Cu resta arrinesci: Crediamoci

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L’Appello dell’artista-mecenate Antonio Presti

Sabato il “Controesodo” del maestro Antonio Presti è diventato fiore all’occhiello della Festa della Noce del borgo alcantarino di Motta Camastra. Le parole del Cantico delle Creature (1226) di San Francesco hanno reso la bellezza di questo evento, l’Arte come volano perché i giovani siciliani credano in questa terra e decidano di rimanere. Perché “cu resta arrinesci” come dice il mecenate Antonio Presti di cui pubblichiamo il testo integrale del suo appello lanciato dalle  pagine del suo profilo social su Facebook.

E a queste parole vi lasciamo, insieme con la galleria fotografica dell’evento, perché la bellezza in fondo non si può discutere, ma solo apprezzare, godere, gustare.

C’è sempre una Sicilia maligna, spietata, traditrice, che pugnala il nostro onore. E’ la Sicilia di cui si parla spesso, sempre più. Ma c’è quell’altra Sicilia che ha un cuore che batte a tamburo di Bellezza; che ha un’anima che si riflette del valore universale di essere comunità; che è viva e non sconta l’anestesia di una contemporaneità che si nutre di evasioni e abbandoni. E’ la Sicilia del “Controesodo”, del “cu resta arrinesci”, delle parole del Cantico di S. Francesco, dell’Arte che parla alle coscienze, della Musica che ritma l’etica, delle Prole che accompagnano quel viaggio interiore. Perché questa terra non è bella e irrealizzabile. Perché quest’isola non deve e non vuole celebrare la morte di un futuro dettato dalla perdita dei sensi del presente. Io credo che noi siamo obbligati e tenuti a tracciare un percorso altro, diverso. Ecco perché il mio progetto “Controesodo” vuole diventare movimento culturale, che deve trovare nelle nuove generazioni l’unione di intelligenze che sfuggono alla forza centrifuga dell’esodo. Dopo il riconoscimento internazionale della Fiumara d’Arte e del Museo Albergo Atelier sul Mare Valle dell’Halaesa Parco dei Nebrodi, nei miei 40 anni di impegno civile, solitudini culturali e battaglie istituzionali, che grazie al valore politico della Bellezza hanno rigenerato e restituito identità a territori oggi famosi in tutto il mondo, invece di nutrirmi passivamente del riconoscimento della storia, sento la necessità di scegliere la via del Ringraziamento, continuando ancora a seminare. Lo spirito che anima l’amare è sempre seminare, e quando si è sentimentalmente legati con il cuore a un territorio, si fa di tutto per tentare di farlo sopravvivere e di sopraffare i pensieri di morte, abbandono e afflizione. Dire che non c’è futuro, non c’è lavoro, non ci sono più giovani, vuol dire affermare la morte del futuro; scoprire che in alcuni paesi ci sono scuole con soli 30 bambini non può lasciare nell’indifferenza. Questo esodo subdolo nasce dalla manipolazione del pensiero; i ragazzi già al lice, con l’avallo dei genitori, dicono “Io devo andare via dalla Sicilia”, perché a quel giovane abbiamo innestato il pensiero del distacco dalla Grande Madre. Questa terra ha bisogno dei suoi bimbi. non dovete andare via, proviamoci. Perché in Sicilia non manca il lavoro, manca forse l’educazione al lavoro e quel senso del sacrificio che può diventare intraprendenza e industriosità. In questi giorni, tra i comuni dell’Etna e dell’Alcantara, dove la Fondazione Fiumara d’Arte per mesi ha attuato un lungo lavoro di semina tra le scuole, le chiese, le comunità, ho visto splendere negli occhi di migliaia di persone che hanno partecipato, il sole della Sicilia, la storia di questa terra che è lunga millenni, la luce del mare che allontana ogni nostalgia
“Restiamo” è il grido unanime di chi non si arrende, l’imperativo che dev’essere studiato tra i banchi, l’antidoto contro chi la frena, la distrugge, la oltraggia, la disonora questa Terra. Davanti a migliaia di giovani che continuano a lasciare l’isola, ci dev’essere tutta una schiera di difensori di valori che con lo scudo dell’identità e dell’appartenenza, proteggono i confini intellettuali e culturali della Sicilia. “Controesodo” è la nuova battaglia moderna della più grande emancipazione degli stereotipi. Non una missione impossibile. Un percorso da costruire insieme. Per questo il mio appello è rivolto alle istituzioni e soprattutto ai viaggiatori che potranno scegliere l’itinerario artistico e culturale che ho tracciato nel segno della rigenerazione. Mi piacerebbe coinvolgere anche i comuni del Simeto e della zona Etna Sud per costituire una fondazione di. comunità dove tutta la società civile e le scuole diventano protagoniste del cambiamento. Un percorso che parte proprio da Librino, la periferia di Catania che con il suo abbraccio aiuta altri luoghi che oggi stanno diventando periferie, dove le espressioni artistiche di cui si nutre la comunità indicheranno la via di questo nuovo itinerario turistico-culturale dell’Etna e dell’Alcantara: territori che in un continum hanno abbracciato il Cantico come in un mantra collettivo che ha annientato ogni campanilismo e ogni egoismo. Un diktat spirituale e civile che voglio lasciare come vera e propria eredità, per bilanciare un’altra visione e ritornare alla bellezza, alla vita, al sogno, allo stupore di quella meraviglia che trova sempre nella conoscenza e nel sapere la sua libertà e la sua democrazia. Il mio ringraziamento corale: sono davvero pieno di gioia e di bellezza. E’ bello pensare che chiunque incontrerà queste immagini potrà ricevere un medicamento dell’anima, inondato dall’energia di questa macchina di Luce. Ieri abbiamo inaugurato le opere fotografiche monumentali a Motta Camastra e Gaggi e oggi l’appuntamento è al bosco delle Betulle, per rispettare questo luogo di sacralità insieme a “Salviamo i boschi” e a tutte le associazioni ambientaliste. E poi Piedimonte Etneo, dove la parola di San Francesco unirà tutti in questa nuova visione di essere famiglia.

 

 

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