sanitario, scientifico ed economico all’unisono per dare risposte concrete ai familiari.

Pippo Calà, dell’associazione “Carpe diem onlus” ha evidenziato come sia importante pensare a programmi di inserimento lavorativo che diano dignità all’oggi delle persone affette da questa sindrome. Il vero obiettivo – ha continuato Calà –  è quello di prendere in carico l’intera famiglia del soggetto con autismo perché l’handicap coinvolge  non solo il soggetto portatore di handicap ma l’intera famiglia  che il più delle volte è limitata nella sua libertà.

Il direttore generale dell’ASP 5 di Messina Paolo La Paglia ha annunciato che nei prossimi giorni dovrebbe riunirsi un altro tavolo tecnico  al quale parteciperanno, oltre all’Asp, l’Inps e l’Ufficio Scolastico Provinciale  che li vedranno impegnati a discutere sulle modifiche delle procedure di assegnazione del sostegno scolastico ai bambini con disabilità secondo la nuova normativa.

Il convegno si è concluso con la redazione di un documento nel quale si dice: «Costruire un percorso comune virtuoso attraverso il quale mettere in atto quelle buone prassi capaci di offrire servizi e comportamenti all’altezza dei bisogni delle persone affette da disabilità sempre più complesse».

Ci auguriamo che per coloro che sono affetti da tale patologia, la società li consideri come  soggetti  normali,  caratterizzati  da un diverso modo di percepire la realtà che ne condiziona il comportamento e le abilità comunicative. Quindi, in uno sforzo sinergico da effettuare  tutti insieme,  è necessario accogliere tali persone con sistemi inclusivi che li vedano co-protagonisti  e non emarginati come purtroppo spesso ancora accade.

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