Cile sull’orlo di una vera guerra civile

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Non si fermano le proteste per il carovita in Cile malgrado il coprifuoco imposto dalle autorità e il bilancio è ormai di undici morti (tre sabato e otto ieri). Quasi tutte le vittime sono morte durante gli incendi divampati durante i saccheggi di centri commerciali. Ben 960 gli arresti e 62 agenti feriti. Otto stazioni di polizia e sette autobus distrutti. Il presidente cileno, Sebastián Piñera, parla di “guerra contro un nemico potente che è pronto ad usare la violenza senza nessun limite”. Definisce vandali i manifestanti che hanno distrutto la metropolitana, i supermercati e tentato di attaccare ospedali.

L’ambasciata d’Italia in Cile raccomanda cautela ai connazionali. A Santiago si raccomanda di evitare la zona di Bustamante/Baquedano/Plaza Italia. La rete metropolitana di Santiago resta per adesso chiusa. L’aeroporto di Santiago è operativo ma l’accesso è consentito ai soli passeggeri già in possesso di un biglietto aereo.
Le proteste sono andate molto oltre le previsioni e non è difficile comunque ipotizzare che dietro ci sia qualcosa di più della “protesta per il carovita”.

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