Iniziato l’attacco turco contro la Siria

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Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato l’avvio delle operazioni delle truppe turche nel nord della Siria. “Le Forze Armate turche, insieme all’Esercito nazionale siriano, hanno appena lanciato” un’operazione “contro il Pkk, le Ypg e i terroristi di Daesh (Isis) nel nord della Siria”, si legge sul profilo Twitter di Erdogan, che specifica: “La nostra missione è impedire la creazione di un corridoio del terrore” lungo il confine meridionale della Turchia, a ridosso della frontiera con la Siria, “e portare la pace nell’area“.

L’operazione, si legge ancora, servirà a “neutralizzare le minacce del terrore contro la Turchia e a portare alla creazione di una zona sicura, a facilitare il ritorno dei rifugiati siriani nelle loro case”. “Garantiremo l’integrità territoriale della Siria e libereremo le comunità locali dai terroristi“, aggiunge il messaggio.

Le Forze Armate turche hanno colpito almeno 16 obiettivi nel nord della Siria nel corso di raid aerei e attacchi dell’artiglieria. Lo riferisce la tv satellitare al-Arabiya dopo l’annuncio dell’avvio della nuova operazione militare turca nel nord del Paese arabo. La tv turca ha confermato attacchi dell’artiglieria contro obiettivi dei miliziani curdi siriani a Tell Abyad.

Dal canto loro su Twitter le Ypg assicurano: “Le Unità di protezione del popolo curdo (Ypg) e le Unità di protezione delle donne (Ypj) faranno di tutto per resistere all’invasione del Kurdistan occidentale (siriano) e del nord della Siria da parte dei terroristi al comando della Turchia”.

Secondo quanto ha riferito un reporter dell’emittente ‘Cnn Tur, diverse forti esplosioni hanno scosso la città siriana di Ras al-Ayn, situata nei pressi del confine con la Turchia, e si vedono diverse colonne di fumo alzarsi da alcuni edifici. Bombardata anche l’area di Tal Abyad. Su Twitter il Rojava Information Center riferisce di “civili in fuga a Sere Kaniye” (Ras al-Ayn), pubblicando immagini che mostrano furgoncini carichi di persone, per lo più donne e bambini, che lasciano la zona. “Gli aerei da guerra turchi hanno iniziato ad eseguire raid aerei su zone abitate da civili. C’è un panico enorme tra gli abitanti della regione”, ha reso noto su Twitter il portavoce delle Forze democratiche della Siria (Fds), Mustafa Bali.

Dal canto suo Damasco, poco prima dell’annuncio, aveva avvertito di essere determinati a fronteggiare l’ “aggressione turca” con “tutti i mezzi legittimi”. La Siria “condanna nei termini più forti” le intenzioni di Ankara di lanciare un’offensiva contro le milizie curde, definendola “una flagrante violazione del diritto internazionale e delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu”, ha dichiarato una fonte del ministero degli Esteri, precisando che se la Turchia dovesse insistere con l’operazione sarà considerata alla stregua di un “gruppo terroristico” e perderà il suo status di Paese garante nel processo di Astana.

Nel frattempo, i curdi siriani hanno lanciato un appello alla “mobilitazione generale”. Nel mezzo dei timori di una nuova imminente offensiva turca nel nordest della Siria, la richiesta alla popolazione locale è di “convergere verso il confine con la Turchia” per “dare prova di resistenza in questo momento storico tanto delicato”. “Annunciamo tre giorni di mobilitazione generale nel nord e nell’est della Siria”, afferma un comunicato dell’amministrazione curda di cui dà notizia la tv satellitare al-Jazeera. Ai curdi all’estero si chiede di organizzare proteste contro la possibile nuova offensiva turca.

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