Elisa uccisa. Lo chiamano gigante buono, lo chiamiamo vigliacco assassino

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di Luigi Asero

 

Ormai la notizia è di dominio pubblico, arriviamo in ritardo e ce ne scusiamo. La notizia è l’arresto di Massimo Sebastiani e il ritrovamento del cadavere di Elisa Pomarelli. Di entrambi si erano perse le tracce lo scorso 25 agosto nel piacentino.

Massimo Sebastiani, 45 enne, tornitore, cacciatore di funghi ed esperto agricoltore grazie a queste passioni si era avvicinato a Elisa che amava la natura e la campagna. Lei che con la famiglia lavorava in campo assicurativo e che aveva passione per la natura. Massimo però di lei si è invaghito, una passione non corrisposta. Un breve allontanamento, poi avevano riallacciato i rapporti. Forse lui l’aveva convinta d’aver rinunciato a quell’amore impossibile. Domenica 25 agosto si incontrano di nuovo, pranzano insieme nel solito ristorante. Poi di lei si perdono subito le tracce. Lui viene visto altre volte nel corso della giornata. Poi si perdono anche le sue tracce. Non per i Carabinieri che si convincono che lui non si sia suicidato ma che sia fuggitivo e che non sia lontano. Su Elisa a mezza voce ammettono di temere che sia già morta.

È così. Dopo l’arresto e l’interrogatorio di Massimo avvenuti ieri trovano il corpo di Elisa, sepolto un metro sottoterra. Non ci dilunghiamo nella cronaca. Ormai è di dominio pubblico.

Ci preme sottolineare però come alcuni giornali anche di rilievo nazionale  parlino di “gigante buono“, forse a giustificare il suo comportamento, a parlare di un raptus. Eppure da come i fatti si sono svolti di raptus pare ci sia ben poco e lui, che ai Carabinieri si dice pentito, crediamo non sia invece il gigante buono descritto. Si può aver l’aspetto del buono nascondendo invece una malvagità repressa. Si può fingere, ma non a lungo. La trappola del ristorante, lo scavo di una buca da un metro di profondità, il maldestro tentativo di sfuggire alle proprie responsabilità, l’aver cercato e ottenuto aiuto dal padre di una sua ex (anch’egli arrestato oggi per favoreggiamento). Il raptus è altra cosa. La bontà pure.

C’è in tutto questo una terribile aura di “buonismo” che sta pervadendo tutti i media, che sta insozzando l’aria che respiriamo. che sta confondendo a molti lettori il concetto diritti/doveri, punizione/garantismo. Che in fin dei conti giustifica ciò  che giustificabile non è al solo fine di far meglio digerire giustificazioni di altra natura e su altri temi che così digeribili non sarebbero. C’è una sorta di mistificazione di ogni realtà.

Che l’assassino fosse un uomo in generale mite è probabile, che fosse pronto ad aiutare gli altri pure. Che fosse sempre buono qualcosa ci dice che così non è. E non perché abbiamo qualcosa di personale contro Massimo Sebastiani. Ma semplicemente perché in fondo è questa la banalità del male: annidarsi dove si pensa alberghi soltanto il bene.

No. Bianco e Nero vanno spesso di pari passo, poi è la singola situazione a mostrare la prevalenza del primo o del secondo.

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